Alto Adige, crescita economica a +1%. Cresce la fiducia dei lavoratori

Tasso di crescita economica a +1,0%, clima di fiducia dei lavoratori migliore rispetto a 12 mesi fa, allungamento della vita lavorativa come importante sfida futura. Questi alcuni degli scenari che emergono dall’analisi dell’Ipl, Istituto promozione lavoratori. L’economia altoatesina, pur mostrando una certa forza “endogena”, è sempre più condizionata anche da fattori esterni (dramma profughi, riforma bancaria, decisioni prese a livello di UE e nazionale).  Le condizioni quadro su scala internazionale rimangano in larga parte favorevoli (tassi di interesse bassi, inflazione contenuta, euro debole). Tuttavia, i prezzi delle materie prime in calo compromettono la congiuntura dei Paesi emergenti, visti come potenziali mercati di sbocco per l’export europeo. Attualmente persiste un generale clima di incertezza causato da tensioni geopolitiche (attacchi terroristici, dramma dei profughi). Il processo di unificazione europea è da più parti messo in discussione (Brexit, Turchia, Grecia, referendum Ucraina). Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente rivisto al ribasso le stime di crescita. Ecco i tassi di crescita economica previsti per il 2016: Stati Uniti +2,4%, Eurozona +1,5%, Germania +1,5% e Italia +1,0%. In Italia gli indicatori di fiducia, pur rimanendo su buoni livelli, ad inizio 2016 si mostrano in frenata, sia sul lato imprese che su quello dei consumatori. Elevata la tensione contrattuale: il 60,5% dei lavoratori dipendenti in Italia è in attesa del rispettivo rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.

Più potere d’acquisto grazie al calo dei prezzi petroliferi e delle riduzioni fiscali

In Alto Adige gli indicatori di fiducia dei lavoratori dipendenti rimangono in larga parte stabili, con un leggero tocco di “positività”. La distensione sul mercato di lavoro in Alto Adige si riflette anche sui relativi indicatori di fiducia. Inoltre scende al 30% la percentuale dei lavoratori che afferma di arrivare a fine mese solo con difficoltà, perché i soldi non bastano. “Evidentemente prezzi di prodotti petroliferi in calo e riduzioni fiscali iniettano alle famiglie altoatesine un po’ di potere di acquisto”, commenta i dati il Direttore IPL Stefan Perini. “Di converso, anche in Alto Adige sul fronte dei salari ben poco si muove, nonostante gli spazi di manovra ci siano.” A detta dei lavoratori dipendenti altoatesini nei prossimi 12 mesi non si prospetta nessun miglioramento della situazione personale. Le previsioni sulle capacità di risparmio e sulla situazione finanziaria della propria famiglia rimangono tuttalpiù stabili.

Tasso di crescita previsto per l’economia altoatesina nel 2016: +1,0%

Anche nel 2016 il turismo dovrebbe dare un valido sostegno alla congiuntura altoatesina, beneficiando dalla modifica dei comportamenti di viaggio di molti che temono obiettivi e Paesi a “rischio terrorismo”. Il mercato del credito si mostra al momento particolarmente dinamico. Di converso, il commercio estero dovrebbe trovare qualche difficoltà nel superare l’elevato livello già raggiunto nel 2015. Per altri settori dell’economia altoatesina (commercio all’ingrosso, agricoltura, edilizia) molto dipenderà dall’entità della ripresa del mercato nazionale. Aiutata dalla decisione governativa di estendere l’eco-bonus per i risanamenti energetici di ulteriori tre anni, la ripresa del settore delle costruzioni dovrebbe consolidarsi. In linea con gli indicatori di fiducia rilevati dall’IPL, la situazione sul mercato del lavoro altoatesino si dovrebbe ulteriormente distendere.

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Quattro dipendenti su 10 non credono di riuscire a svolgere il loro attuale lavoro a 65 anni

Per descrivere il mercato del lavoro non si deve solo parlare di occupazione e disoccupazione, ma c’è un altro aspetto da considerare altrettanto importante, ovvero la qualità del lavoro. Il Barometro IPL ha preso spunto dall’Arbeitsklimaindex, un’indagine che viene condotta dalle Arbeiterkammern (Camere del lavoro) austriache. Gli aspetti del lavoro per cui i lavoratori altoatesini mostrano più soddisfazione sono la reputazione dell’azienda in cui lavorano e la loro posizione di lavoratore dipendente nella società: del primo aspetto il 66% esprime un alto livello di soddisfazione, del secondo il 55%. Meno soddisfatti sono, invece, della retribuzione attuale (41%) e delle opportunità di sviluppo e carriera (38%).

Una delle centrali questioni per il futuro è l’allungamento della vita lavorativa. L’età pensionabile si innalza. Un’elevata qualità del lavoro è fondamentale per riuscire a lavorare meglio e più a lungo. 4 lavoratori dipendenti su 10 ritengono molto o abbastanza improbabile riuscire a svolgere l’attuale lavoro anche a 65 anni. Tra i motivi principali indicano i troppi carichi fisici e mentali. Per venire incontro a questa problematica, nell’ultima Legge di Stabilità il governo ha proposto il part-time agevolato prima del pensionamento. “Ma è imparare a gestire una forza lavoro che invecchia, la vera sfida per il futuro”, afferma Irene Conte che all’interno dell’IPL cura l’indagine. “Secondo i lavoratori dipendenti le misure da attuare per riuscire a lavorare fino in età avanzata sono principalmente ridurre lo stress e migliorare il clima di lavoro con colleghi e superiori, indicati rispettivamente dall’81% e dal 75% dei rispondenti. La possibilità di ridurre l’orario di lavoro è gradita dal 51%”.

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«La flessibilità in uscita – spiega Toni Serafini, presidente Ipl – non significa che un lavoratore è obbligato ad andare in pensione prima, ma gli si dà la possibilità di scegliere in base alle sue condizioni lavorative ed ai suoi progetti di vita. Grazie a questo strumento aumentano le possibilità per i giovani di entrare nel mercato del lavoro, in un’ottica di vero turnover».

«Lo sviluppo demografico comporta una serie di sfide – sostiene l’assessore Martha Stocker –  prospettive e opportunità in tutti gli ambiti della vita. “L’invecchiamento della popolazione non va ad incidere solamente sull’assistenza sanitaria e in campo sociale, ma condiziona anche la vita lavorativa”, afferma l’Assessora alla Salute, Sport, Politiche sociali e Lavoro alla presentazione dei risultati del Barometro IPL. “Viviamo sempre più a lungo, il che ci permette di lavorare anche in età avanzata: proprio per questo la questione della qualità del lavoro diventa un aspetto decisivo. Il fatto che quattro lavoratori su dieci ritengano di non riuscire più a svolgere l’attuale lavoro a 65 anni, dimostra che bisogna intervenire al più presto: dobbiamo trovare già oggi delle possibili soluzioni a questa questione, per poter offrire domani ai lavoratori dipendenti delle prospettive.” A riguardo l’Assessora Stocker rimanda al workshop “Anziani e pimpanti piuttosto che finiti e distrutti” rivolto ai dirigenti del settore sociale del 27 aprile e al convegno del Dipartimento Salute, Sport, Politiche sociali e Lavoro previsto per l’autunno 2016 dedicato al tema “Il cambiamento demografico – sfide, prospettive, opportunità».

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