Blocco diesel, a rischio l'86% dei mezzi delle Pmi

L’86,8% dei mezzi in possesso delle micro e piccole imprese, artigiane e non, rischia di non poter più circolare entro il 2023 se, per abbattere le emissioni di biossido di azoto, venissero applicati i divieti di circolazione per i veicoli diesel senza alcuna deroga per quelli aziendali. È quanto emerge da un sondaggio condotto dal Centro Studi Cna-Shv tra gli iscritti all’associazione di categoria che rappresenta gli artigiani e le piccole imprese. Cna-Shv ha istituito al proprio interno un’apposita commissione per lo studio, l’analisi e l’elaborazione di proposte sulle misure individuate dagli Enti pubblici relative alla viabilità, all’abbattimento dell’inquinamento e alla consegna delle merci, dove si fa strada adesso l’ipotesi di un sistema centralizzato presso un unico deposito, proposto oltre 10 anni fa dalla stessa Cna-Shv, che però sembra superato dall’evoluzione tecnologica legata all’e-commerce e alla saturazione del traffico urbano che richiede semmai un sistema multizonale con più punti di consegna e recapito come di recente illustrato dalla stessa associazione.

Il nuovo Piano sull’inquinamento

Secondo il sondaggio, quasi 9 mezzi su 10 sarebbero inutilizzabili qualora le misure allo studio della provincia e dei comuni confermassero il blocco dei diesel Euro 2 ed Euro 3 da gennaio 2019, dei veicoli Euro 4 da gennaio 2021 e dei veicoli Euro 5 da gennaio 2023, senza inserire deroghe specifiche per i veicoli di lavoro delle imprese. Ipotesi, quella della deroga, che compare nel Piano sull’inquinamento del Comune di Bolzano, ma che è importante venga adottata da tutti i Comuni coinvolti nelle misure antinquinamento, a partire da quelli del circondario del capoluogo per passare poi a Merano e Bressanone. Dal sondaggio emerge che le aziende hanno in media 7 mezzi diesel ciascuna, ma naturalmente si va da ditte con un solo mezzo a imprese di autotrasporto con oltre 20 veicoli. Di questo parco mezzi delle Pmi, il 10,2% risulta Euro 2, il 24,5% Euro 3, il 21,8% Euro 4, il 30,3% Euro 5. Considerando le quattro categorie a rischio blocco, si arriva all’86,8%, ovvero quasi 9 mezzi su 10. Sono solo il 13,3% i veicoli diesel Euro 6 delle imprese, quindi al riparo da eventuali provvedimenti a tutela dell’ambiente.

Per nuovi veicoli servono nuovi incentivi pubblici

Tra le aziende intervistate, il 38,5% intende acquistare mezzi nuovi per sostituire quelli ormai vetusti, mentre il 61,5% (3 aziende su 5) non ha intenzione o non può permettersi di comprare nuovi veicoli. Tra coloro che non compreranno nuovi mezzi, infatti, il 56,2% dichiara di non avere liquidità sufficiente per investire e il 62,5% auspica che ci siano incentivi pubblici (in diversi casi la richiesta di incentivi si aggiunge alla mancanza di liquidità) per agevolare l’acquisto di veicoli sostitutivi. Il 12,5% delle imprese ritiene di essere al riparo da spiacevoli sorprese, come il blocco della circolazione, avendo acquistato da poco veicoli diesel Euro 6.

«Dai risultati del nostro sondaggio – commenta Claudio Corrarati, presidente regionale della Cna-Shv – emerge una chiara necessità di mettere in campo adeguate misure, collegando se necessario anche il sistema delle banche locali, affinché le nostre aziende possano essere agevolate per ogni investimento sui mezzi che consenta una modifica graduale del parco macchine. È necessario coinvolgere anche le cooperative di garanzia, che possono  essere fonte di supporto agli impegni aziendali. Se, come sembra, non è possibile erogare incentivi pubblici per l’acquisizione di autoveicoli, chiediamo alla Provincia di adoperarsi individuando tutte le soluzioni possibili che agevolino il cambio del parco mezzi senza incappare nello stop da parte della burocrazia europea e nazionale. Nel frattempo, le deroghe al blocco dei diesel per i veicoli delle imprese sono ben accette, ma siamo consapevoli che sono soluzioni tampone rispetto all’emergenza che scatterebbe già tra sei mesi con centinaia di aziende paralizzate. La tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini ha priorità anche per gli imprenditori, che sono essi stessi cittadini. Riteniamo quindi indispensabile accelerare la realizzazione di quelle infrastrutture tanto attese che possono consentire il minor utilizzo degli autoveicoli privati, questa sì misura stabile e duratura a tutela dell’ambiente e della salute pubblica».

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