Musei Alto Adige, nel 2016 52mila spettatori in più

Più di 835mila spettatori nei musei Alto Adige nel 2016, 52mila in più rispetto l’anno precedente. Non solo mostre, ma anche attività pensate per trasmettere i contenuti del museo ai diversi destinatari, con una particolare attenzione a chi vive in provincia di Bolzano e a famiglie, bambini e giovani. E poi ricerca sugli oggetti e cura delle collezioni – in crescita anche grazie ai fondi per la ricerca di Provincia e Euregio – che danno vita spesso a pubblicazioni scientifiche e convegni, collaborazioni con altre istituzioni culturali, scuole e col territorio.

Queste caratteristiche assegnano ai musei che la Provincia autonoma di Bolzano gestisce attraverso l’Azienda “Musei provinciali” un ruolo guida in campo museale in Alto Adige, facendone centri di competenza per il lavoro in questo settore. Ruolo riconosciuto anche dal pubblico: i nove musei Alto Adige provinciali (su 15 sedi) hanno infatti chiuso il 2016 attirando 835.915 visitatori, numeri che, con una crescita in termini assoluti di 52.350 unità, migliorano del 7% circa quelli del 2015 e sono più elevati anche degli anni precedenti.

Musei Alto Adige, crescono le famiglie altoatesine

“Tra il pubblico dei musei crescono le persone che vivono i musei Alto Adige, le famiglie e i giovani,” spiega l’assessore provinciale ai Musei Florian Mussner, “il che ci riempie di soddisfazione, in quanto raggiungere questi gruppi è tra gli obiettivi più importanti del nostro lavoro museale”. Ecco il dettaglio degli ingressi 2016 nei musei Alto Adige: Museo Archeologico dell’Alto Adige 275.226; Touriseum 203.445; Museo provinciale delle miniere, suddiviso in cinque sedi, 103.522; Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige 86.744; Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano Castel Tirolo 75.908; Museo provinciale degli usi e costumi, Museo provinciale della caccia e della pesca Castel Wolfsthurn e Museo provinciale del vino, riuniti in un’unica direzione, 60.633; Museum Ladin, con le due sedi Ciastel de Tor e Ursus ladinicus, 30.437. Non sono considerati i numeri relativi al forte di Fortezza, che è entrato a far parte dei musei provinciali solo a partire da inizio 2017.

Il risultato in termini di pubblico, come detto, non basta da solo a sancire l’elevata qualità dell’offerta museale. Inoltre alcune sedi dei musei provinciali sono distanti dai grossi centri e dalle grandi direttrici di traffico. Anche per questo motivo dal 2010 è in atto nei musei provinciali un processo di benchmarking, che permette la raccolta ed elaborazione di una grande quantità di dati e indicatori nell’ottica dello sviluppo qualitativo.

A questo proposito, Karin Dalla Torre, direttrice della Ripartizione provinciale Musei Alto Adige e dei Musei provinciali, sottolinea che “per noi è molto importante poter misurare il raggiungimento dei nostri obiettivi formativi e culturali sulla base di criteri significativi. Istanza, questa, che tuttavia rimane interna all’amministrazione, mentre il pubblico nei nostri musei deve semplicemente potersi trovare bene e godere appieno dell’offerta”.

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