Fortezza cresce, Bolzano no. Viaggio sorprendente nell’Alto Adige dimenticato

Alto Adige Doc. Ritorno a Fortezza/Franzensfeste a cinque anni di distanza dagli incontri con il sindaco, con gli alunni della scuola elementare e con gli operai del Tunnel del Brennero. Ne sono passati tre, invece, dalle riprese del documentario Rai  “Brennero, il link”.  Nonostante il tempo trascorso e la pandemia non mi aspetto grandi cambiamenti. Ma mi sbaglio.
Sono le ore 8.40 e alla stazione di Fortezza scendono dal treno una dozzina di passeggeri, quasi tutti prendono la coincidenza per la Val Pusteria. A varcare l’uscita dalla stazione sono in due: un ragazzo diretto ai cantieri del Bbt e una signora che stringendosi nel cappotto si dirige verso il centro del paese. La perdo rapidamente di vista mentre svanisce nel grigiore del paesaggio. Butto un occhio a destra del piazzale e mi accorgo che l’Hotel Post ha chiuso i battenti, così come il bar del Dopolavoro ferroviario dall’altra parte della strada. Non sono segnali incoraggianti.

A peggiorare la visione d’insieme ci pensa il clima. Non sono ancora le nove e pochi fiocchi di neve cadono lentamente a terra, scossi dal vento che li fa girare e rigirare prima di toccare terra. Anche loro sembrano restii a fermarsi a Fortezza. In totale solitudine mi incammino verso il Municipio dove ho appuntamento con il sindaco Thomas Klapfer, lo stesso di cinque anni fa. Uno dei pochissimi amministratori che mi ha permesso di comprendere al meglio non solo la sua città, ma l’intero Alto Adige. Sono quindi felicissimo di ritrovarlo al lavoro nel suo vecchio ufficio e dopo pochi convenevoli gli chiedo quanto sia cambiata Fortezza negli ultimi cinque anni.
“Alcune attività hanno chiuso – premette – e la pandemia non ha aiutato, ma abbiamo costruito nuovi immobili che abbiamo venduto bene, per cui la popolazione è cresciuta. Per noi è un bene perché se la popolazione aumenta è più facile tenere attivati i servizi”.
Sono bastati pochi minuti per ritrovarmi a cambiare idea, da questo punto di vista Fortezza non si smentisce mai. La popolazione è passata dai 999 abitanti del 2018 ai 1085 del 2022 (dati Istat) e ora ha toccato quota 1100. Un incremento del 10% in cinque anni. Per comprendere il contesto, nello stesso periodo la città di Bolzano ha perso oltre mille abitanti. Numeri alla mano, Fortezza risulta decisamente più attraente del capoluogo.
“Da questo punto di vista – precisa il sindaco – anche la notizia della chiusura dell’Hotel Posta non è solo negativa. L’Hotel sorge in zona edificabile e se si costruiranno abitazioni, la città potrà crescere ulteriormente”.
Risultati che non possono certamente essere accreditati a lungimiranti politiche provinciali. Anzi, la costruzione della variante di Riga che eviterà il cambio a Fortezza per i passeggeri dei treni diretti in Val Pusteria, poteva rivelarsi il colpo di grazia per la cittadina che, invece, continua crescere. “La mia battaglia contro la variante non è mai stata pienamente compresa – prosegue il sindaco Klapfer – pensavano volessi solo difendere gli interessi della mia città. Non è così, ma mi sono rassegnato. Credevo e credo ancora che non siano stati valutati attentamente gli effetti sul territorio della variante di Riga e del Tunnel del Brennero, di conseguenza non si sono comprese le potenzialità della stazione di Fortezza. Ma la realtà ha ancora un suo peso e ora hanno dovuto costruire due nuovi binari in stazione a Fortezza per la sosta dei treni e per gestire meglio il traffico sulla linea. Prossimamente dovranno costruire un nuovo sottopasso”.

Fortezza è nota anche per essere la città altoatesina con la più alta percentuale di stranieri in Alto Adige, il 28,8% contro il 9,9% della media provinciale. Un dato che ha un effetto diretto sulla partecipazione elettorale e quindi sulla democrazia. Alle scorse elezioni provinciali, infatti, su 1100 abitanti gli aventi diritto al voto a Fortezza erano 615. Ad Andriano, 1029 abitanti, gli aventi diritto erano 776, a Vadena 1015 abitanti erano 765. Detto in percentuale, il 75% degli abitanti di Andriano e Vadena ha diritto di voto contro il 56% degli abitanti di Fortezza. Dati conseguenti anche per quel che riguarda l’affluenza al voto, ad Andriano ha votato il 79.9% degli aventi diritto, a Fortezza il 66,2%. Klapfer non sottovaluta il problema, ma la soluzione non è semplice: “Ormai è difficile portare a votare gli autoctoni, figuriamoci gli immigrati. A Fortezza provengono soprattutto da Pakistan, Marocco e Albania e per problemi economici e culturali le possibilità di coinvolgerli nel tessuto sociale o nell’associazionismo sono scarse. Qualcosa in più si potrebbe fare con lo sport, ma non abbiamo più il campo sportivo a causa dei lavori del Bbt, lo riavremo tra tre anni”.
Nel frattempo l’amministrazione comunale sta lavorando a un progetto legato all’ex casa cantoniera. “Abbiamo lavorato a una progettazione condivisa per creare un luogo aperto accogliente e dinamico che possa essere usato da gruppi con esigenze e tempi diversi. Un ambiente unico e interconnesso, ma suddiviso per aree diversificate dove sia possibile sviluppare attività di autogestione. Luoghi che stimolino la convivialità attraverso il cibo, l’arte e la cultura”. Saluto il sindaco ripromettendomi di visitare al più presto questa nuova “casa”. Mentre torno verso la stazione mi accorgo che sulla Statale ha aperto una nuova pizzeria, il cielo è schiarito e l’orizzonte è decisamente più ampio.
Come sempre, Fortezza si dimostra un luogo che ti costringe a guardare avanti e ad affrontare il futuro. Forse perché a differenza di molti altri luoghi dell’Alto Adige non può sperare che siano i turisti o “mamma Provincia” a risolvere i problemi. Da queste parti se la devono sbrigare da soli. Un luogo “dimenticato” che, incredibilmente, proprio per questo, continua ad attirare cittadini, a quanto pare da tutto il mondo. L’essere lontana da interessi economici e politici potrebbe essere diventata un’ancora di salvezza.

Massimiliano Boschi

Immagine di apertura: Fortezza (foto Venti3)

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