La Nuova Libreria Cappelli compie due anni, ma la storia è iniziata molto prima. C’era la guerra…

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Cultura. Era l’8 giugno 2023 quando, grazie alla costanza e alla dissennatezza di Marcello Landi da Cava dei Tirreni, veniva inaugurata la Nuova Libreria Cappelli in Corso Libertà. “Nuova” per distinguerla dalla vecchia che aveva chiuso pochi mesi prima e che sorgeva a pochi passi  di distanza, in piazza Vittoria.
Se di questi tempi aprire una libreria può essere considerato un gesto dissennato, o almeno poco lungimirante, come andrebbe valutata la decisione di Lucinio Cappelli di inaugurarne una il 14 ottobre 1939, quaranta giorni dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale?  È vero, anche oggi in Europa si respira un’aria poco piacevole, ma, fortunatamente, i contesti “inaugurali” mostrano più differenze che similitudini. Scrittrici, scrittori e lettrici e lettori sono stati i protagonisti dell’inaugurazione della Nuova Libreria Cappelli nel 2023, mentre nel 1939…

Questa il resoconto dell’inaugurazione tratto da “La Provincia di Bolzano” del 15 ottobre 1939: “Una nuova grande libreria, veramente degna della nuova Bolzano, è stata aperta ieri nella zona monumentale. Si deve alla casa editrice Licinio cappelli di Bologna, la concretizzazione dell’iniziativa che Sua Eminenza il prefetto aveva caldeggiato anche presso il Ministero della cultura popolare. Ora l’iniziativa che ha avuto l’alta approvazione del Duce è stata tradotta in atto con la con larghezza di vedute e Bolzano può vantare una fra le più moderne librerie e fra le meglio dotate. All’ingresso della libreria che ha trovato una moderna e razionale sistemazione nel palazzo dell’Istituto di previdenza sociale in piazzale della Vittoria, prestava servizio un manipolo di Balilla moschettieri che ha reso gli onori alle autorità.  Il federale prima di lasciare l’emporio librario ha inneggiato al successo dell’iniziativa e ordinato il saluto al Duce. Cui i presenti hanno risposto con un entusiastico A noi!”.
Enfasi e retorica che oggi suscitano istintivi scoppi di ilarità, ma che erano anche il triste presagio di quanto sarebbe avvenuto otto mesi dopo con l’entrata in guerra dell’Italia.
Per contestualizzare il tutto, però, vale la pena ripercorrere brevemente la storia della casa editrice Cappelli di Bologna. Nata come tipografia a metà Ottocento a Rocca San Casciano in Romagna, la Cappelli si trasformò in casa editrice nel 1914 a Bologna. Anche in quel caso, mancavano pochi mesi all’entrata in guerra dell’Italia, circostanza che non bloccò le attività della casa editrice che, oltre alla sede storica di Bologna, aprì nuove librerie in diverse Napoli, Roma e Trieste, dove, nel 1923, pubblicò  la prima edizione de “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo,
Come ricordato dalla stessa casa editrice, a partire dagli anni Venti la crescita fu favorita anche dai buoni rapporti con il regime fascista. Mussolini – nato a Predappio – era conterraneo della famiglia Cappelli e qualcuno narra che avesse persino lavorato nella tipografia come correttore di bozze. Detto dell’apertura della libreria a Bolzano, nel secondo dopoguerra, l’editrice Cappelli continuò a mantenersi un editore generalista, ma con un interesse particolare per il teatro, il cinema, frutto del forte interesse di Carlo Alberto, figlio di Licinio. Carlo Alberto fu infatti un importante impresario teatrale, direttore del Teatro Comunale di Bologna e dell’Arena di Verona e questo semplificò la pubblicazione di volumi sull’argomento. In particolare, si fecero apprezzare: la collana “Documenti di teatro” diretta da Giorgio Guazzotti e Paolo Grassi e, nel 1959, la pubblicazione di “I Teatri Stabili in Italia (1898-1918)” dell’allora 34enne Andrea Camilleri.

Per quel che riguarda il cinema, non si possono dimenticare le pubblicazioni realizzate in collaborazione con Renzo Renzi. Incarcerato in quanto autore del soggetto del film “L’armata s’agapò”, Renzi, amico di Federico Fellini, per cui curerà i volumi usciti presso la Cappelli, nel 1956 diede vita alla collana – riprodotta e tradotta in molti Paesi – “Dal soggetto al film”, che raccoglieva documenti preparatori, soggetti e/o sceneggiature.
Purtroppo, alla fine degli anni Sessanta, la casa editrice entrò in una crisi che, nel 1977, spinse la famiglia Cappelli a cedere l’attività alla famiglia Milano. Come si legge ancora oggi sul sito della casa editrice: “Con il passaggio del secolo, una rilevante quota di minoranza della proprietà venne ceduta alla Scuola di Brescia, che dieci anni dopo rilevò l’intera società e la liquidò. Poi anche la sede bolognese viene chiusa e il marchio Cappelli entrò a far parte del gruppo bresciano, che nel luglio 2016 lo cedette, consentendo il suo ritorno a Bologna, dove continuò l’attività esclusivamente nella pubblicazione di testi scolastici”.

Come accennato, nonostante le vicissitudini della casa editrice, la libreria Cappelli di Bolzano rimase aperta  nella sua storica sede fino al 2022.  Infine, a pochi mesi dalla chiusura, nel giugno dell’anno seguente, Marcello Landi ha deciso di portare avanti il nome (e i vecchi arredi) della libreria Cappelli per continuarne la storia in una Bolzano decisamente diversa da quella del 1939.
In ulteriore segno di continuità, dal 2 all’8 giugno 2025, la festa si terrà sia nell’edificio che ospitava la vecchia libreria in piazza Vittoria, che nella nuova sede di Corso Libertà.
Per l’occasione, ci sia concesso di attualizzare uno vecchio slogan: “Hasta la libertad siempre, libros o muerte!”.

il programma completo

Massimiliano Boschi

Immagine di apertura: credits  Francesco Giuliano

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