Bolzano: sbarcare il lunario nella città più cara d'Italia

Il 2022 è stato un anno da record per l’inflazione: era da più di trent’anni che il carovita non schizzava così alle stelle da un anno all’altro in questo modo. Secondo uno studio dell’Unione Nazionale Consumatori basato sull’inflazione media del 2022, Bolzano è in testa alle città che hanno registrato i maggiori rincari, con un’inflazione media pari a +9,7%. Seguono Trento con il +9,3% e Bologna con + 9%.

Secondo l’Istat, a trascinare l’inflazione sono stati certamente i prodotti energetici (soprattutto in seguito al conflitto tra Russia e Ucraina), ma anche i beni alimentari, con un aumento del 12,8% nell’ultimo anno. Nello specifico, nel corso del 2023 le famiglie altoatesine hanno speso 516 euro in più soltanto per comprare prodotti alimentari. Tra questi, i più cari sono sicuramente anche i più comuni, come pane e cereali (aumentati in media del 16,4%), riso  (+38%), farina (+22%) e pasta (+20%). Più cara anche la carne (in media +10,8%) e soprattutto la carne di pollo (+18,4%). Infine, anche il pesce ha seguito più o meno lo stesso trend, con aumenti medi del 10% (con quello surgelato che supera il 15%).

Trovare i supermercati più economici per risparmiare sulla spesa è un ottimo rimedio contro il carovita, come mostra un’indagine condotta da Altroconsumo tra il 7 marzo e il 1° aprile 2023 su 1.203 punti vendita sparsi su tutto il territorio nazionale. È stata considerata come “spesa tipo” quella costituita da un mix composto per la maggior parte da prodotti di marca, quelli più noti; poi da quelli a marchio commerciale (quelli con il logo della catena dove vengono acquistati) ma anche da quelli più economici. Considerando una spesa di questo tipo, la catena più conveniente è Famila Superstore, seguita da Auchan e, a pari convenienza, da Ipercoop, Conad Ipermercato, Iper e Bennet. La classifica mostra come i supermercati che hanno fatto registrare i prezzi più bassi nel corso della rilevazione sono a quota 111 sia a Trento che a Bolzano. Insomma, secondo Altroconsumo i prezzi in Alto Adige e in Trentino sono sostanzialmente equivalenti, grazie al gruppo Iperpoli.

Le soluzioni degli studenti universitari

Per gli studenti universitari fuori sede, l’elevato costo della vita a Bolzano non si concretizza soltanto attraverso affitti insostenibili (di cui abbiamo parlato qui), ma anche attraverso gli elevati prezzi dei prodotti alimentari. Se però per gli alloggi non c’è (ancora) soluzione, i “trucchetti” adottati per salvarsi nella giungla dei rincari al supermercato sono tantissimi.

Fare lo slalom fra i punti vendita, eliminare dal carrello determinati prodotti e utilizzare card e raccolte punti è soltanto l’inizio – spiega Alessandro, uno studente di economia al secondo anno – ormai esistono molte applicazioni che ti permettono di risparmiare e al contempo combattere lo spreco alimentare. Ad esempio, ce n’è una attraverso cui è possibile “prenotare” una cassetta di prodotti da forno, carne, frutta e verdura o snack alla metà del loro prezzo. Come è possibile? Semplice, si tratta di prodotti non freschi, esposti in vetrina o ai banchi del supermercato da più di uno o due giorni, e quindi considerati invendibili per gli standard dei punti vendita. Dal momento però che sono ancora buoni, vengono distribuiti in delle “box” che l’utente può acquistare tramite app e ritirare durante l’arco della giornata.”

In alternativa, sono molti gli studenti e le studentesse che optano per la mensa, servizio offerto sia a pranzo che a cena dall’università, dove un pasto “completo” – ovvero comprensivo di primo, secondo, contorno e dolce – costa €4,42 (prezzo pieno €10,19, contributo della Provincia €5,77). Per chi invece preferisse stare più leggero, ci sono anche i pasti “light” a €3,70 (prezzo pieno €8,15, contributo della Provincia €4,45) ed “extra light” a €2,98 (prezzo pieno €6,11, contributo della Provincia €3,13). “La mensa è un’ottima soluzione – continua Alessandro – spesso mangio lì carne e pesce mentre a casa soltanto pasta o riso, così da avere un’alimentazione equilibrata e al tempo stesso tagliare di molto i costi”.

La situazione si fa ancora più critica per chi segue una dieta vegana o vegetariana, e acquista prodotti plant-based. “Si tratta di prodotti che un certo costo lo hanno sempre avuto – spiega Giulia, una studentessa di arte al terzo anno – Per questo, per evitare il rischio di acquistarne in eccesso e poi di doverne gettarne una certa quantità, preferisco fare la spesa più spesso, ma acquistando meno. Inoltre, vado spesso al mercato in via Verdi, dove è possibile acquistare una busta di frutta e verdura mista a soli €5.”

Inoltre, tra gli studenti e le studentesse di UniBz non manca il cosiddetto “pacco da giù”, uno scatolone contenente alimenti e bevande di ogni genere che genitori e parenti del sud Italia spediscono ai figli fuori sede. “A me ne arriva uno ogni due mesi circa – spiega una studentessa campana a Bolzano – contenente principalmente olio, passata, salumi e formaggi. Spesso con i miei coinquilini ci scherziamo su, ma è un ottimo metodo per risparmiare e al contempo avere in casa prodotti di ottima qualità. Nella maggior parte dei casi infatti, i sughi li fa mia nonna e l’olio viene dal frantoio del mio paese.”

Tra tutti però, c’è un prodotto che è praticamente scomparso dalle tavole di tutti gli studenti e le studentesse fuori sede a Bolzano: il pane. In meno di un anno, infatti, quest’ultimo ha fatto registrare un incremento superiore al 30%. “Da quando vivo qui ho acquistato pane fresco soltanto un paio di volte – conclude Alessandro – mentre a casa ero abituato ad averlo sempre in casa. Adesso semplicemente ne faccio a meno, oppure prediligo quello in cassetta.”

Vittoria Battaiola

Immagine in apertura: foto di Pixabay

Ti potrebbe interessare