Bolzano capitale mondiale delle mummie

“Non avrei potuto consegnare a qualcuno di migliore queste due mummie che necessitavano di essere riconsegnate al grande pubblico e al mondo degli studiosi, ma, soprattutto, avevano bisogno di essere esposte in maniera dignitosa. Il lavoro svolto col supporto fondamentale dell’Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research e il Noi è stato, non solo di restituzione conservativa, ma di dignità e individualità, a queste mummie abbiamo restituito una identità. Ringrazio Eurac per questo straordinario allestimento raffinato, delicato preciso da ogni punto di vista, un esempio di buone pratiche dal punto di vista museale”,
Non potevano esserci parole più gratificanti per gli organizzatori della mostra “Mummies. Il passato svelato’ che si svolge nella cornice del 10° Congresso mondiale di studi sulle mummie ospitato dall’Eurac al Noi di Bolzano. Un’esposizione nata dalla collaborazione tra il Museo Civico Archeologico di Bologna e l’Istituto per lo studio delle mummie di Eurac Research.
Parole che sono state pronunciate da Daniela Picchi, responsabile della Sezione Egizia del Museo Civico Archeologico di Bologna, che ha proseguito la sua presentazione precisando che “grazie a questa ricerca, oggi sappiamo molto di più del passato di queste mummie e soprattutto del passato che rappresentano. La mummia con sudario dipinto è uno delle tre uniche mummie di età Traianea giunte fino a noi. Una, quella di Cleopatra, è ospitata al British museum di Londra e un’altra a Leiden, in Olanda, dove il sudario è distaccato dalla mummia. L’altra mummia, il bimbo con tre tuniche, è altrettanto rara. Di epoca medievale è difficilissima da trattare perché i tessuti erano ancora appoggiati al corpo ed è stata restituita alla sua dignità. Non potrà essere esposta perché il trattamento di resti umani è delicato e difficile, vanno trattati con rispetto e non vanno sovraesposti”.

Restauro mummia fanciullo (Foto Ufficio Stampa Eurac Research)

La mostra resterà aperta fino all’8 ottobre al Noi (8-21.30 dal lunedì al venerdì, il sabato fino alle 20) e permetterà ai visitatori di osservare una sola delle due mummie, la più antica, quella di una donna vissuta in Egitto in epoca romana. Lo straordinario sudario policromo con cui è stata preparata per la sepoltura avvolge ancora il corpo ed è questa la caratteristica che la rende unica. La mummia più recente, non esposta, è invece quella di un bambino vissuto nel XIII secolo d.C., ed è una rara testimonianza del rituale funerario dell’Egitto medievale.

Le due mummie sono state sottoposte a uno studio antropologico e paleopatologico basato sulle TAC condotte grazie alla collaborazione con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna. Le TAC hanno permesso di sbendare virtualmente le mummie e hanno svelato informazioni preziose sul loro stato di salute, sulle cause di morte e sulle tecniche di imbalsamazione. Da Bologna le due mummie sono state trasportate fino ai laboratori dove sono state restaurate: la mummia con il sudario dipinto è stata trattata a Torino, al Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, mentre la mummia di fanciullo a Bolzano, dall’esperta altoatesina di tessile antico Irene Tomedi. Le mummie hanno viaggiato dentro uno speciale contenitore, il Conservation Soft Box, sviluppato nei laboratori di Eurac Research. Si tratta di una struttura realizzata con tubazioni in PVC, avvolta da un film multistrato in grado di creare all’interno un ambiente isolato e protetto dai danni dell’umidità e da contaminazioni microbiologiche. Per la mummia con il sudario dipinto è stata inoltre costruita una vetrina in vetro e acciaio basata sul metodo passivo brevettato da Eurac Research: l’ambiente interno è privo di ossigeno, i parametri di conservazione sono stati definiti in base alle condizioni chimico fisiche della mummia e per mantenere queste condizioni invariate la vetrina non richiede alcuna alimentazione elettrica.

Mb

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