Abbazia di Novacella e Appiano, l'Alto Adige vince il primo concorso per architetture alpine

Due progetti altoatesini, insieme ad altrettanti in provincia di Cuneo, hanno vinto la prima rassegna delle architetture alpine italiane. Erano stati selezionati fra i 246 progetti realizzati: la provincia di Bolzano è quella che ha visto più architetture iscritte, 84. Di queste 8 sono arrivate fra le 22 finaliste e 2 fra le vincitrici: il recupero della piazza dell’Abbazia di Novacella (Bolzano), a cura di Markus Scherer e il complesso residenziale di Appiano, dello studio Field 72.

La giuria ha selezionato una ventina di opere, mettendone in particolare evidenza 4: edifici turistici ma anche infrastrutture, luoghi pubblici (permanenti) e complessi residenziali (stagionali), stabilimenti produttivi oltre a recuperi di nuclei rurali abbandonati. Le opere scelte privilegiano la linearità alla complessità, il ragionamento al formalismo, la qualità costruttiva all’appariscenza. Certe opere sono assai piccole, ma altrettanto precise. Tutte cercano il dialogo costruttivo con lo straordinario paesaggio alpino (che riguarda sia la natura che la cultura), preferendo sempre il coraggio alla timidezza.

E a proposito dei 4 vincitori, si passa dai quasi 6.000 mq dell’intervento all’Abbazia di Novacella (BZ) ai 9 mq del capanno di Paesana (CN), a dimostrazione di una varietà di forme, generosità di offerte, moltitudine di funzioni e ricchezza di sfumature delle 246 opere presentate e condensate nei 22 ‘finalisti’ in mostra. Realizzazioni su piccola o grande scala, ma concepite con coraggio, riflessione, semplicità e qualità.

Ecco le motivazioni della giuria. «Le Alpi italiane presentano forti disomogeneità, il che corrisponde alla loro ricchezza: zone turistiche vicine a vallate produttive, grandi aree abbandonate nei pressi di tante piccole città, e infrastrutture trasportistiche, monumenti storici e parchi nazionali a diretto contatto tra di loro. In Italia, non esiste un’identità alpina abbastanza tipica da essere riassumibile in un’unica immagine, forma o materiale. La giuria del Premio “AAA – Architetti Arco Alpino” non poteva prescindere da questo dato di fatto oggettivo, risultante dalle peculiarità della geografia, dell’economia, della società e della storia recente del nord Italia. Le Alpi, per noi giurati, non possono essere considerate soltanto come un luogo idilliaco, naturalistico, privo di problemi e slegato dalla “civiltà di pianura” a pochi chilometri di distanza. Ogni architettura delle Alpi italiane si trova, nel bene e nel male, a dover riflettere sulla complessità di questa situazione dinamica, stratificata e contraddittoria. E’ anche difficile, la situazione architettonica delle Alpi italiane: spesso si preferisce parlare di quantità a scapito della qualità, e spesso la buona architettura contemporanea deve scontrarsi con un neo-vernacolare volgare e sciatto, ma per molti ancora rassicurante».

Ecco la provenienza dei progetti.

Schermata 2017-03-22 alle 16.31.42

Ti potrebbe interessare