Assegno di cura, ampliati i servizi. In Alto Adige lo ricevono 11mila anziani

Con una decisione di massima nella sua ultima seduta, la Giunta provinciale ha sottolineato il grande significato della legge provinciale che nel 2007 ha istituito l’assegno di cura e ribadito la volontà di proseguire con questo pilastro del sistema sociale altoatesino. L’assessora Martha Stocker è soddisfatta delle novità future: “Al centro dell’attenzione deve restare il benessere delle persone bisognose di assistenza, ma anche quello delle persone che si occupano di curarle. Il loro sostegno attraverso i servizi e la possibilità di utilizzare nuove offerte per alleggerire il lavoro saranno l’obiettivo del sistema aggiornato.” Grazie alla maggiore offerta di servizi di assistenza, in futuro il sostegno e lo sgravio a favore delle famiglie potrà essere garantito ancora meglio. Ad oggi sono circa 11.000 le persone che usufruiscono dell’assegno di cura a casa, mentre circa 4.000 sono quelle ospitate in residenze per anziani. Per dare attuazione alle novità decise dalla Giunta sono necessari diversi adeguamenti normativi e organizzativi. Questo lavoro richiederà diversi mesi e sarà concluso presumibilmente entro il 2017.

Ampliata l’offerta delle prestazioni di servizi

In futuro i beneficiari dell’assegno di cura ricorreranno in misura maggiore rispetto ad oggi a prestazioni in forma di servizi. Mentre la regola generale continuerà ad essere anche in futuro quella dell’erogazione della prestazione in denaro, in sede di valutazione sarà valutato in modo più ampio rispetto ad oggi in quali situazioni personali e familiari è opportuno prevedere un ricorso vincolante a servizi. Questo può essere il caso di un fabbisogno di consulenza e accompagnamento dei familiari o nel caso questi risultino particolarmente gravati dal lavoro di cura. Mentre attualmente è possibile utilizzare i buoni servizio solo per il servizio di assistenza domiciliare, in futuro aumenteranno le possibilità di utilizzo, ad esempio per servizi di consulenza, servizi di assistenza diurna, ricoveri temporanei, pasti a domicilio, aiuto nel governo della casa, trasporti e accompagnamento. Le prestazioni saranno fornite da servizi accreditati privati o pubblici.

L’eventuale ricorso a servizi sarà prescritto in sede di valutazione del fabbisogno di non autosufficienza e sarà vincolante, ma la famiglia avrà maggiore libertà rispetto a quali servizi usufruire. Nel caso la famiglia non fruisca di tali servizi, sarà decurtata una parte dell’assegno di cura. In tal modo il contributo per non autosufficienti sarà impiegato in maniera più mirata per fornire la migliore assistenza possibile agli interessati, specie nei casi di difficoltà della famiglia.

Minori controlli, maggiore fiducia

La seconda rilevante novità è costituita dal sostanziale superamento dei controlli a campione non annunciati, oggi previsti dalla normativa. Questi controlli erano vissuti male da molte famiglie, che temevano conseguenze sull’assegno di cura, ed erano molto onerosi per l’Amministrazione, che spesso non trovava gli interessati a casa e doveva quindi ritornare più volte. Questi controlli saranno superati tramite un’erogazione dell’assegno di cura per un periodo di 3 anni dall’inquadramento. Tre mesi prima della scadenza del termine il beneficiario doverà trasmettere un nuovo certificato medico a cui farà seguito un nuovo inquadramento, che avrà sempre una validità di 3 anni. Questo consentirà maggiore certezza e pianificazione alle famiglie.

Da tale inquadramento periodico saranno esentati gli over 90 e le persone con disabilità grave e permanente, il cui fabbisogno di cura difficilmente potrebbe ridursi. Resteranno possibili anche in futuro le rivalutazioni su domanda dell’interessato a seguito di un significativo incremento del bisogno di cura e assistenza, sempre sulla base di un ceritificato medico. Attraverso l’aggiornamento triennale del fabbisogno di cura e assistenza i controlli potranno essere quasi del tutto superati, tranne i casi nei casi sospetti o di segnalazioni. “Puntiamo sulla fiducia e siamo convinti che grazie al nuovo sistema l’assistenza alle persone non autosufficienti diventerà ancora più mirata ed efficace, con una maggiore possibilità di pianificazione per le famiglie”, conclude l’assessora Stocker.

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