Sharing economy, l'economia della condivisione

La sharing economy, ovvero l’economia della condivisione protagonista al Festival delle Resistenze. Alle 15 nel tendone di piazza Matteotti se n’è parlato con Luca De Biase (docente ed editorialista del Sole 24 ore), Guido Scorza (giurista e opinionista del Fatto Quotidiano) e Alessandro Gilioli, giornalista del Gruppo L’Espresso. 

“La condivisione – ha detto De Biase – è una cosa molto concreta. La prima cosa che ci viene in mente è la condivisione di asset patrimoniali, di beni materiali, ma non è tutto qui. Fare sharing significa anche condividere informazioni e conoscenze, creare piattaforme che ci aiutano a favorire le relazioni civiche. Parliamo di persone che non necessariamente si piacciono, ma hanno una visione e magari delle cose in comune”.

Gilioli ha fatto un’interessante osservazione sulla differenza tra la dizione inglese e quella italiana: “Se diciamo condivisione pensiamo automaticamente a generosità, a un reciproco donarsi. La parola sharing invece richiama alla mente un modello di business come ad esempio la più grande catena di alloggi che non possiede un albergo o alla più importante catena di taxi che non ha neanche una macchina. Quindi bisogna stare attenti a differenziare termini e soprattutto concetti, a distinguere la vera condivisione da quella falsa che provoca concentrazione di capitali e povertà sociale”.

Per Scorza invece “condivisione significa moltiplicazione delle potenzialità economiche, culturali, sociali e democratiche di ognuno. Una citazione celeberrima di Thomas Jefferson esprime alla perfezione il concetto: se ho una candela e faccio accendere qualcun altro, condivido un mio bene ma non mi viene tolto nulla. Partendo da qualcosa di personale insomma, è possibile stimolare nuove idee e nuovi processi culturali senza rimetterci nulla”.

All’interno dell’evento Valentina Carollo dell’associazione Gi.Pro. – Giovani Professionisti della provincia di Trento – ha presentato una nuova applicazione per smartphone dedicata ai professionisti e sviluppata insieme alla Fondazione Bruno Kessler (FBK), rappresentata per l’occasione da Michele Trainotti.

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