Bolzano: lunga vita alla Ruga. Cinquant’anni al servizio degli anziani

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Bolzano. Oltre centomila persone, praticamente come tuta Bolzano: tanti sono gli anziani e le anziane che La Ruga ha accolto in cinquant’anni di attività. Anche le ottocento conferenze e gli ottanta soggiorni marini organizzati non scherzano come cifre, eppure quello che impressiona di più è l’entusiasmo e l’energia che sprizza dai volti dei soci e delle socie della Ruga, a dispetto del nome scelto (su cui torneremo).
L’associazione di volontariato, che ha sede nel quartiere Oltrisarco a Bolzano, ha festeggiato lo scorso 15 novembre il compleanno speciale dei 50 anni in una gremitissima Sala Rosenbach. “Il quartiere e le persone sono cambiate molto in questi anni, ma alla Ruga una cosa non è mai cambiata: il piacere di stare insieme, di condividere tempo e spazi, di divertirsi, accogliere e ascoltare, donando gesti di cura quotidiana. Questa è la nostra energia più preziosa, la forza del noi, quella che vorremmo portare verso il futuro” ha detto Maria Grazia Zanetti, instancabile presidente e co-fondatrice della Ruga (della storia della Ruga abbiamo parlato qui).

E quella forza del noi, quel senso di comunità e di apertura all’altro in una relazione fisica, reale, in una società “disincarnata” che invece si muove all’esatto opposto ci appare rivoluzionaria: “Viviamo in un momento in cui l’insicurezza, le fragilità, i rischi per il domani sembrano motivare un ritiro nel personale, nel proprio mondo su cui abbiamo o crediamo di avere pieno controllo. Bene, questo è il momento di testimoniare che si deve ricostruire, se ce n’è bisogno, il patto sociale comunitario. Perché, se nessuno esiste da solo solo le relazioni ci possono salvare” dice Maria Grazia Zanetti. La presidente rievoca uno spirito ormai tristemente fuori moda, che certo affonda in un certo clima degli anni Settanta – gli anni dei diritti conquistati e rivendicati -Statuto dei lavoratori, divorzio, aborto, come giustamente ricordato durante la festa da Luisa Gnecchi.
Uno spirito che oggi è perso, ma che per fortuna ha radici salde in chi l’ha vissuto, come le donne della Ruga, oggi anziane. Vecchie. Ma che significa essere vecchi? “Il nome del Club La Ruga lascia spesso perplesse le persone. La vecchiaia non piace: oggi si è ossessionati dal voler essere – o sembrare- giovani a tutti i costi, e invece vogliamo combattere certi luoghi comuni. La vecchiaia è per noi è un tempo prezioso, da vivere fino in fondo, finalmente liberi e libere dalla fretta e di godere di piaceri appena assaggiati prima” spiega ancora Zanetti, che per i 50 ha voluto un rinnovamento totale del logo e del sito dell’associazione, quello che in gergo si chiama “rebranding”. La nuova veste è stata presentata dall’art director e graphic designer Davide Falzone durante la festa, e si è subito capito che anche su questo la Ruga è in controtendenza: in un tempo di lifting e labbra a canotto, il nuovo logo rivendica e celebra le rughe, con una linea fluida che racconta esperienze, emozioni e cammini.

I volontari e le volontarie premiate durante la festa: Silvia Giuliani, Quirino Longo, Silvia Morini, Carlo Mantoan, Pia Zanetti con Maria Grazia Zanetti e Patrizia

C’è poi il nuovo sito che è nato da un lungo processo di partecipazione con il direttivo della Ruga, attraverso cui i soci e le socie che si sono messe pazientemente in gioco guidati dall’esperta di comunicazione Ketty Parente. Il sito offre una panoramica delle attività dell’associazione – da quelle quotidiane nella sede di via Claudia Augusta, che è aperta tutta la settimana, con carte, giochi, letture dei giornali e caffè, a quelle speciali: feste (molte), pranzi e cene (moltissime) , canti, balli, ginnastica da seduti, acquagym e molto ancora. E poi d’estate ci sono i campi di bocce e i balli di gruppo al Parco Mignone, con l’incontenibile maestro Giancarlo Schiavon (che durante la festa per i 50 anni ha dato un assaggio di quanto succede, travolgendo il pubblico in libere coreografie al suono di Rolling in the deep di Adele). Tornando al sito, una sezione più “nostalgica” ripercorre invece la storia, gli aneddoti e i volti che hanno dato vita alla Ruga in questi anni. Ma il nuovo sito web è soprattutto un modo di aprirsi ulteriormente al mondo: servono volontari e volontarie, anche solo per qualche ora – magari per un piccolo laboratorio creativo, per qualche lezione di informatica o di lingua.

I balli di gruppo al Parco Mignone. Foto Fabio Falzone courtesy La Ruga

Il problema è noto: le persone sono sempre più anziane e sempre più sole. A una società che invecchia -se nel 1971 la popolazione oltre i 75 anni di età in Alto Adige era del 2,8% del totale, nel 2021 gli over 75 erano il 10,6%- si aggiunge l’innalzamento dell’età pensionabile: “Una volta avevamo più volontari perché si arrivava prima alla pensione, con più energie, mentre ora si arriva tardi, le persone sono esaurite… e poi la maggior parte delle nostre volontarie sono donne, che hanno anche del lavoro di cura da fare a casa, ricordiamoci che questa è una società che chiede molto alle donne” dice Patrizia, una volontaria della Ruga.
La parte più emozionante della festa per i 50 anni è stata però la proiezione del nuovo video documentario di Fabio Falzone che racconta la Ruga attraverso le voci dei tanti soci e socie che la frequentano. C’è tanto coraggio in questi uomini e in queste donne nel mostrarsi semplicemente come sono, nel parlare senza giri di parole di fragilità e del piacere di stare insieme. Ma soprattutto c’è tanta vita nelle risate e nelle battute, quel prendersi in giro che solo chi è legato da affetto sincero può fare – che è poi una forma ostinata di resistenza. Tanti auguri Ruga!

Caterina Longo

Immagine in apertura: il gioco delle bocce al Parco Mignone, foto Fabio Falzone, courtesy La Ruga

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