«Collaborare con il Trentino»: la ricetta di Lugli, nuovo rettore Unibz

Dal primo ottobre 2016 Paolo Lugli sarà il nuovo rettore della Libera Università di Bolzano. La nomina è arrivata il 22 luglio, dopo l’attenta selezione di  22 candidati provenienti da Germania, Austria, Italia, Stati Uniti e Sudamerica. La nuova direzione si delinea fin da subito: collaborazioni con il territorio (e con il Trentino in particolare), consolidamento delle attività accademiche, interdisciplinarietà, trasferimento tecnologico e ricerca industriale. Il successore di Walter Lorenz alla guida di Unibz è stato definito dal presidente del Consiglio dell’Università Konrad Bergmeister «una personalità di rilievo scientifico internazionale e con una grande esperienza accademica».

Paolo Lugli è un ricercatore, docente di nanoelettronica alla Technische Universität di Monaco di Baviera, e si trasferirà a Bolzano solo a gennaio, ma ha già le idee chiare sul rapporto da tenere con il territorio, essendo tra l’altro membro del comitato di valutazione della ricerca della Provincia di Trento. In un’intervista data a Marika Damaggio del Corriere dell’Alto Adige ha dichiarato le linee guida della nuova gestione di Unibz. «In futuro dovremo potenziare le collaborazioni attraverso poli interdisciplinari» e applicare le conoscenze allo sviluppo sociale ed economico. Fondazione Bruno Kessler, Eurac, Fondazione Mach, polo della Meccatronica, Parco tecnologico sono i primi ambiti di intervento che cita. Serviranno poi  fondi europei e bisognerà «puntare sul trasferimento tecnologico per rispondere ai bisogni del territorio». Infine, sarà indispensabile lavorare sulla ricerca industriale.

Lugli: trasferimento tecnologico e università

«L’università mostra grande attenzione ai bisogni del territorio e alla formazione di personale altamente qualificato. Così come in Germania e in Svizzera, l’Alto Adige e il Trentino sanno bene che le strutture di ricerca sono fattore trainante». Lugli si è a lungo occupato di trasferimento tecnologico, cioè come si fa a concretizzare i risultati. «Nei miei corsi ci sono molti studenti di Economia, non solo Ingegneria: cerchiamo, allora, di sviluppare una rete economica anche con le imprese, stimolando poi la creazione di imprenditorialità e di startup».

Il mandato di Lugli coincide con la nascita del Noi Techpark, il parco tecnologico di Bolzano che inaugurerà il primo lotto nella primavera 2017. «La struttura è in fase di costruzione e gli obiettivi sono importanti. Bisogna puntare sulle attività interdisciplinari. In Alto Adige c’è un’economia crescente con settori qualificati: università e aziende devono riuscire a lavorare insieme proprio nella direzione di un trasferimento tecnologico».

Per quanto riguarda l’offerta universitaria, il nuovo rettore ritiene sia meglio puntare a raggiungere l’eccellenza su quanto già c’è. «Ora è utile, anziché creare nuove facoltà, puntare sull’interdisciplinarietà, attraverso centri che mettano in comune le competenze e coinvolgano tutti. Non bastano i poli tecnologici. L’università dev’essere trainante, ma comunicare con le competenze che già ci sono: molte attività dell’Eurac o del centro sull’idrogeno si intersecano con l’attività della facoltà di Scienze naturali. Pensiamo anche alla Fondazione Bruno Kessler, a Trento, o alla Fondazione Edmund Mach, che è vicinissima, anche geograficamente, all’Alto Adige, o al polo della Meccatronica di Rovereto. Lugli pensa poi a progetti di ricerca congiunti e allo sviluppo dell’Euregio. «Ora dobbiamo ragionare nel raggio di 100 se non addirittura 200 chilometri e rivolgerci a territori come la Baviera. Il trilinguismo della Libera università di Bolzano è particolarmente attrattivo».

Ti potrebbe interessare