TechnoAlpin, da Bolzano alla Siberia (per fare impianti di innevamento)

«Vendere ghiaccioli agli eschimesi» è un modo di dire, vendere impianti di innevamento in Siberia è, invece, un fatto. Compiuto più volte, e in diversi luoghi, dalla TechnoAlpin di Bolzano che vi ha realizzato cinque impianti: due nei dintorni di Krasnojarsk e tre nella regione di Kemerovo. Anton Cechov considerava Krasnojarsk la città più bella della Siberia, ma questo non cancella i problemini climatici. Perché in questa ridente località la temperatura media di una giornata invernale si aggira attorno ai -13, (-15 a gennaio) con picchi registrati di -52 (meno cinquantadue!) sempre a gennaio, e -41 a febbraio. A maggio, per dire va già molto meglio, la temperatura più bassa registrata è solo -11 e la media è di 10 gradi sopra lo zero. Sempre stando ai dati meteo, a Krasnojarsk nel mese di gennaio nevica 24 giorni su 31, a dicembre 25, a febbraio 21 su 28.

Bene, proprio in questi territori così privi di neve, TechnoAlpin ha realizzato, nel comprensorio „Bobroviy Log“: “un impianto con otto generatori (mobili) a ventola e 70 lance, Impianto di pompaggio con 4 pompe ad alta pressione da 315 kW ciascuna ed un compressore d’aria. Fornitura e posa in superficie di tubi in acciaio”. E’ stato terminato nel 2012, mentre presso la scuola sportiva “Nikolaevskaya Sopka“ si è limitato a “tre generatori (manuali), una torre di raffreddamento (riducendo la temperatura d’acqua in alimentazione, si risparmia energia), una stazione di pompaggio containerizzata con due pompe ad alata pressione da 90 kW ciascuna,  fornitura di ca. 750 m di tubi in ghisa”. Altri tre impianti sono stati realizzati nella regione di Kemerovo, 260 km a est di Novosibirsk, (temperatura media di gennaio -17, media della temperatura minima -21, minimo registrato -47.9) . Per TechnoAlpin, quindi, è ormai “routine”, ce lo conferma Josef Dusini “Head of Contract Management” dell’azienda bolzanina: “Dall’esterno può sembrare una sfida improba, ma non è così. Gli impianti che abbiamo costruito sono in prossimità delle grandi città e sono di piccole dimensioni, non bisogna pensare al Plan de Corones”.

TechnoAlpin, come superare le difficoltà del freddo siberiano

Non resta che fidarsi, anche se comprendere i motivi che spingono i siberiani a chiedere altra neve quando ne viene già tanta dal cielo resta complicato. Senza contare l’idea non solo di sciare, ma proprio di uscire di casa quando il freezer di casa è più caldo dell’esterno (un congelatore tre stelle si ferma a meno 18). “A dire il vero – prosegue Dusini -, la motivazione che li ha spinti a costruire impianti non è così lontana dalla nostra, vogliono allungare o anticipare la stagione sciistica. E’ vero fa freddo, ma le precipitazioni non sono così abbondanti e, a volte, la neve non è sufficiente”.

Non resta che fidarsi dell’esperto che, comunque, non nega alcune difficoltà tecniche: “Occorre realizzare gli impianti in tempi di esecuzione piuttosto limitati perché a certe temperature non si può lavorare all’esterno. Le tubazioni vengono posate ad una profondità tale che l’acqua non geli e in alcuni casi occorre utilizzare delle scaldiglie quando i tubi escono da terra. Anche le sale macchine devono rispettare certi requisiti per gestire temperature così basse. Ma davvero non è così complicato, sono lavori simili a quelli che facciamo già in alta montagna”. In effetti, ci sono perplessità più forti, Krasnojarsk ha circa un milione di abitanti e, come si legge su wikipedia “In città, negli ultimi anni il numero di tadjiki, uzbechi e altri dall’Asia Centrale è cresciuto intensamente a causa della numerosa, spesso illegale, immigrazione in cerca di lavoro”. Qualcuno emigra persino a Krasnojarsk, i costruttori di muri dovrebbero recarsi da quelle parte per una gita di istruzione.

Massimiliano Boschi

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