L'appello del Consorzio Vini Alto Adige ai viticoltori sulla flavescenza dorata

Agricoltura. Nonostante il grande impegno profuso e nonostante  l’obbligo di segnalazione ed estirpazione, la flavescenza dorata, trasportata dalla cicalina americana della vite, si sta ulteriormente diffondendo in maniera ingente anche in Alto Adige. Nel corso di questa estate, i soli Servizio fitosanitario e Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige hanno già rilevato 170 viti sintomatiche, 31 delle quali poi risultate effettivamente colpite dalla flavescenza dorata. A ciò si aggiungono i numerosi casi rilevati nei vigneti del Trentino e di diverse regioni dell’Italia settentrionale, che non possono che rinnovare l’allarme anche tra i responsabili del settore vinicolo dell’Alto Adige.
Tipicamente, i casi di flavescenza dorata si riconoscono dalle foglie, che assumono una colorazione giallastra o rossastra, e che si arrotolano su sé stesse verso il basso partendo dai bordi. In Alto Adige, questa pericolosa malattia da quarantena si diffonde a Sud a Nord. Il numero dei casi cresce esponenzialmente di anno in anno. Le viti che, durante l’ispezione, risultano colpite vengono segnalate con un nastro giallo-nero e, contemporaneamente, inserite in una banca dati tramite la app dedicata. I viticoltori e le cantine colpite, nonché il Servizio fitosanitario provinciale e il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige vengono regolarmente informati dei casi.
In questo contesto, il Consorzio Vini Alto Adige ha ripreso il suo vasto programma di monitoraggio della flavescenza dorata per mezzo del quale si punta a sostenere il Servizio fitosanitario provinciale nonché il Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige nella loro lotta alla malattia. “Attualmente, per la nostra viticoltura, la flavescenza dorata è di gran lunga il pericolo maggiore, per molti viticoltori è addirittura una questione di sopravvivenza. Una sua ulteriore, massiccia diffusione deve quindi essere evitata con tutte le forze”, ha affermato Andreas Kofler, presidente del Consorzio. Quest’ultimo, già due anni fa, ha avviato un programma di monitoraggio che, solo lo scorso anno, ha analizzato non meno di 700 ettari di vigneti in cerca di segni di flavescenza dorata. L’ispezione aveva portato alla scoperta di circa 11.000 viti con sintomi di giallumi.
Ciononostante, a causa dell’ormai massiccia diffusione della malattia in Alto Adige, Servizio fitosanitario, Centro di Consulenza per la fruttiviticoltura dell’Alto Adige e Consorzio Vini Alto Adige si stanno avvicinando al limite delle loro possibilità. “Semplicemente non siamo in grado di verificare la presenza di sintomi in tutte le viti di tutti i vigneti”, spiega Kofler. “Per questo motivo il nostro appello va ai viticoltori: tenete attentamente d’occhio le vostre viti almeno fino all’inizio di ottobre, affrontate con la massima serietà il pur minimo segno di flavescenza dorata e, in presenza di sintomi, estirpate la vite colpita con tutte le radici”. Questa procedura, assolutamente obbligatoria all’interno delle aree segnalate come zona di infestazione e fortemente consigliata anche all’esterno delle stesse, è certamente drastica, ma è anche l’unica realmente efficace, come ricorda il presidente del Consorzio. “E funge innanzitutto come misura di protezione”. Se infatti l’infestazione risulterà superiore a una precisa percentuale, a essere estirpato dovrà essere l’intero vigneto.

Immagine di apertura: Le foglie delle viti sintomatiche assumono un colore giallastro o rossastro e i loro margini si arrotolano assumendo una forma triangolare. (Foto Vini Alto Adige)

 

 

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