Dopo Sappada liberi tutti? Ipotesi Cortina per l'Alto Adige

Cortina, Colle Santa Lucia, Livinallongo. Il risiko dei confini si gioca su termini che ricordano il passato: Tirolo storico, impero asburgico. Sarà che il centenario della grande guerra è ancora in corso (nell’ultimo mese ricorrevano gli echi della battaglia di Caporetto, ora Kobarid), ma quanto successo a Sappada – passata dopo un iter di otto anni dal Veneto al Friuli Venezia Giulia – riapre la grande questione dei Comuni in fuga. Un po’ come i cervelli che vanno all’estero, ci sono delle municipalità di confine del Veneto che spingono per andarsene. Ragioni culturali e, non si può negare, economiche: l’autonomia funziona.

Ma a fissare i paletti all’esodo, come riporta un articolo di Marco Bonet sul Corriere del Veneto, sono proprio i due presidenti di provincia di Trento e Bolzano: Ugo Rossi e Arno Kompatscher. Il primo pronto ad accogliere, nel caso, solo Pedemonte, che «apparteneva all’antico impero asburgico». Mentre il presidente della Provincia Autonoma di Bolzano ne fa una questione linguistica e si dice pronto «ragionare solo sui Comuni ladini di Cortina d’Ampezzo, Colle Santa Lucia e Livinallongo».

Rimane da capire cosa succederà dopo il passaggio di Sappada. Un colpo da fine legislatura, una votazione trasversale che ha lasciato più di qualche perplessità. Perché le spinte centrifughe di comuni veneti sono molte, a partire dal referendum del 2005 a Lamon, la patria del fagiolo. Conosciuto in tutta Italia ma non apprezzato dai vicini trentini, a quanto pare. Certo che nel trio di Bolzano c’è anche la «regina delle Dolomiti», Cortina d’Ampezzo. Magari un po’ decadente, ma con i mondiali di sci alpino del 2021 già aggiudicati. Visto il coinvolgimento della Regione Veneto, di uscite se ne parlerà dopo.

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