Venezia: come si chiude la città più aperta del mondo? Intervista a Gianni Montieri

La rubrica “Orizzonti” parte da Venezia, casualmente proprio nel giorno in cui la Giunta della città lagunare approva il biglietto d’ingresso per i turisti. La nostra scelta, però, non è dettata dall’attualità, ma dall’idea che nessun’altro luogo poteva illustrare al meglio lo spirito che animerà questo spazio. Città di mare e di ponti, all’apparenza lontanissima dall’Alto Adige, Venezia si trova ad affrontare gli stessi problemi di questa provincia “confinata”: crisi climatica e overtourism in primis. Temi che sono, o dovrebbero essere, al centro del dibattito in tutte le principali città italiane ed europee, argomenti con cui Venezia si confronta da decenni e sui cui ha finito per costruire la propria identità.
A raccontarci “La Serenissima” è il poeta e scrittore Gianni Montieri. Nato a Giugliano, città della provincia di Napoli con oltre 120.000 abitanti (ventimila più di Bolzano), da cinque anni risiede a Venezia dopo averla amata e frequentata per lungo tempo. Come noto, le città non sono di chi le visita, ma nemmeno di chi ci è nato. Sono di chi le abita e Montieri “abita” Venezia come pochi altri. Insieme ad Anna Toscano ha scritto “111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire” (Emons 2023) e il ritratto della città recentemente realizzato per “Rivista Studio” è una dichiarazione di amore e, forse, anche di resa: “Venezia è fatta di attraversamenti, di persone che ci abitano, bambini che giocano, gente che va a fare la spesa, che trascina i carretti sui ponti, che si ferma a fare due chiacchiere, che maledice l’umidità e benedice quella luce improvvisa che piomba su una riva”.

Gianni Montieri in vaporetto (foto Anna Toscano)

Montieri, partiamo dalle maledizioni? La “caccia” al posto in vaporetto è una di queste?

E’ una domanda legittima. Il veneziano residente se può non lo prende e in alcuni periodi dell’anno – Carnevale, Biennale, mesi estivi – non lo prende perché non può, al completo causa turisti. Generalmente, i veneziani preferiscono farsi una mezz’ora a piedi, sempre che si tratti di residenti con buone gambe e privi di pesanti borse della spesa o altri carichi.

Senza dimenticare i ponti…

Esatto, gli anziani che non possono salire sul vaporetto non vanno più al mercato e si limitano al negozio sotto casa e finiscono per perdere il piacere di uscire. Sui ponti sul Canal Grande, invece, è l’inferno. Io abito vicino al Ponte dell’Accademia che attraverso più volte al giorno e spesso sono costretto a esibirmi in dribbling alla Kvaratskhelia. Io capisco i turisti folgorati dalla vista sulla Punta della Salute, comprendo l’incanto, ma sostare sul Ponte dell’Accademia per fare foto è come fermarsi in mezzo alle strisce pedonali nelle altre città.

In generale, sembra passare l’idea che Venezia sia solo una città per turisti, quindi un incrocio tra un museo e un parco a tema. La decisione di far pagare un biglietto di ingresso sembra essere la presa di coscienza di un dato di fatto. 

L’idea di Venezia come città-museo, purtroppo è già passata. I turisti sembrano non comprendere che esistono anche i residenti, ma ammetto che è difficile notarli se non li si cercano. L’unico segnale rimasto sono le lenzuola stese, ma stanno sparendo anche quelle. Il numero dei posti letto in locazione ha appena superato quello dei residenti, servirebbe una sensibilità diversa da parte di chi amministra questa città, invece, non esiste una politica abitativa, mancano i medici di base e gli uffici in cui sbrigare le pratiche burocratiche, i centri prelievi che rischiano di diventare alberghi e senza un’energica mobilitazione avrebbero chiuso anche gli ospedali. L’attenzione di chi amministra è tutta concentrata sui bilanci.

