«Soldati di sventura», tre altoatesini nell'inferno del Vietnam

“Non sopportavo l’idea che queste tre storie, che avevo raccontato sul mio giornale con la sintesi di un articolo, andassero perdute. Non volevo lasciarle andare. Questo non è un libro di storia, né un saggio sul colonialismo e neanche un romanzo. Io non sono uno scrittore, sono un giornalista. Avevo però la necessità di fissare ancora una volta sulla carta, come una fotografia indelebile, Beniamino, Rudi, Emil”. Sono queste alcune delle parole con cui Luca Fregona, caporedattore del quotidiano Alto Adige, apre la sua ultima fatica letteraria “Soldati di sventura” (Athesia), uscito sabato 21 novembre in tutte le edicole e librerie dell’Alto Adige.

Un libro che racchiude al suo interno le storie di tre ventenni altoatesini, Beniamino Leoni, Rudi Altadonna e Emil Stocker, partiti e catapultati dentro l’inferno della guerra in Vietnam tra le file della Legione Straniera. Tre storie di italiani che scappavano dalla miseria e dal proprio destino post Seconda Guerra Mondiale, e che hanno vissuto sulla loro pelle l’orrore della guerra d’Indocina combattuta dal 1946 al 1954 dai francesi contro l’Esercito Popolare di Liberazione di Ho Chi Minh per mantenere il dominio sulla colonia.

Luca Fregona con le copie del suo libro (Foto: Facebook)

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Vietnam, una sfida con la morte

Quando si nomina il Vietnam la mente viaggia automaticamente indietro nel tempo fino agli anni Sessanta, e alla famosa guerra combattuta dall’esercito americano. In pochi sanno però che prima di questo intervento c’è stata la Francia a combattere contro il Vietminh, lʼesercito di liberazione del Vietnam guidato dal generale Giap. E in Indocina, tra il 1946 e il 1954, di italiani, nella Legione Straniera, ce n’erano a valanga: dai 5.000 ai 7.000. E di questi più di mille sono morti in combattimento o nei campi di prigionia viet. Tra le file della Legione Straniera c’erano tanti i giovani che avevano cercato fortuna clandestinamente in Francia. “Una volta scoperti però – come spiega Fregona – venivano messi di fronte a un bivio: galera (e poi il rimpatrio forzato) o Legione”.

Ed era nel secondo caso che iniziava una roulette russa con la morte. In pochi sapevano cosa veramente gli avrebbe atteso. Un “biglietto per l’inferno”, come lo descrive l’autore staccato anche da tre giovanissimi altoatesini: Beniamino Leoni, che ha disertato e combattuto nel Vietminh contro i suoi ex compagni, Emil Stocker, sopravvissuto per caso al massacro insieme al suo straordinario reportage di 1036 foto che racconta i suoi quattro anni di Vietnam, e di Rudi Altadonna, ucciso e poi sepolto nella terra rossa di Dien Bien Phu. Per capire però cosa li ha spinti in questo viaggio bisogna conoscere però la loro vita precedente. Una vita che gli è pian piano scivolata di mano a causa dei drammi della seconda guerra mondiale e della solitudine che gli ha portati a credere di non avere più nessun futuro davanti. E finiti a combattere una guerra che non apparteneva a nessuno: ne all’Italia e nemmeno a loro. (al.g)

Foto di copertina/ Facebook: Soldati di Sventura

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