«Black Monday» in Alto Adige, l'Unione spegne le luci nei negozi

Lunedì, 30 novembre, in Alto Adige, è il “Black Monday”. Con questa iniziativa, l’Unione commercio turismo servizi Alto Adige intende attirare l’attenzione della collettività sul significato del commercio nelle città, nei quartieri e nei paesi e mostrare cosa succederebbe se, nei negozi dell’Alto Adige, le luci si spegnessero per sempre. “Il ‘Black Monday’ serve alla sensibilizzazione e alla spiegazione, così da invitare a una positiva riflessione e, specialmente in questo periodo, a compiere i propri acquisti localmente”, spiega il presidente dell’Unione Philipp Moser. Un breve video trasmette, simbolicamente, un segnale forte e chiaro.

“Il commercio in Alto Adige rende possibile fare acquisti nei paesi e nelle città, crea posti di lavoro e contribuisce alla qualità della vita nei nostri centri vitali”, spiega il presidente dell’Unione. L’Alto Adige può inoltre contare su un commercio di vicinato ancora in gran parte intatto. “Anche nei Comuni più piccoli i consumatori sono in grado di reperire in loco i beni di prima necessità. In alcune località, inoltre, l’offerta è addirittura superiore”, aggiunge Moser.

 

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Questi centri vitali meritano una speciale attenzione perché, con la varietà della propria offerta commerciale, rappresentano un vero e proprio punto di attrazione, ribadisce l’Unione. Se però il commercio continuerà ad espandersi sempre più verso i giganti del commercio online l’assortimento e la varietà nei centri abitati ne uscirà sicuramente impoverita. “Insieme alle loro molte aziende piccole e familiari, i nostri paesi e città perdono la propria specificità e muoiono lentamente – coinvolgendo in questo processo anche molte aziende e posti di lavoro. Allo stesso tempo, i nostri vivaci centri urbani perdono anche la funzione di punto d’incontro per la popolazione locale. Questo non è un modello di futuro accettabile”, insiste Moser. “Chiaramente bisogna anche insistere per un riorientamento delle aziende in materia di digitalizzazione e nuovi canali di vendita. Dobbiamo sforzarci tutti di rafforzare e modernizzare l’offerta già esistente”, chiarisce Moser.

“Ora dobbiamo tutti assumerci la responsabilità: aziende, politica, tutta la società altoatesina. Nella nostra quotidianità dobbiamo tornare a pensare regionale. Siamo sulla buona strada, perché l’interesse dei consumatori per i prodotti e i servizi locali sta crescendo. La nostra economica, con la sua struttura capillare, vive soprattutto di regionalità e di prodotti e servizi locali. Bisogna allora incentivare questo circuito economico – altrimenti le luci nei nostri negozi e centri urbani si spegneranno per sempre”, si appella l’Unione.

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