5G: Dobbiaco dice no all'aumento dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche. E non è il solo


“Ricevo chiamate anche dalla Toscana e dal Veneto, si è instaurata una dinamica per cui siamo diventati i precursori tra i Comuni italiani contrari all’aumento del limite per i campi elettromagnetici … in realtà non abbiamo fatto altro che accogliere la proposta che ci era arrivata dal Consorzio dei Comuni”. Martin Rienzner, sindaco di Dobbiaco, è un po’ sorpreso dall’attenzione che il suo comune sta ricevendo in questi giorni. Tutto è nato dopo che, il 17 aprile scorso, il Consiglio comunale ha votato contro l’innalzamento della soglia dei valori limite per i campi elettromagnetici stabilito dalla legge nazionale dello scorso dicembre 214/2023, art 10. “La cosa straordinaria è, casomai, che tutti i 16 consiglieri abbiano votato contro all’unanimità, senza bisogno di grosse discussioni, considerato che in Consiglio abbiamo anche rappresentanti dell’economia” continua Rienzner. Il caso di Dobbiaco non è isolato: secondo quanto comunicatoci dal Consorzio dei Comuni, sarebbero circa ottanta su 116 i comuni sudtirolesi ad essersi espressi contro l’aumento del limite.

Le nuove norme che consentono l’innalzamento dei limiti sulle emissioni elettromagnetiche delle antenne dei cellulari dai 6/V/m a 15/V/m (volt al metro) sono entrate in vigore il 29 aprile scorso. Il cambiamento aiuterebbe gli operatori a migliorare copertura e velocità delle reti e, come sottolinea il Ministero delle Imprese e del Made in Italy nella sua nota stampa “potrà favorire lo sviluppo della 5G economy italiana con reti altamente performanti in grado di rafforzare in maniera consistente la competitività del sistema Paese”. La soglia di 6V/m, stabilita in Italia dal 2003, è una delle più restrittive a livello Europeo. Le raccomandazioni europee (1999/519/CE), che si rifanno alle linee guida dell’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection, in breve ICNIRP,  considerano infatti sicuro un livello di emissione molto più elevato, ovvero fino a 61 V/m. Anche se gli Stati membri possono definire livelli di protezione più cautelativi rispetto a quelli indicati, in realtà non tutti lo hanno fatto. Guardando a paesi vicini all’Alto Adige, la Germania ha fissato il limite entro il 61/V/m, mentre in Austria la soglia va oltre .

Martin Rienzner, sindaco di Dobbiaco. Foto Comune di Dobbiaco

“Bisogna trattare con attenzione questi temi, non esistono ricerche scientifiche sicure ed è presto per avere dati certi sugli effetti a lungo termine. È vero, abbiamo bisogno di reti migliori e dobbiamo seguire il trend della digitalizzazione, ma nei nostri paesi la fibra funziona benissimo e non abbiamo bisogno di appesantire la cittadinanza ulteriormente” continua il sindaco di Dobbiaco Rienzler, precisando che “crediamo sia possibile connettere le zone che non vengono raggiunte dalla fibra anche rispettando i limiti più bassi”. Il Consiglio Comunale di Dobbiaco non ha quindi avuto dubbi e nella delibera relativa, che ha fatto presto il giro tra web e social, si è detto fermamente contrario all’aumento dei limiti attuali, sottolineando che “nessuna ragione – sia essa tecnica, tecnologica, economica, o anche il semplice obiettivo di allinearsi a limiti più elevati già in vigore in altri Paesi dell’Unione Europea – può giustificare un rischio per la salute della popolazione e, più in generale, un rischio per la biodiversità complessiva dell’ecosistema (flora e fauna)”. La delibera fa inoltre appello alla tutela della salute pubblica “un aumento dei valori – in assenza di prove medico-scientifiche comprovate e documentate che ne dimostrino l’assoluta ed evidente innocuità senza eccezioni – potrebbe portare a effetti biologici dannosi ingiustificati e inaccettabili, indipendentemente dal fatto che le conseguenze siano solo lievi o, come nel caso del cancro, di natura molto grave”.

Come scritto, Dobbiaco non è il solo Comune a pensarla così in Alto Adige. Benedikt Galler, direttore del Consorzio dei Comuni della Provincia di Bolzano, ce lo ha confermato: “diversi comuni ci hanno contattato e abbiamo deciso di prendere posizione contro questa misura invitandoli ad esprimersi ufficialmente entro il mese di aprile. Le delibere raccolte verranno inviate all’ANCI in questi giorni”. Anche se, in base alla legge, il governo non è obbligato a trovare un’intesa. “Per informazione” conclude Galler “in Austria e Germania i limiti sono molto più alti rispetto ai nostri. In fin dei conti, tutti vogliono avere uno smartphone veloce e il resto interessa poco”.

Caterina Longo

Immagine in apertura: foto di RP M su Unsplash

 

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