Vola l'export, ultimo trimestre a doppia cifra: +10,2%

Nel quarto trimestre 2017 il valore dell’export della provincia di Bolzano si attesta sulla cifra di 1.269,0 milioni di euro e fa registrare un notevole aumento tendenziale (+10,2%) rispetto all’importo totalizzato nello stesso periodo dell’anno precedente (1.151,6 milioni di euro). Tale valore rappresenta un nuovo record per l’economia altoatesina. La dinamica congiunturale (cioè la variazione rispetto al 3° trimestre 2017), influenzata dalla stagionalità dei flussi di esportazione, evidenzia anch’essa una consi- stente crescita, pari al 9,9%. Il risultato delle esportazioni del quarto trimestre va a sommarsi agli incrementi tendenziali fatti segnare nei tre precedenti; l’anno 2017 si chiude con una crescita dell’8,0% rispetto all’anno precedente. In valore assoluto nel 2017 l’export altoatesino è ammontato a 4.791,4 milioni di euro.

Export, Europa significa Germania

Le destinazioni europee prevalenti sono Germania (33,9%), Austria (11,2%), Svizzera (5,5%), Francia (4,6%) e Spagna (3,3%). Al di fuori dell’Europa, Asia ed America assorbono rispettivamente una quota pari al 9,5% ed al 6,0% dell’export. Circa tre quarti delle merci destinate al continente americano sono dirette verso gli Stati Uniti che, con il 4,3% dell’export totale, rappresentano il quinto mercato di sbocco in assoluto per le merci altoatesine. Le esportazioni verso i paesi dell’Unione Europea rappresentano il 72,9% del totale e risultano aumentate del 9,5% rispetto al 2016. Il valore della Germania, mercato più significativo per l’export altoatesino, sale del 7,8%; l’Austria, secondo mercato più importante, registra un incremento più netto (+8,9%). Allargando l’analisi agli altri tra i dieci maggiori mercati di sbocco, l’aumento più consistente è quello della Svezia (+40,0%), seguito da Polonia (+33,8%), Paesi Bassi (+24,5%) e Belgio (+23,2%); l’unico calo è quello regi- strato dalla Spagna (-1,4%). In termini assoluti, gli au- menti più consistenti sono quelli fatti segnare da Germania (+117,6 milioni di euro), Austria (+43,9 milioni di euro) e Svezia (+35,3 milioni di euro), mentre la flessione maggiore è quella della Spagna (-2,3 milioni di euro).

Usa e Russia in crescita

Nei paesi extra UE si evidenzia un aumento del 4,3%. Nei Paesi non europei l’aumento delle merci dirette verso America (+5,5%) ed Asia (+0,4%) non compensa il decremento del flusso verso l’Africa (-27,5%). Aumentano invece in maniera evidente le esportazioni verso i Paesi europei non UE, nell’ambito dei quali si registra un leggero aumento verso la Svizzera (+1,5%), a fronte di un valore quasi raddoppiato del flusso di merci dirette in Russia (+87,8%). Anche nell’anno 2017 sono i Prodotti alimentari, be- vande e tabacco (18,3%) ad incidere maggiormente nei flussi verso l’estero; seguono i Macchinari ed ap- parecchi n.c.a. (18,1%), i Prodotti dell’agricoltura, del- la silvicoltura e della pesca (13,7%), i Mezzi di tra- sporto (12,8%) ed i Metalli di base e prodotti in metal- lo, esclusi macchine e impianti (12,7%).

Export, i cinque maggiori settori

I cinque maggiori settori evidenziano tutti un aumento. A primeggiare è il comparto dei mezzi di trasporto (+25,6%), seguono macchinari e apparecchi n.c.a. (+18,2%), Metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+7,5%), Prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,1%), e Prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+3,8%). Tra i principali settori, ulteriori consistenti incrementi hanno interessato apparecchi elettrici (+15,9%) e prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+12,4%). Evidenti sono invece le flessioni per computer, apparecchi elettronici e ottici (-16,8%), prodotti delle altre attività manifatturiere (-10,1%), sostanze e prodotti chimici (-9,7%) e legno e prodotti in legno; carta e stampa (-7,4%).

Assoimprenditori

«E’ un risultato che dimostra la forza innovativa delle nostre aziende. Senza investire continuamente sulla qualità dei prodotti non è possibile avere successo a livello internazionale», sottolinea il presidente di Assoimprenditori Federico Giudiceandrea. Che aggiunge: «Un’economia aperta e competitiva crea posti di lavoro e benessere. Per questo dobbiamo abbattere muri e barriere, non costruirne di nuovi. Allo stesso modo è decisivo consentire alle imprese di competere alle stesse condizioni dei loro concorrenti. Invece di limitare la competitività delle nostre aziende con vincoli sempre più stringenti dovremmo permettere loro di esprimere al meglio il loro potenziale: i dati dimostrano che la ricaduta in termini di investimenti e nuovi posti di lavoro sul territorio è immediata».

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