Merano, prime esperienze positive nella casa multigenerazionale

In occasione del recente simposio “Invecchiamento attivo”, organizzato dalla cooperativa Abitare nella terza età, dal Sindacato Provinciale dei Pensionati e dall’Istituto per l’edilizia sociale, la Fondazione S. Elisabetta ha presentato il concetto di casa multigenerazionale. Ingrid Hölzl, coordinatrice di “Vivere insieme” a Merano, la prima casa multigenerazionale dell’Alto Adige basata sul modello dell’aiuto reciproco, ha illustrato le prime esperienze.

Dal mese di aprile di quest’anno, diverse generazioni vivono sotto lo stesso tetto e si supportano a vicenda. “In questi sei mesi sono già stati organizzati diversi eventi conviviali, dal brunch di Pasqua alle feste di compleanno dei bambini, fino alla classica castagnata”, ha raccontato la coordinatrice. Uno dei suoi compiti principali è garantire una buona convivenza tra i residenti. Nel frattempo, gli inquilini hanno già creato diverse cordate che si supportano a vicenda nelle attività quotidiane, come nella raccolta differenziata, con servizi “taxi” o la spesa. Anche l’orto rialzato comune per la coltivazione di erbe aromatiche nel giardino viene usato assiduamente da tutti. “Chi viene ad abitare qui, deve essere disposto a partecipare alla vita della comunità”, spiega Hölzl.

L’obiettivo è che i residenti di una casa multigenerazionale si sentano a proprio agio, sentano la comunità e siano in grado di vivere in modo autodeterminato e autonomo il più a lungo possibile. Il principio per il complesso residenziale è che due terzi dei residenti abbiano più di 60 anni e che un terzo degli inquilini siano giovani. Il complesso residenziale di via Winkel è composto da 16 appartamenti bilocali e trilocali, 7 appartamenti per anziani, un asilo e un grande parco.

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