Mummie, robotica e dialetti: approvati i primi tre progetti di ricerca Alto Adige-Svizzera

Il Fondo Nazionale Svizzero (FNS) ha approvato il finanziamento dei primi 3 progetti bilaterali Alto Adige-Svizzera nell’ambito dei Joint Research Project, una misura della Provincia che finanzia studi internazionali di alto valore scientifico. Dopo la firma dell’accordo nel febbraio 2020 fra Provincia di Bolzano e FNS sono stati 15 in due mesi i progetti candidati. Solo 3 hanno passato il vaglio rigoroso del FNS. I progetti partiranno nel 2021 per la durata di 26 mesi. Il finanziamento per la parte altoatesina è di 862.000 euro, mentre la parte svizzera sarà coperta dai fondi del FNS. Dal 1° ottobre sono riaperti i termini per presentare domanda fino al 1° aprile 2021. “Inserire la ricerca altoatesina in un network internazionale grazie alla partnership con la Svizzera, oltre a quelle già attivate con Austria e Germania, ci ha reso una location di ricerca riconosciuta per i suoi settori di competenza: il programma Joint Project – che abbiamo lanciato appena 2 anni fa, ma che ha già riscosso grande interesse nella comunità scientifica internazionale – va proprio in questa direzione, valorizzando i partner locali della ricerca” ha detto il presidente della Provincia Arno Kompatscher.

Il know-how Eurac dalle mummie ai Celti delle Alpi

CELT.U.D.ALPS è il primo progetto che studierà l’arrivo delle popolazioni celtiche nell’arco alpino e i loro interscambi con le popolazioni locali fra il IV e il I secolo a.C. La collaborazione tra Eurac e l’Università di Berna permette un approccio multidisciplinare: a Bolzano sarà svolta l’analisi chimica e genetica degli scheletri della tarda età del Ferro ritrovati in Trentino e in Svizzera, mentre a Berna sarà svolta l’analisi isotopica. I partner sono Albert Zink, direttore dell’Istituto delle mummie di Eurac Research, e Marco Milella dell’Università di Berna. “Il programma Joint Project ci consente di studiare insieme ai colleghi svizzeri e da entrambi i lati delle Alpi una parte della nostra storia finora molto poco conosciuta grazie al progetto CELT.U.D.ALPS” il commento di Albert Zink.

 

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Nuove frontiere della medicina dalla robotica grazie a unibz

Un secondo progetto intende sviluppare microrobot adattivi e “biodegradabili” ad uso medico grazie a una sempre maggiore integrazione fra la cosiddetta elettronica flessibile e la resistenza e l’adattività agli stimoli esterni della robotica. Collaborano il Multi-Scale Robotics Lab (MSRL) dell’ETH di Zurigo in Svizzera (Bradley Nelson) e la facoltà di Scienze e tecnologie di unibz (Giuseppe Cantarella e Niko Münzenrieder). “La nostra esperienza nel design si combina con la progettazione di microelettronica e la conoscenza nel campo dei mini-robot per realizzare l’elettronica direttamente su microrobot capaci di comunicare e interagire con l’ambiente, aprendo così un nuovo capitolo per la medicina grazie a impianti interattivi e terapie mirate” spiegano i protagonisti del progetto.

La ricostruzione dei dialetti dell’area gallo-romanza

L’ultimo progetto intende invece di realizzare il primo database di riferimento per le lingue medievali dell’area gallo-romanza, consentendo di gettare nuova luce sulla varianza linguistica, la geografia linguistica e la grafica e la fonetica con focus sulla lingua rumena grazie alla partnership fra il preside della facoltà di scienze della formazione di unibz Paul Videsott e Martin Glessgen dell’università di Zurigo. “L’analisi di circa 3.500 documenti originali francesi del XIII e XIV secolo ci consentirà di ricostruire con grande accuratezza per la prima volta i dialetti dell’epoca” spiegano i titolari.

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