Alta Velocità, Bolzano come la Val di Susa? Se ne parla il 9 febbraio

«Un viaggio che non promettiamo breve». È questo il titolo del libro pubblicato da Wu Ming 1 che racconta 25 anni di lotte contro la Tav in Val di Susa. Ma è anche il proposito con cui Dada Rose, associazione culturale sudtirolese che promuove cultura critica e solidarietà contro ogni fascismo, razzismo, sessismo, organizza un momento di discussione e dibattito sulle opere pubbliche giovedì 9 febbraio, alle 20:30 nella sala polifunzionale di Piazza Nikoletti a Bolzano. Anche in Alto Adige è prevista infatti la costruzione di un’opera che ricorda quella alla quale da 25 anni si oppone la Val di Susa.

«In Italia molti comitati e gruppi di cittadini resistono a grandi opere dannose, inutili, imposte dall’alto – si legge sulla pagina Facebook dell’evento –. Tra questi, il movimento più grande, radicale e radicato è senz’altro quello No Tav in Val di Susa, all’estremo occidente del Paese, fra Torino e il confine con la Francia. Un movimento che da venticinque anni sperimenta forme nuove – e al tempo stesso antiche – di partecipazione, autogestione, condivisione».

L’esperienza di Wu Ming 1 in Val di Susa

Wu Ming 1 (che sarà presente alla serata a Bolzano insieme al blogger Flavio Pintarelli) ha cercato di capire perché questo movimento sia nato proprio in Val di Susa, ascoltando gli attivisti del movimento No Tav, facendo interviste, studiando fonti d’archivio e contemplando la valle dall’alto dei suoi monti. Così è nato “Un viaggio che non promettiamo breve”.  «Il libro – si legge ancora sulla pagina Facebook – alterna il racconto della lotta della Val di Susa con l’analisi dei meccanismi economici e politici di espropriazione e spartizione delle risorse collettive e delle strategie mediatiche e giudiziarie di produzione del consenso e di criminalizzazione del dissenso che sempre accompagnano l’imposizione di grandi opere inutili e devastanti».

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