Bolzano: la sicurezza, la sua percezione e i Cpr. Intervista al Questore Paolo Sartori

Bolzano. Al momento lo si può considerare l’uomo dell’anno, il suo nome rimbalza sui media con più frequenza di una palla da tennis: è Paolo Sartori, il nuovo questore di Bolzano. Classe 1962, laureato in giurisprudenza, precedentemente questore di Vicenza e Mantova, Sartori ha guidato anche la squadra mobile della Polizia di Trento. Incontrato per farci raccontare la “rivoluzione passaporti” non potevamo non cogliere l’occasione per approfondire alcune questioni legate alla sicurezza.

Questore Sartori, lei è ormai l’uomo del giorno, sui media è più presente di Sinner…

In effetti abbiamo incrementato moltissimo la comunicazione. I Media rappresentano lo strumento per eccellenza per raggiungere i cittadini.

A Bolzano, molti cittadini si sentono assediati dalla criminalità, una percezione che, però, sembra smentita dai dati reali.

Io negli anni ‘90 facevo il capo della squadra mobile a Trento e lavoravo spesso con Bolzano: all’epoca c’erano più o meno due rapine in banca alla settimana. Oggi di rapine non se ne sentono quasi più. C’erano rapine con la siringa nelle farmacie tutti i giorni, rapine nelle profumerie, nei Parchi pubblici si trovavano siringhe dappertutto. La popolazione sta invecchiando e le persone anziane percepiscono la sicurezza in maniera differente rispetto ai giovani. I 90enni di oggi, che hanno paura a uscire di casa, quando erano giovani hanno vissuto in tempo di guerra, c’erano i bombardamenti e non avevano paura. Quindi è chiaro che con più la popolazione invecchia, tanto più il senso di insicurezza aumenta in misura esponenziale. I social network poi amplificano il tutto. Quando ero a Vicenza avevano rubato una bicicletta in un quartiere periferico, dopo giorni si era sparsa la notizia sulle varie chat online che rubavano biciclette a tutto spiano. Le biciclette rubate erano diventate 10, in realtà era sempre quella ma la gente pensava fossero molte di più.

A suo avviso, da quando è questore di Bolzano è aumentata la percezione della sicurezza?

Questa è una questione importante. Guardi che è più immediato lavorare sulla sicurezza reale, applicando in maniera sistematica la legge, effettuando quindi arresti ed applicando Misure amministrative e di Prevenzione. Ma tutto quanto viene fatto va comunicato se si vuole che questo corrisponda ad un incremento della percezione di sicurezza. Più comunichiamo alla gente quello che viene fatto e più il cittadino si sente sicuro. Quotidianamente vengono inviati ai media comunicati stampa ai media; in questo modo i cittadini possono avere un riscontro di ciò che avviene nella loro Città. Far sentire la gente sicura è una delle priorità dell’Autorità di Pubblica Sicurezza.

In effetti, lei ha emesso parecchi decreti di espulsione, ma sono poi realmente esecutivi?

Nell’ambito delle procedure di espulsione o di allontanamento dal territorio nazionale si possono presentare varie tipologie di situazioni. Gliele elencherei brevemente.

Prego

Il primo è il caso in cui troviamo un clandestino, cioè una persona irregolare sul territorio nazionale, che commette reati ed è in possesso dei documenti d’identità. Caso raro perché di solito la prima cosa che fanno è liberarsi dei documenti. In questi casi questa persona viene accompagnata all’ufficio immigrazione della Questura dalle Forze di Polizia, e subito viene attivata la procedura. Se del caso, il Questore emette un decreto di espulsione e la persona viene accompagnata all’aeroporto più vicino per essere imbarcata su di un volo per il proprio paese d’origine. Se è una persona pericolosa viene scortata da Agenti di Polizia che lo consegnano alla polizia del Paese di destinazione. Nel secondo caso, più frequente, viene individuato un cittadino extracomunitario irregolare che ha commesso reati ma non ha i documenti di identità, e pertanto non identificabile subito. Noi sappiamo chi è perché abbiamo le impronte digitali, ma occorre il riconoscimento della cittadinanza da parte del paese di origine, il che presuppone un colloquio con il console di quel paese in modo che confermi la nazionalità e fornisca un documento provvisorio per poterlo rimpatriare. Siccome questa procedura è complessa e necessita di tempo, il Questore emette contestualmente decreto di espulsione ed ordine di trattenimento presso un CPR, centro di permanenza per i rimpatri. Prima potevano stare massimo 3 mesi, adesso il tempo è aumentato fino ad un massimo di 18 mesi. In questo periodo di tempo le autorità dei CPR in base all’ordine di espulsione contattano le autorità consolari e quando queste emettono l’autorizzazione la persona viene rispedita in aereo nel proprio paese d’origine. Quando si formano gruppi numerosi vengono organizzati voli charter o militari.
Un terzo caso può riguardare un cittadino extracomunitario irregolare ma che non ha commesso reati. In questo viene emesso un ordine di allontanamento del territorio nazionale concedendogli solitamente sette giorni di tempo per andarsene volontariamente. In caso contrario il soggetto potrà essere rimpatriato a tutti gli effetti. Il quarto caso, come successo proprio alcuni giorni orsono, allorché un impiegato di un’azienda di trasporti è stato arrestato con 11 kg di droga in casa. Quindi persona regolare con permesso di soggiorno ma che commette reati gravi. In tal caso parallelamente all’iter giudiziario gli viene revocato il permesso di soggiorno e concessi 14 giorni di tempo per andarsene dal territorio nazionale, una volta scontata la pena. Nel caso in cui non dovesse andarsene può essere portato al CPR o espulso direttamente con rimpatrio diretto
Diverso, infine, il caso dei richiedenti asilo. Nel caso in cui commettano reati vengono segnalati – oltre che all’Autorità Giudiziaria – anche alle competenti Commissioni Territoriali ai fini della revoca dello status di rifugiato. Sono dopo la revoca costoro potranno essere espulsi e rimpatriati.

CPR a Bolzano, cosa ne pensa?

Sarebbe un’ottima cosa perché ci consentirebbe di razionalizzare l’impiego delle nostre forze di polizia quando dobbiamo trasferire le persone. A volte dobbiamo portarli a Potenza, Bari, addirittura in Sardegna, con sforzi enormi dal punto di vista dell’impiego operativo degli agenti. Comunque viene fatto, però è chiaro che avere un CPR a Laives – o dove è stato indicato, vicino all’aeroporto – rende le cose più semplici e rapide.

E’ a Bolzano da pochi mesi. Come si trova in questa realtà?

In realtà io sono trentino e, a parte la mancata conoscenza della lingua tedesca, per il resto mi trovo come a casa, quindi benissimo.

Walter Donegà

Immagine di apertura: il Questore di Bolzano Paolo Sartori (foto Questura di Bolzano)

 

Ti potrebbe interessare