Un mese tra gli alluvionati dell'Emilia Romagna. Il racconto dei Vigili del Fuoco di Bolzano

Maggio 2023 è stato un mese complicato per l’Emilia-Romagna. Le piogge da record hanno causato l’esondazione dei fiumi, allagamenti, danni e lo sfollamento di circa 37 mila persone. A dare una mano alle popolazioni colpite sono stati anche i Vigili del Fuoco di Bolzano che, attraverso la voce di Fabian Faustini – ispettore antincendio presso il Corpo Permanente – ci hanno raccontato, la loro esperienza.
“Siamo stati chiamati il 17 maggio, in supporto alla Protezione Civile, in Emilia-Romagna e il primo comune dove siamo stati impegnati è stato quello di Castrocaro Terme e Terra del Sole, in provincia di Forlì, lì abbiamo lavorato i primi due giorni. Poi, una parte della squadra è andata nelle città di Cesena e Forlì per circa una settimana, gli ultimi giorni, invece, abbiamo lavorato in alcune località del comune di Ravenna utilizzando anche le nostre squadre di pompaggio. Le squadre di movimento terra hanno lavorato principalmente nella provincia di Forlì per liberare delle strade che erano state bloccate dalle frane, soprattutto la strada statale che da Forlì porta a Firenze”.

Come nasce l’intervento in Emilia-Romagna?
Viene fatta richiesta da parte della Protezione Civile Nazionale o dai Vigili del Fuoco, non solo qua da noi ma anche in altre regioni d’Italia e ogni regione o provincia mette a disposizione un certo numero di macchinari, persone e automezzi in base anche alle richieste che vengono fatte dalle zone colpite.

Com’era la situazione al vostro arrivo?
I primi giorni anche il tempo era pessimo, stava ancora piovendo ma abbiamo visto la gente molto impegnata. Lavoravano tutti per liberare le strade e le cantine dall’acqua. C’era tanta voglia di ripartire.

E quando siete rientrati?
Siamo tornati quando la situazione è migliorata, le ditte avevano in parte già ripreso le loro attività e le famiglie potevano tornare a lavorare. Nonostante i miglioramenti c’era però ancora molto da fare perché comunque la zona colpita era abbastanza ampia.

Nello specifico di cosa hanno ancora bisogno?
Hanno ancora il problema del fango trasportato dai fiumi che si è depositato lungo le strade e anche all’interno delle campagne. Bisogna riuscire a togliere questo fango e portarlo via.

L’emergenza è terminata?
Noi ormai siamo rientrati anche con gli ultimi mezzi di movimento terra che hanno lavorato fino all’ultimo nel comune di Tredozio per liberare alcune strade. Parlando con i sindaci dei comuni in cui abbiamo lavorato e col comando dei Vigili del Fuoco, possiamo dire di aver terminato il nostro lavoro, anche perché giù ora riescono a cavarsela con gli uomini a loro disposizione.

Come avete trovato la popolazione romagnola?
Avevano un ottimo spirito di squadra. I vicini di casa che si aiutavano a vicenda e soprattutto nei fine settimana arrivavano famiglie da altre zone non alluvionate per dare una mano a parenti, amici, ma anche a persone che non conoscevano. Volevano mettersi a disposizione e aiutare. Abbiamo trovato persone molto ospitale e grate del nostro aiuto.

Per i pasti come eravate organizzati? Eravate ospiti nelle abitazioni?
Nelle case no. ma c’era per esempio l’Associazione Cacciatori che ha fatto una pasta in piazza e l’ha distribuita a tutti gli abitanti e a tutte le persone che erano lì a lavorare e aiutare. Oppure supermercati che hanno portato bancali di bottiglie – tutto gratuitamente – per distribuire da bere alle persone che stavano lavorando. Hanno fatto anche delle collette alimentari per fornire i pasti alle persone che erano lì. E tutto questo non solo per noi del soccorso, ma anche per i civili arrivati con badili e secchi per aiutare la popolazione colpita.

Quanti giorni siete stati via?
Siamo partiti il 17 maggio e gli ultimi hanno fatto rientro il 10 giugno. Abbiamo fatto una turnazione tra i sette e i dieci giorni, cambiando le squadre. I primi giorni avevamo un contingente più elevato con undici persone sul posto e poi man a mano che la situazione migliorava, siamo riusciti a diminuire gli uomini. Gli ultimi giorni erano rimasti in tre ed hanno lavorato esclusivamente con gli escavatori.

Cosa vi è rimasto nel cuore di questa esperienza?
Tanti bei momenti che sicuramente ci rimarranno in mente per tutta la carriera. Penso all’accoglienza delle persone colpite, persone e famiglie che hanno perso tutto: l’auto, l’appartamento, i propri beni, tutto. Quando siamo arrivati però si vedeva che avevano ancora speranza e che volevano ripartire. Erano motivati e pieni di speranza”.

Sul cartello di Tredozio avete trovato un ringraziamento speciale…
Sono cose molto belle ma anche a Forlì, eravamo lì con vari automezzi – ovviamente infangati – e qualcuno ci ha scritto “grazie” con la mano sul camion sporco di fango. Sono piccolezze ma che fanno molto piacere.

Stefano Rossi

Le fotografie di questo articolo sono state scattate dal Corpo Permanente dei Vigili del Fuoco di Bolzano all’opera in Romagna nelle zone alluvionate.

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