Cna: «Energia, le Pmi pagano il 35% in più della media europea»

«La Cna è nettamente contraria a caricare su cittadini, famiglie, artigiani e piccole e medie imprese il costo degli oneri generali di sistema del mercato elettrico evasi da soggetti morosi. Anche perché oggi il costo finale dell’energia pagato dalle piccole e medie imprese, come rivela l’analisi del Centro Studi Cna, ha raggiunto un livello intollerabile, superiore di circa 35 punti rispetto alla media europea». Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della Cna del Trentino Alto Adige. «Il disallineamento rispetto all’Europa – prosegue Corrarati – è causato proprio dallo sproporzionato peso degli oneri generali che gravano sulle bollette delle piccole e medie imprese del 36%. È un gap competitivo fortissimo che penalizza le possibilità di sviluppo della manifattura, costituito in larga parte da Pmi. È opportuno un intervento delle Province autonome di Bolzano e Trento sia a livello nazionale, per pressare il governo nazionale, sia a livello locale per agevolare le imprese locali con tariffe scontate offerte dalle aziende energetiche partecipate dagli enti pubblici, Alperia e Dolomiti energia, che sfruttano le risorse idroelettriche del territorio per produrre energia».

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Pmi, la proposta della Cna

La proposta della Cna regionale: «È necessario prevedere una riforma del sistema degli oneri generali che ne sposti la fonte di finanziamento al di fuori della bolletta, agganciandola, anche parzialmente, alla fiscalità generale. Nel frattempo, una strada che può essere sicuramente imboccata è quella di puntare al modello del Canone Rai per la riscossione degli oneri generali di sistema. Una opzione che, in attesa di una soluzione più strutturale al problema, rappresenterebbe una modalità per ridurre l’impatto della socializzazione a pioggia». Come rivela l’analisi del Centro Studi Cna, le imprese di dimensione piccola o piccolissima continuano ad essere le più tartassate nel panorama europeo. Pesano sia l’alto prezzo finale dell’energia che il prelievo fiscale. «Il prezzo della bolletta elettrica pagato dalle imprese italiane – rileva lo studio – continua ad essere tra i più alti in Europa, sebbene tra il 2016 e il 2017 esso sia diminuito in maniera significativa. Il divario tra l’Italia e la media europea rimane infatti ancora ampio, con differenziali che vanno dal +11,8% per le imprese di grandi dimensioni (classe di consumo 70.000-150.000 MWh annui) al +44,2% per le imprese che operano nella fascia di consumo immediatamente più bassa (classe di consumo compresa tra i 20.000-70.000 MWh). Le imprese italiane sono svantaggiate rispetto a quelle europee non solo per l’alto prezzo finale ma, più in generale, per una bolletta mal strutturata. Oltre a dover sostenere un costo della componente “energia” molto elevato, le imprese italiane sopportano un prelievo fiscale che è tra i più alti d’Europa». Per il Centro Studi Cna «nel sistema produttivo nazionale, le micro e piccole imprese sono sicuramente le più penalizzate: oltre a pagare un prezzo decisamente maggiore rispetto alle imprese europee aventi la stessa dimensione, sono fortemente svantaggiate anche rispetto alle imprese più strutturate e con maggiori consumi».

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