Aborto: la legge 194 e gli obiettori. Intervista a Loredana Costanza del servizio interruzioni gravidanza

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Bolzano. “Attualmente siamo sei non obiettori su 18 ginecologi e ginecologhe dell’ospedale di Bolzano…il numero è relativamente alto, è vero, ma confermo che il diritto all’aborto viene rispettato e garantito, anche grazie alla convenzione con un ginecologo esterno”. Ci risponde così Loredana Costanza, ginecologa responsabile del servizio interruzione gravidanza del primo e secondo trimestre all’ospedale di Bolzano. Contattiamo Costanza per ampliare il quadro sull’applicazione della 194 in Alto Adige, in particolare guardando all’ultima Relazione annuale del Ministero della Salute. Paragonando i dati della Provincia di Bolzano con altre regioni italiane emergono infatti alcune problematicità, ad esempio sulla diffusione dell’Ivg farmacologico, ma soprattutto sulla capillarità del servizio sul territorio, che attualmente è offerto solo negli ospedali di Merano e Bolzano. Stesso discorso per la consulenza sull’Ivg e sui temi della contraccezione e della sessualità,  offerti solo da tre consultori: il Lilith di Merano e L’Arca e l’Aied a Bolzano (su questi temi abbiamo parlato anche con Silvia Camin, presidente del Consultorio AIED, qui l’intervista).

Iniziamo però l’intervista con la dottoressa Costanza partendo dal tema più noto e discusso ovvero l’alto numero di medici obiettori di coscienza in Alto Adige. È una questione ideologica in un territorio notoriamente tradizionalista? “Non direi, è anche un discorso di comodo per alcune persone  -un’incombenza in meno da assolvere- e di sensibilità sul tema. Bisognerebbe fare un lavoro di informazione e cultura sulle nuove generazioni di medici fin dalla specializzazione e far comprendere l’importanza della questione, del fatto che si sta aiutando la donna a far rispettare il suo diritto. Per me è sempre stato un tema fondamentale. al di là delle convinzioni personali, sono situazioni che non puoi giudicare finché non le vivi, conosco obiettori che hanno cambiato idea quando ci si sono trovati. E poi c’è ancora molta ignoranza sulla 194” ci risponde Costanza.
Ad esempio?  “si pensa che il certificato di richiesta per l’Ivg possa farlo solo un medico non obiettore e invece può farlo qualsiasi ginecologo obiettore, ma anche il proprio medico di base o un medico qualsiasi. E c’è anche una certa confusione riguardo al personale, su cosa voglia dire essere obiettori, ad esempio per chi porta la donna in sala o che semplicemente assiste all’Ivg: essere obiettori non vuol dire questo” sottolinea la dottoressa.

Anche Costanza non ha dubbi sugli aspetti da migliorare riguardo al tema in Alto Adige: “quello che manca tanto e potrebbe migliorare è la consulenza contraccettiva. È vero che il medico quando accoglie la donna per il colloquio sull’Ivg parla anche della contraccezione, ma questo è un tipo di consulenza che richiede un tempo spesso non compatibile con quello ospedaliero… e poi una donna si sente più a suo agio in una struttura consultoriale fuori dall’ospedale – i ginecologi consultoriali sono dedicati a questo” dice Costanza.

E qui arriviamo alla nuova legge sui consultori, recentemente molto discussa (ne abbiamo parlato qui). Il tema sembra essere sempre quello: lo sviluppo sul territorio in maniera capillare e non centralizzata di un’offerta che non si limiti all’aspetto materno nella vita della donna, ma offra, come scritto sopra, una consulenza a 360gradi anche sulla sessualità e la contraccezione. In particolare, secondo le osservazioni mosse da diverse parti, quelli che la relazione ministeriale definisce “consultori” in Alto Adige sarebbero semplici ambulatori materno-infantili. Cambierà qualcosa con la nuova legge i fondi del PNRR? “Si, il consultorio ha un concetto diverso -che è stabilito già dalla 194, legge modernissima da questo punto di vista- e il programma in Alto Adige è ora di estendere veramente questo servizio, che parte da un’idea di consulenza gratuita ed è allargato anche alla contraccezione, aspetto fondamentale soprattutto per le giovani donne” risponde Costanza, e continua “i Ionsultori che si sta pianificando di aprire in Alto Adige avranno una figura di ginecologo che darà informazioni pre e post Ivg. In prospettiva, questo permetterebbe un allargamento della possibilità dell’Ivg farmacologico, che si può applicare a livello ambulatoriale, come avviene nel Lazio, ad esempio”. Ricordiamo infatti che, secondo la Relazione ministeriale, la Provincia di Bolzano risulta, insieme al Molise, come una delle regioni (province) con le più alte percentuali di isterosuzione (58%) .
Inoltre, in autunno dovrebbero essere poi ampliate le strutture in cui è possibile praticare l’Ivg: dopo l’estate è infatti prevista l’attivazione del servizio di Ivg farmacologica anche negli ospedali di Bressanone e Brunico.

Al di là di questo, il lavoro da fare sul fronte dell’informazione è ancora molto:“Il sito dell’associazione LAIGA – associazione italiana per applicazione legge 194 è l’unico in Italia dedicato sia agli operatori che alle pazienti, e spiega come è il percorso per l’Ivg farmacologica, chirurgica e quella del secondo trimestre e su come si può fare ad avere accesso all’Ivg – anche per le donne straniere. Ricordo che il diritto all’aborto è garantito a livello internazionale” dice Costanza. Sul sito si trova anche una cartina in cui è possibile conoscere i centri Ivg sia all’estero che in Italia, regione per regione. “Ad esempio se qualcuno preferisce per motivi di privacy andare in Trentino sa dove rivolgersi” prosegue. Un ulteriore capitolo è quello delle donne straniere: in Alto Adige un terzo delle 547 interruzioni volontarie di gravidanza praticate in Alto Adige nel 2023 riguardava loro. “Noi in ospedale abbiamo tradotto i materiali in diverse lingue, in inglese, francese, spagnolo, albanese e arabo per garantire l’accesso più allargato possibile all’informazione, ma segnalo uno strumento molto prezioso messo a disposizione sul sito dell’Istituto superiore di Sanità con informazioni su Ivg, contraccezione, servizi sanitari e diritti e in diverse lingue” conclude Costanza.

Caterina Longo

Questo articolo è la seconda parte di un confronto sulla situazione dell’applicazione dell’Ivg in Alto Alto, la prima parte la trovate qui.

Immagine in apertura: foto di fernando zhiminaicela da Pixabay

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