Bolzano: indice di criminalità in aumento. E’ l’"effetto Sartori"?
Sicurezza. “Il Sole 24ore” ha recentemente pubblicato la classifica delle province italiane in base all’indice di criminalità basato sul numero di reati denunciati nel 2024. Bolzano si posiziona al 46esimo posto (su 106) con 3.325,3 reati per 100.000 abitanti (17.936 in totale +1243 rispetto al 2023). Un peggioramento che costa all’Alto Adige otto posizioni in classifica. Per fare un paragone con i vicini, la provincia di Trento si colloca al 72esimo posto con circa 2000 denunce in meno di Bolzano nel 2024 (2910 reati per 100.000 abitanti).
Come si diceva, i dati del 2024 sono peggiori rispetto a quelli del 2023 (+1243 – +7,4%) e anche del 2022 (+1678). Spulciando la suddivisione dei reati si scopre come Bolzano si collochi molto in alto (al 12esimo posto) nei reati legati agli stupefacenti e al 25esimo rispetto allo spaccio. Preoccupante anche il numero di denunce per lesioni dolose (29esimo posto). (Si ricorda che nella classifica per indice di criminalità si va dalla peggiore, Milano, alla migliore, l’ultima, Oristano).
Sia chiaro, come precisato da “Il Sole 24 ore”, i dati del 2024 consolidano la crescita dei reati post-pandemia in tutt’Italia, a Bolzano, però, più che altrove.
A questo punto vale la pena ricordare qualche data.
Il 22 ottobre 2022 è entrato in carica il governo di coalizione (Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega) guidato da Giorgia Meloni.
Nel febbraio 2024 si è insediata la Giunta provinciale di cui fanno Svp, Freiheitlichen, Fratelli d’Italia e Forza Italia (dopo il passaggio di Christian Bianchi dalla Lega a Forza Italia).
A marzo 2024 Paolo Sartori è stato nominato questore di Bolzano (quindi responsabile dell’ordine pubblico in città). E’ rimasto in carica per 15 mesi.
Difficilmente si può osservare uno schieramento politico altrettanto attento al tema sicurezza. E’ vero, nel 2024 il centro sinistra governava il capoluogo altoatesino, ma l’ordine pubblico nelle città non è responsabilità del sindaco e comunque Caramaschi può essere criticato per molti motivi, ma non per la sua scarsa considerazione del tema.
Last but not least, era all’opera l’amatissimo questore Paolo Sartori, osannato da più parti per la sua “energica attività anti crimine”.
I risultati di questo schieramento di forze, li ha mostrati impietosamente “Il Sole 24 ore”. In Alto Adige la situazione sta peggiorando, soprattutto per una tendenza che era stata sottolineata dallo stesso Sartori al momento del suo trasferimento da Bolzano a Brescia: “Abbiamo riscontrato un incremento di reazioni violente. Negli ultimi quindici mesi, una quarantina di agenti sono rimasti feriti: soggetti sorpresi a commettere reati, anche banali come i furti nei supermercati, hanno reagito aggredendoli. Un’escalation di violenza preoccupante”.
Che questo abbia a che fare proprio con l’”energica attività” della Questura e delle altre forze dell’ordine negli ultimi 24 mesi?
Evitiamo di tornare sull’argomento su cui ci siamo espressi già numerose volte (cfr qui), ma i dati sulla sicurezza, al di là della percezione del tema, mostrano quanto confidare solo nell’inasprimento delle pene, nell’aumento della carcerazione e nei fogli di via non solo non serva a nulla, ma peggiora la situazione.
Lo dimostrano non solo i dati pubblicati dal Sole 24 ore, ma anche le recinzioni attorno al Teatro Comunale e al Duomo di Bolzano e la chiusura del Giardino dei Cappuccini. Seguire politiche repressive “all’americana” porta inevitabilmente alla situazione statunitense. Non sarebbe il caso di provare strade alternative, tra cui quelle delle politiche sociali e della “riduzione del danno” visti gli evidenti problemi con i reati legati agli stupefacenti?
Ecco, spesso si dice che la sinistra stia pagando elettoralmente la sottovalutazione del problema sicurezza. Probabilmente è vero, anche se amministra gran parte delle città metropolitane italiane, ma è evidente come non possegga il necessario coraggio per promuovere pubblicamente politiche sulla sicurezza che non siano esclusivamente repressive. Non lo fa solo per paura di perdere voti, ma anche perché ogni politica che non affronti “l’altro” come il male, che non veda lo straniero come la principale causa dei problemi del nostro paese, viene cavalcata dalla destra populista e combattuta con ogni mezzo.
Tocca quindi alla destra che governa l’Italia, l’Alto Adige e ora anche il Bolzano cercare di risolvere la questione con altri mezzi che non siano quelli repressivi.
Può sembrare una provocazione, ma non lo è. Perché la destra può farlo senza l’ostracismo dell’opposizione e perché ha tutto l’interesse a migliorare i dati sulla sicurezza che le politiche attuate fino ad ora, invece, peggiorano.
O qualcuno si vergogna ad affrontare il tema sicurezza senza fare la “faccia dura per fare più paura”? Nel caso, fa bene a vergognarsi.
Massimiliano Boschi