Roccia pericolosa sopra Laimburg, fatto brillare un blocco di 330 tonnellate

Un blocco di roccia del peso di ben 330 tonnellate che incombeva pericolosamente da un’altezza di 70 metri su una parte del Centro di sperimentazione Laimburg è stato fatto brillare. Un intervento estremamente complesso avvenuto lo scorso 22 luglio che ha comportato una serie di problemi e disagi anche nei giorni a seguire, compresa la necessità di evacuare 22 collaboratori della struttura, i quali nei giorni scorsi sono potuti però rientrare nei loro abituali posti di lavoro. Il via libera, al termine degli interventi di pulizia della parete e della messa in sicurezza di tutto l’areale tramite la posa di reti, è stato dato dalla task-force di protezione civile coordinata dall’Ufficio provinciale geologia e prove materiali e composta da geologi, ingegneri, rappresentanti di ditte specializzate, nonchè tecnici e amministratori del Centro Laimburg.

«Uno degli interventi più complicati di sempre»

«Si è trattato di uno degli interventi più complicati mai realizzati in Alto Adige – sottolinea il direttore dell’Ufficio geologia e prove materiali, Volkmar Mair – in quanto è difficilissimo calcolare con esattezza la frantumazione e la traiettoria di blocchi di dimensioni così grandi. Grazie ad un mix di coraggio, alta preparazione e sangue freddo siamo riusciti a portare a compimento l’operazione, dimostrando l’alto livello degli esperti che in Provincia di Bolzano operano in questo settore». I lavori, in ogni caso, non sono ancora del tutto completati, in quanto devono essere ancora eseguiti una serie di interventi di ancoraggio e perforazione in modo tale da garantire il rispetto delle norme di sicurezza in maniera duratura, e non solo temporanea.

«Ci sentiamo in mani sicure»

Soddisfatti per l’esito dell’operazione anche i lavoratori e i vertici del Centro di sperimentazione Laimburg: il direttore Michael Oberhuber ha infatti inviato una lettera di ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato all’intervento di brillamento della parete rocciosa. «Grazie al vostro impegno e alla vostra grande professionalità – ha scritto Oberhuber – ci sentiamo in mani sicure».

 

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