Sicurezza sul lavoro, scontro fra Confartigianato e sindacati

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Leggi sulla sicurezza prive di buonsenso che fanno passare «gli imprenditori per criminali»: continua la battaglia di Confartigianato Bolzano, che ha confrontato la normativa italiana con quelle tedesca e austriaca, puntando il dito anche contro i sindacati. «I problemi sono all’ordine del giorno quando si parla di sicurezza sul lavoro. Non certo perché una protezione del lavoro nelle imprese viene ritenuta di scarsa importanza, anzi. Le difficoltà derivano dagli ostacoli che si materializzano di continuo, impedendo materialmente delle semplificazioni nell’ambito in oggetto». Questo l’amaro commento del presidente di lvh.apa Gert Lanz, risentito a causa del recente rifiuto espresso dai sindacati locali in riferimento all’opportunità di semplificare in futuro i controlli, affidandosi viceversa al principio “consigli anziché sanzioni”.

Un’occasione palesatasi attraverso la nuova legge provinciale 71/2016, la cosiddetta legge omnibus su salute, sociale, lavoro e pari opportunità elaborata di concerto con l’assessore Martha Stocker: “Le nostre ditte non sono guidate da criminali, tutto il contrario – ha proseguito Lanz -. Noi imprenditori abbiamo una mentalità consapevole della sicurezza, sappiamo di essere i responsabili e cerchiamo sempre di garantirla. Proprio per questo ci impegniamo ogni giorno al massimo per rispettare le severe disposizioni nazionali esistenti in materia. Senza dimenticare il timore per le possibili conseguenze derivanti da un’eventuale responsabilità penale.” Nell’ambito di una tesi di laurea, quella realizzata nel 2014 da Stefan Premstaller in collaborazione con lvh.apa, è stato evidenziato quanto nel settore in oggetto la legge italiana sia nettamente più restrittiva rispetto a quella vigente in Austria o in Germania.

Se nei due Paesi di madrelingua tedesca si preferisce consigliare e non punire, in Italia ogni violazione di legge corrisponde immediatamente ad un illecito: “La protezione e la sicurezza dei collaboratori sono prioritarie nelle nostre aziende – ha concluso Lanz -. Quando si parla di Alto Adige, la percentuale delle piccole imprese supera il 95% ed in moltissimi casi ci troviamo di fronte a realtà in cui datori di lavoro e lavoratori sono amici privatamente o addirittura imparentati. Anche per questa ragione la sicurezza sul posto di lavoro viene ritenuta cruciale. Perché allora sprecare l’opportunità di svolgere dei controlli di consulenza in anticipo, individuando eventuali errori o mancanze e garantendo un determinato tempo per sistemare la situazione? Ad approfittarne sarebbero tanto i datori di lavoro quanto i lavoratori e finalmente si potrebbe contare su una legge caratterizzata da buonsenso e praticità.”

I sindacati: la sicurezza del lavoratore va tutelata

Ecco invece la nota della Cisl in merito. «Domani il Consiglio Provinciale sarà chiamato ad approvare la legge omnibus definita “sociale”. All’interno dell’articolato, attraverso il quale si modificano 24 leggi provinciali, si prevede di intervenire sul servizio ispettivo. Come noto, oltre ad un organico di gran lunga insufficiente rispetto alle esigenze di un territorio nel quale avvengono circa 17.000 infortuni all’anno, le associazioni economiche hanno chiesto da tempo un allentamento dei controlli. In questa situazione il legislatore dovrebbe intervenire per migliorare la tutela del lavoro. Il testo che verrà esaminato domani dai consiglieri provinciali prevede che l’attività ispettiva non debba esse di intralcio a quella economica delle imprese. Si tratta di un’accezione negativa che abbiamo chiesto, durante tutto l’iter legislativo di eliminare. Per ora senza successo, ma ci appelliamo a tutti i consiglieri per ottenere lo stralcio di questa dizione che svilirebbe l’operato degli ispettori. In aggiunta abbiamo chiesto che i proventi delle sanzioni siano reinvestiti in prevenzione in base alle direttive del “Comitato Provinciale per la prevenzione degli infortuni”. Si tratta mediamente di 800.000 euro all’anno che dal 2008, anno di entrata in vigore di questo obbligo previsto dal testo unico nazionale, la Provincia mette a bilancio per altre attività. In relazione a queste proposte, dopo aver avuto alcuni incontri parzialmente inefficaci con l’assessore Stocker e i suoi uffici, abbiamo scritto a tutti e 35 consiglieri per evidenziare le nostre proposte. Ci aspettiamo che domani in aula si trovi una soluzione per ottenere un testo di legge che permetta ispezioni efficaci laddove si verificano il maggior numero di infortuni e il finanziamento dell’attività di prevenzione attraverso i proventi delle sanzioni».

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