Il tunnel sotto il Sella per togliere le auto dal passo: il progetto veneto per il Recovery

Dell’idea di “bucare” il Sella – futuristica e faraonica per certi versi – si parla oramai da qualche lustro. Puntualmente con l’avvio della stagione estiva, infatti, torna d’attualità il tema del traffico (insostenibile) sui passi dolomitici e, puntualmente, la problematica sembra scomparire quando i turisti vanno via. Ora, però, si fa più concreto il progetto di un tunnel (quattro gallerie) che potrebbe unire Belluno, Trento e l’Alto Adige passando sotto al Sella. La spinta arriva dal Veneto. Ma anche l’Alto Adige non sembra contrario. I finanziamenti? “Dal Recovery Fund”. 

Un tunnel sotto il Sella, davvero? 

Soprattutto gli abitanti delle valli turistiche intorno al Sella si dicono scettici, “molti scettici”. Del progetto “avveniristico”, in verità, si parla da oltre 40 anni. Già l’allora assessore ladino Hugo Valentin (stiamo parlando dei primi anni Ottanta) aveva proposto un tunnel nella montagna. Il progetto, tuttavia, era stato bollato come “utopico” e bocciato fin da subito a causa dei costi (“insostenibili”); dei finanziamenti (da dove arrivano i soldi?); dei tempi per completare l’opera (“decenni”) e delle preoccupazioni degli ambientalisti (un buco nelle Dolomiti Patrimonio Unesco, davvero?). Ciò nonostante, molti operatori turistici delle valli coinvolte (Gardena e Badia in primis) vedono di buon occhio il traforo, che in estate toglierebbe definitivamente dai passi le migliaia di auto, pullman e moto e che, in inverno, garantirebbe sicurezza dalle valanghe. E poi: tutte le contromisure fino a qui adottate (controlli delle forze dell’ordine) e le ipotesi per fermare il traffico (un pedaggio) si sono rivelate fallimentari.

Il progetto finanziato dai fondi europei 

La spinta, come detto, adesso arriva dalla Regione Veneto – anche in vista delle Olimpiadi di Milano-Cortina del 2026: ha incluso il megaprogetto nel “Piano Ripresa e Resilienza” (Pnrr), finanziato con il Recovery Fund (che dev’essere valutato a Roma). Come è noto, infatti, l’Italia è il principale beneficiario dell’operazione Ngeu, Next Generation Eu. L’ipotesi per il versante bellunese è stata elaborata dal dipartimento Regionale di Difesa del Suolo; alla parte veneta costerebbe circa 100 milioni di euro dei 400 totali che si stima possa costare quest’opera. Si tratterebbe di bypassare i quattro passi Pordoi, Sella, Gardena e Campolongo con altrettante gallerie sotto la loro verticale. Uno dei tunnel inizierebbe ad Arabba, passerebbe sotto al Pordoi collegando la Val Badia, la Val Gardena e sbucando a Canazei, in Val di Fassa. Al centro della montagna ci sarebbe una grande rotatoria direzionale e sui passi, a questo punto, circolerebbero solo bici e pedoni. Un’ipotetica galleria da Colfosco a Plan de Gralba sarebbe lunga circa 4,9 km e in macchina ci si impiegherebbero meno di 5 minuti per andare da una valle all’altra. C’è da dire che in questi anni si sono fatti numerosi studi, piani concreti tuttavia non ce ne sono ancora sul tavolo.

Taglio del nastro entro il 2027

In ogni caso, per il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, interpellato dal Gazzettino, “potrebbe essere la volta buona”. “Il collegamento delle valli ladine in galleria sotto il massiccio da realizzarsi con fondi europei, costituirebbe un progetto con una valenza ambientale unica al mondo”. Anche l’Alto Adige “non è contrario” al progetto di un grande traforo secondo l’assessore alla mobilità Daniel Alfreider. Critiche arrivano invece dalle associazioni ambientaliste. Prima fra tutte Mountain Wilderness. Che già mesi fa aveva avvertito: “Se fino a qualche anno fa c’era poco da allarmarsi vista l’insostenibilità economica dell’opera, oggi la proposta deve preoccupare”. L’associazione punta il dito contro le possibili criticità legate alle falde acquifere, la gestione dei materiali di scavo e la gestione dell’aumento di traffico conseguente un tunnel che porta le auto dentro la pancia della montagna. Intanto, la Regione Veneto ha già fissato le scadenze: progettazione entro il 2021; avvio lavori nel 2022; taglio del nastro prima del 2027.

(eb)

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