Acconciatori ed estetisti si appellano a Kompatscher: «Serve regolamento provinciale»

Tre mesi di stop sono «incomprensibile ed inaccettabile». Lvh-Apa e Cna, le due associazioni che riuniscono gli artigiani altoatesini si fanno portatori della protesta di acconciatori ed estetisti che si sono visti annunciare domenica sera dal premier Giuseppe Conte una riapertura solo dal primo giugno. «Nessun altro settore opera con lo stesso livello di igiene e sicurezza utilizzato, da sempre, nel nostro comparto – commentano Sigrid Terleth degli acconciatori Lvh e Karin Ploner per gli estetisti -. È fuori discussione che la salute e la necessità di evitare un’ulteriore diffusione del virus abbiano priorità assoluta. Proprio per questo ci siamo impegnati ad elaborare una serie di ulteriori proposte concrete, studiate per garantire un lavoro sicuro a contatto con i clienti. Ora invece riceviamo questo vero e proprio schiaffo al volto».

In base ad una previsione effettuata da Confartigianato, la chiusura nei mesi di marzo, aprile e maggio determinerà una perdita complessiva da 1,1 miliardi di euro nei due comparti. Gli effetti della decisione presa dal Governo si evidenzieranno poi sull’occupazione: a causa dei mancati guadagni, sono oltre 49.000 gli occupati che rischiano il proprio posto di lavoro.

L’auspicio per gli artigiani del settore non può che essere un intervento da parte della Giunta Provinciale: «La nostra unica speranza è rappresentata da un regolamento a livello locale da parte del Presidente della Provincia – hanno proseguito la Terleth e la Ploner -. Un ulteriore mese senza entrate rischia seriamente di rappresentare la fine per numerose realtà di piccole dimensioni».

Anche la CNA regionale chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività: «Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie.  La disperazione – spiega Claudio Corrarati, presidente di Cna – si sta trasformando in rivolta. Chiediamo al Governo di lanciare un messaggio immediato rassicurando le imprese sulla definizione di una prossima, e certa, riapertura».

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