Silvio Orlando porta "Ciarlatani" a Bolzano

Teatro. Silvio Orlando chiude la stagione 2023-2024 del Teatro Stabile di Bolzano con “Ciarlatani”. Da giovedì 18 a domenica 21 aprile (gio. h. 20.30, ven. e sab. h. 19.00 e dom. h. 16.00) andrà, infatti, in scena al Comunale di Bolzano “Ciarlatani (Los Farsantes)”, spettacolo di Pablo Remón che Silvio Orlando ha voluto portare per la prima volta sulle scene italiane come protagonista. Scritta e diretta dal drammaturgo e regista spagnolo Pablo Remón, celebrato in patria con il Premio Lope de Vega per il Teatro (2014) e il Premio nacional de Literatura Dramàtica (2021), questa prima versione italiana è tradotta da Davide Carnevali e nasce da una coproduzione Cardellino srl, Spoleto Festival dei Due Mondi e Teatro di Roma – Teatro Nazionale.
In scena, al fianco di Orlando troviamo Francesca Botti, Francesco Brandi e Blu Yoshimi: un cast d’eccezione, catapultato in un viaggio attraverso una moltitudine di personaggi, spazi e tempi. «”Ciarlatani” è una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione» scrive Remón che conduce una narrazione teatrale con un’aspirazione romanzesca e cinematografica rafforzata dalle scene di Roberto Crea, dalle luci di Luigi Biondi e dai costumi di Ornella e Marina Campanale. Anna è un’attrice di teatro la cui carriera è in declino. Diego è un regista affermato di film commerciali. Apparentemente rappresentano i due estremi della professione artistica: il successo e il fallimento. Entrambi stanno attraversando una crisi personale e le loro storie sono collegate da una figura comune: il regista cult degli anni ’80 Eusebio Velasco, padre di Anna e maestro di Diego, scomparso e isolato dal mondo. «”Ciarlatani” sono anche diverse opere in una: ognuno di questi racconti ha uno stile, un tono e una forma particolari» prosegue Remón. «Il racconto di Anna ha uno stile eminentemente cinematografico, con un narratore che ci guida, e in cui sogno e realtà si confondono. La storia di Diego è un’opera teatrale più classica, rappresentata in spazi più realistici. E infine c’è, a mo’ di pausa o parentesi, una autofiction in cui l’autore dell’opera a cui stiamo assistendo si difende dalle accuse di plagio. Queste storie sono raccontate in parallelo, si alimentano a vicenda, sono specchi degli stessi temi».

Immagine di apertura: foto di scena di “Ciarlatani”, credit Guido Mencari

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