Edilizia abitativa, arriva la nuova legge. «Alloggi a prezzi accessibili»

Avere la disponibilità di un alloggio, in proprietà o in affitto, rappresenta uno dei bisogni essenziali delle persone. Ma il problema, soprattutto in un territorio come quello dell’Alto Adige, è principalmente legato ai costi. «Con il nuovo disegno di legge sull’edilizia abitativa agevolata – ha sottolineato l’assessore Christian Tommasini – perseguiamo un obiettivo primario, che è quello di fare in modo che tutti gli altoatesini possano avere accesso ad un alloggio, in proprietà o in affitto, ad un costo accessibile. Si tratta di uno dei pilastri fondamentali della nostra società». Il ddl, discusso settimana scorsa in Giunta provinciale, sarà ora al centro di un percorso che coinvolgerà gruppi di interesse e parti sociali (domani, 23 gennaio, il primo confronto): l’approvazione definitiva da parte del Consiglio provinciale è attesa per l’estate.

Nuovi modelli abitativi

Punto di partenza è uno studio a 360 gradi sullo sviluppo del fabbisogno abitativo in Alto Adige sino al 2030 che consentirà di pianificare interventi legati anche al cambiamento della società e dei modelli abitativi. Secondo le prime indicazioni, tra una dozzina di anni le famiglie saranno composte mediamente da 2,2 persone, quasi il 40% di essi sarà rappresentato da single, mentre la fetta della terza età avrà un peso vicino al 25%. «Vogliamo incentivare il co-housing e il co-working, sviluppare nuovi programmi per i giovani e per gli anziani e tenere in considerazione le esigenze di alloggi sociali – aggiunge Tommasini – puntando principalmente sul risanamento degli edifici esistenti allo scopo di risparmiare una risorsa fondamentale come il suolo».

Cosa cambia con la nuova legge?

Confermato il vincolo casa ventennale, ovvero l’indisponibilità per 20 anni degli alloggi acquistati grazie ad una sovvenzione pubblica, viene introdotto un sistema di bonus che premia coloro che costruiscono con criteri che consentono di risparmiare energia, che utilizzano il terreno in maniera più «densa», abbattono le barriere architettoniche, risanano edifici posti sotto tutela e investono nell’edilizia abitativa in territori strutturalmente svantaggiati. Inoltre verrà introdotto un limite massimo di età (65 anni) per l’accesso alle agevolazioni, sarà creato, in concorso con le associazioni dei proprietari e degli inquilini, un fondo di garanzia per morosità incolpevole, sarà possibile ottenere agevolazioni aggiuntive in caso di recupero dell’abitazione o allargamento della famiglia, e in caso di acquisto il nuovo limite massimo sarà di 130 metri quadrati. Per quanto riguarda il fabbisogno abitativo dei singoli comuni (sia per le case in proprietà che per quelle in locazione), è previsto un confronto periodico con le amministrazioni comunali. Per sostenere gli affitti a prezzo calmierato, infine, sono previsti incentivi ai privati che decidono di costruire alloggi: chi vuole ricevere queste agevolazioni, per i primi 10 anni sarà obbligato a dare gli alloggi in locazione, ma a costi sostenibili, mentre per i successivi 10 anni potrà venderli, ma anche in questo caso con un prezzo concordato.

Cosa rimane?

Non tutto il passato, però, è da buttare, anzi. L’impianto normativo del nuovo disegno di legge sull’edilizia abitativa agevolata mantiene ad esempio i vecchi limiti massimi e minimi di reddito, il requisito della residenza minima di 5 anni in Alto Adige per accedere al sistema di agevolazioni, e ancora il modello del risparmio casa (Bausparen) avviato pochi anni fa e i limiti massimi di superficie finanziabile, che rimangono fissati a 110 metri quadrati per le nuove costruzioni e a 160 metri quadrati per il recupero di alloggi già esistenti.

La cornice giuridica

Il nuovo disegno di legge punta molto sulla semplificazione normativa grazie all’abbattimento degli articoli, che passano da 152 a 54, e che vengono suddivisi in 10 sezioni. In futuro una serie di questioni come i criteri per l’accesso ai contributi, l’assegnazione di alloggi sociali o ad affitto calmierato e l’ammontare degli incentivi, non saranno più contenute nella legge, che rappresenta la cornice giuridica dell’impianto normativo, ma saranno demandate a singole delibere della Giunta provinciale. «Solo così – conclude l’assessore Christian Tommasini – potremmo andare incontro in maniera più rapida e semplice alle esigenze dei cittadini, riducendo anche i tempi delle procedure».

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