Il “parcheggio” dei monopattini davanti a una scuola elementare di Venezia
(foto Venti3)

Venezia da città di mercanti a città di bottegai?

Purtroppo sì e le problematiche citate in precedenza hanno avviato un circolo vizioso. Chi è stanco di questa situazione lascia la città e se è un proprietario di case, affitta il proprio appartamento ai turisti o lo vende o ne passa la gestione ad agenzie immobiliari. E le locazioni turistiche aumentano mentre quelle residenziali calano. Lasciando Venezia si cambia radicalmente la prospettiva.

Però tu resisti… 

Perché vivere a Venezia è un privilegio che ti fa accettare molte difficoltà, ma devi rispettare il luogo in cui vivi. La sua bellezza non può essere solo una risorsa economica da sfruttare.

Cambiare rotta non sembra semplice

Servono pazienza e idee creative. Nell’articolo per “Rivista Studio” ho scritto che occorre incentivare le persone a popolare questa città; se abbiamo imparato una cosa dalla pandemia è che molti possono lavorare da casa o da una biblioteca, Allora facciamoli venire a lavorare qui, a vivere qui. Ma occorre pensare anche a dare una casa a chi lavora nei bar, nei ristoranti o negli ospedali fino a notte inoltrata. Persone che, con grandi difficoltà, devono tornare a Marghera o Mestre per dormire. Come si può pensare che si risolva tutto con un biglietto di ingresso?

Venezia (foto Venti3)

Ma si può chiudere Venezia, la città “aperta” per eccellenza?

L’idea di Venezia città aperta non è cancellata, ma dimenticata. Io, per esempio, la percepisco ancora così. Le persone che abitano qui vengono da altre città e dall’estero. Francesi, iraniani, inglesi, canadesi sono rimasti qui dopo esserci passati per studio o per lavoro o perché se ne sono innamorati. Ora è più difficile, studenti e lavoratori sono spesso costretti a dormire a Mestre o in altre città del Veneto. Era la città dell’incontro, delle culture mescolate, ora non so se la città potrà tornare a essere come prima. L’anima di Venezia, però, è ancora quella e lo sarà sempre.

Massimiliano Boschi

 

Gianni Montieri è nato a Giugliano, provincia di Napoli nel 1971 e adesso vive a Venezia. Ha pubblicato 4 libri di poesia: “Ampi margini”, (Liberaria, marzo 2022) “Le Cose imperfette” (Liberaria, 2019) “Avremo cura” (Zona, 2014) e “Futuro semplice” (2010) a giugno 2023 è uscito “Il Napoli e la terza stagione” (66thand2nd) Ad aprile 2023 è uscito “111 luoghi di Venezia che devi proprio conoscere” scritto con Anna Toscano. A ottobre 2021 è uscito Andrés Iniesta, come una danza (66thand2nd). Suoi testi sono rintracciabili nei numeri sulla morte (VIXI) e sull’acqua (H2O) della rivista monografica Argo e sui principali siti letterari italiani e nel numero 19 della rivista Versodove. Nel 2021 è uscito “Voci azzurre” un racconto/reportage su tifo e città nel numero su Napoli di The Passenger (iperborea). Nel 2022 è uscito il testo “Come restiamo nel luogo” che accompagna la nuova edizione di Contro Venezia di Debray, pubblicata da Wetlands. Collabora con, tra le altre, Il Manifesto, Esquire, minima&moralia, Rivista Undici, Il Napolista, UltimoUomo e Doppiozero. 

 

Pba (Piccola Bibliografia Arbitraria) su Venezia

Tiziano Scarpa, Venezia è un pesce, Feltrinelli
Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, Adelphi
Carlo Fruttero e Franco Lucentini, L’amante senza fissa dimora, Mondadori
Anna Toscano, Gianni Montieri, 111 luoghi di Venezia che devi proprio scoprire, Emons
Il podcast di Radio Rai “Le meraviglie” dedicato a Venezia

Immagine di apertura: Venezia (foto Venti3)

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