"Relative Calm": luci, musica e danza per uno spettacolo di "incomprensibile" bellezza

Relative Calm“, straordinario spettacolo di Lucina Childs e Robert Wilson, andrà in scena al Comunale di Bolzano fino a domenica 5 marzo per poi spostarsi al Teatro Sociale di Trento (7 marzo). Uno spettacolo di danza suoni e luci in cui Wilson torna a collaborare con la coreografa Lucinda Childs su musiche di John Adams, Jon Gibson e della celebre “Pulcinella Suite” di Igor Stravinsky. Uno spettacolo “difficile”, ma che non solo per questo merita di essere visto. E’ vero, l’impatto per gli abbonati dello stagione dello Stabile di Bolzano può risultare “straniante”, ma è una “sfida” che va accettata senza timore.

Lo spettacolo

In “Rise”, la prima scena,  otto danzatori girano come otto lancette dell’orologio che scandiscono il passare del tempo, mentre ogni quindici “rintocchi” una linea sul grande schermo traccia visivamente il tempo che scorre. Col passare dei minuti,  si dimezza il tempo fra i rintocchi, in contrasto con l’allungarsi delle  linee sul grande schermo, ma è solo l’inizio di una serialità esposta e mutevole che continua a giocare di contrasti anche nella seconda scena. Quella in cui, sullo sfondo, la corsa dell’animale più veloce del mondo è rallentata al massimo, mentre Bob Wilson, noto per la sua passione per il Noh e del Bunraku, si trasforma in un artista dello Shodo, calligrafia giapponese considerata una metafora della vita stessa e che, per l’occasione, sembra rappresentare l’essenza stessa dello spettacolo.
Perché lo Shodo, non solo alterna pennellate decise ad altre più delicate e perché l’effetto cambia in base alla velocità di esecuzione e al colore dell’inchiostro utilizzato, ma, soprattutto, perché è un’arte che richiede una calma e una pace interiore che è la stessa, seppur relativa, che ispira tutto lo spettacolo.
Come detto, è lo stesso Wilson a restare in scena per le scene “Shodo”, quelle in cui cita i diari del coreografo e ballerino russo Vaslav Nijinsky ( cfr quie di lui si innamorò perdutamente il suo impresario e i suoi balletti russi).
Tra le due scene “Shodo”, una magnifica “Pulcinella suite” di Igor Stravinsky. Un passaggio “classico”, che porta in scena una straordinaria e perfetta coreografia di corpi, colori, luci e passi che vale il prezzo del biglietto anche per chi trovasse poco interessanti, o persino noiose, le sollecitazioni del resto dello spettacolo.
Un atteggiamento, va detto, più che comprensibile, perché quanto messo in scena da Wilson risulta lontanissimo dalle “omelie” di Stefano Massini viste recentemente anche da queste parti. Omelie che, purtroppo,  spesso sono persino meno “studiate” di quelle di Massini, ma intasano comunque i canali televisivi e persino le stagioni teatrali di molte città di provincia, Bolzano esclusa.
Negli spettacoli di Wilson non vi è nulla da comprendere, “Relative Calm” non intende lanciare messaggi e può essere letto e interpretato a piacimento. Ci mette a confronto con la nostra libertà, con le nostre barriere mentali, insomma con noi stessi. Inevitabilmente, qualcuno non regge e se ne va. Per loro fortuna non mancheranno le occasioni per tornare a omelie consolatorie, nel frattempo la stagione di quest’anno del Teatro Stabile di Bolzano non smette di sorprendere.

Massimiliano Boschi

Nell’immagine di apertura: Bob Wilson e i danzatori di “Relative Calm” salutano il pubblico di Bolzano (Foto Venti3)

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