1,8 milioni di euro per sette nuovi progetti di ricerca su cambiamento climatico, sostenibilità e dialetti

Alto Adige. Quest’anno,  grazie alle partnership di ricerca della Provincia con diversi fondi di ricerca europei, potranno essere avviati sette nuovi progetti internazionali di ricerca, i Joint Projects, con un budget complessivo di circa 1,8 milioni di euro per il triennio 2023-25. Tre di questi progetti si basano su un partenariato in Svizzera, due in Austria e uno ciascuno con partner in Austria, Germania e Lussemburgo. In Alto Adige, uno dei sette progetti vede la partecipazione di Eurac Research, gli altri sei quella della Libera Università di Bolzano, uno dei quali si basa su una collaborazione con Eurac.
I tre progetti che iniziano quest’anno, nell’ambito della convenzione con il Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (SNF), sono tre progetti di ricerca in scienze naturali con un budget di quasi 750.000 euro per i partner altoatesini.
Quasi 300.000 euro sono destinati al progetto di ricerca Caleidoscope (Calibrare l’impatto della siccità sulla foresta montana basato sull’osservazione della Terra, monitorando la fissazione e la traspirazione del carbonio: dalle risposte dei singoli alberi all’estrapolazione su scala regionale), nell’ambito del quale Claudia Notarnicola dell’Istituto Eurac per l’osservazione della terra affronterà gli effetti della siccità sulle foreste dell’arco alpino, monitorando la fissazione e la traspirazione del carbonio sulla base dell’osservazione del Pianeta, in collaborazione con l’Istituto per la ricerca sulla neve e le valanghe (SLF) di Davos. I risultati dovrebbero essere utili per la gestione dei boschi altoatesini.
Altroclima (Alpine bedload transport trends under rapid climate change) è il progetto di Francesco Comiti dell’Università di Bolzano, in cui, in collaborazione con l’Università di Losanna, verrà quantificato, con l’aiuto dei delle società idroelettriche come i cambiamenti climatici abbiano influenzato il trasporto di carico di fondo nelle Alpi. La gestione dei fiumi e dei torrenti dovrebbe beneficiare dei risultati dello studio, per il quale sono disponibili 280.000 euro.
Il budget per il progetto di ricerca Gupagras (Global pastures – ethnographic explorations of Alpine grassland connections), sotto la direzione scientifica di Elisabeth Tauber della Libera Università di Bolzano, ammonta invece a quasi 200.000 euro. I prati seminaturali della Svizzera e dell’Italia nord-orientale sono esaminati come fonte di cibo per il pascolo delle pecore, prendendo anche in considerazione gli aspetti dell’industria internazionale dei mangimi e del mercato animale che influenzano la sopravvivenza delle specie su queste praterie. Sullo sfondo della perdita di biodiversità, questo studio antropologico vuole identificare i fattori più importanti che favoriscono la sopravvivenza delle aree erbose e dei pascoli nelle Alpi. I partner del progetto sono HES-SO Valais Wallis e l’Università di Losanna in Svizzera.

Uno dei due progetti, finanziato in partnership con il Fondo austriaco per la ricerca scientifica (FWF), è BioViSo (Le reti ecologiche della biodiversità del suolo per monitorare i vigneti e promuovere agroecosistemi più sostenibili), per il quale sono stati stanziati 300.000 euro. I fattori abiotici e biotici e le specie chiave devono essere identificati al fine di influenzare positivamente la diversità biologica del suolo e di conseguenza la produzione di uva. BioViSo è coordinato da Luigimaria Borruso della Libera Università di Bolzano, Paul Illmer dell’Università di Innsbruck e nel progetto è coinvolta anche Eurac Research.
Il progetto TracEve (Tracing the evergreen broad-leaved species and their spread) si occupa della progressiva diffusione delle latifoglie sempreverdi a seguito dei cambiamenti climatici. Sotto la direzione di Stefan Zerbe di Unibz, un consorzio di progetto dell’Austria e dell’Alto Adige, insieme all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) e all’Università di Innsbruck, studierà l’estensione spazio-temporale e le cause di questo fenomeno con un budget di 200.000 euro.
DID (New Perspectives on Diphthong Dynamic) è un progetto di ricerca che prevede, sotto la responsabilità scientifica del linguista Alessandro Vietti dell’Università di Bolzano e in collaborazione con la LMU di Monaco, la creazione di una prima banca dati sui suoni dei dialetti tirolesi. Verrà documentata la variante altoatesina del tirolese, per la quale non esistono finora descrizioni sonore basate su metodi e strumenti di fonetica acustica. Il progetto è finanziato dalla Fondazione tedesca per la ricerca (DFG), con un contributo provinciale di 210.000 euro.
Infine, insieme al Fondo Nazionale di Ricerca del Lussemburgo (FNR), la Provincia, con quasi 290.000 euro, finanzia il progetto V-SAFE (Vitrimer-based Sustainable Flexible Electronics). Sotto la guida di Niko Münzenrieder dell’Università di Bolzano e in collaborazione con il Luxembourg Institute of Science and Technology, in considerazione della rapida diffusione dei dispositivi elettronici, si stanno cercando tecnologie ecologiche e sostenibili per integrare dispositivi a film sottile con substrati polimerici innovativi, i cosiddetti vitrimers. L’obiettivo è produrre dispositivi elettronici riparabili e riciclabili per ridurre i rifiuti elettronici.

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