Riserve d'acqua sulle Alpi, nasce l'applicazione per il monitoraggio

Il conto di un inverno secco e caldo come quello passato si paga nella bella stagione, quando chi ha bisogno di acqua per vari usi deve dividersi risorse sempre più scarse. Poter calcolare tempestivamente quanta riserva d’acqua si accumula nella neve sulle montagne aiuta a gestire meglio le risorse e a prevenire i conflitti. Un team composto da ricercatori e imprenditori di MobyGIS, Eurac Research, e Sinergise, finanziati dall’Agenzia spaziale europea, ha realizzato il primo servizio che monitora tutte le Alpi e fornisce mappe in real time ad alta risoluzione. Il prototipo si può testare gratuitamente per circa sei mesi prima della commercializzazione.

Il servizio web si chiama eo4Alps e si presenta con un’interfaccia intuitiva: larga parte dello schermo è occupata da mappe e ai margini si trovano le maschere dei comandi. Gli utenti possono selezionare l’area delle Alpi di loro interesse e scegliere i parametri preferiti: l’estensione della copertura nevosa, l’altezza della neve e il suo equivalente in acqua, cioè quanta acqua sarà a disposizione una volta fusa la neve. Considerato che in Europa la maggior parte delle precipitazioni invernali sopra i 1000 metri è sotto forma nevosa e si immette nel ciclo idrologico dopo il disgelo, calcolare questa riserva è fondamentale, specialmente ora che la crisi climatica assottiglia sempre più le risorse. “Sono già un centinaio le realtà che si sono interessate alla nostra applicazione. Sono gestori di centrali idroelettriche, agenzie regionali per l’ambiente, aziende private che forniscono previsioni meteo o sviluppano sensori e ovviamente centri di ricerca e monitoraggio ambientale”, annuncia Matteo Dall’Amico, CEO di MobyGIS, azienda trentina a capo del progetto.

Finora esistevano alcuni strumenti di monitoraggio, ma circoscritti a singole regioni o a bassa risoluzione; eo4Alps abbraccia tutto l’arco alpino e offre una risoluzione del dato uguale a 250 metri. “Abbiamo integrato i vantaggi dei modelli fisici con quelli del telerilevamento per poter fare stime più precise”, spiega Mattia Callegari, ricercatore dell’Istituto per l’osservazione della Terra di Eurac Research. “Abbiamo usato sia le immagini ottiche dei satelliti Sentinel-2 e 3 sia quelle radar di Sentinel-1. I colleghi esperti di informatica di Sinergise hanno poi confezionato l’infrastruttura per l’elaborazione dei dati e la piattaforma web”. Il prototipo, di recente presentato alla comunità scientifica, rimarrà accessibile gratuitamente per circa sei mesi. Al termine del progetto il servizio web verrà trasformato in prodotto commerciale. Il progetto rientra infatti in un programma di finanziamento dell’Agenzia spaziale europea che ha lo scopo specifico di promuovere una collaborazione attiva e orientata al mercato tra centri di ricerca e realtà imprenditoriali.

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