Felici di stare lassù. L'edizione 2022 di Bolzano Danza (dal 13 al 29 luglio)

No limits: nell’edizione del Festival Bolzano Danza 2022 c’è lo sport e lo sciamanesimo, il muscolo e la trascendenza. Ma soprattutto c’è la sfrontatezza e il coraggio, oggi per nulla scontati, di provare a superare i limiti – fisici, mentali, culturali. Quei limiti che dopo due anni di pandemia e visti i conflitti internazionali in atto, per molti sono diventati delle rassicuranti comfort zone. Tornando alla danza, in quelle che si preannunciano due intensissime settimane, dal 13 al 29 luglio prossimo il Festival ci proporrà 38 appuntamenti (con 11 prime nazionali e 5 prime assolute) a Bolzano, in diverse sedi, con una puntata anche in Val Gardena, nella suggestiva cornice della Forcella del Sassolungo. Il gioco, ma anche lo sport con gli sci, pattini, racchette da tennis, saranno il filo conduttore degli spettacoli di danza (come ormai d’abitudine di livello internazionale) che vedranno protagonisti non solo danzatori, ma anche acrobati, climber, circensi, sportivi e persino un gruppo di bambini. Suggestive le scenografie, che prenderanno la forma di pareti d’arrampicata, trampolini, grandi gonfiabili e cime dolomitiche e lunga la lista dei partner che il Festival ogni anno coinvolge, sia sul territorio che a livello internazionale.

E’ un po’ come se questa edizione prendesse forma nel corpo di una creatura ibrida e camaleontica, come quelle del visual, immagine guida dell’invito : orsi pink con ali di farfalla tra fiori pop, capricorni e un’atletica funambola con braccio d’aquila pronta a spiccare il volo. Si, perché il titolo No limits scelto dal direttore Emanuele Masi per questa edizione parla di libertà, la stessa con cui Masi sa muoversi, con elegante disinvoltura postmodernista, tra high e low, il mito e l’heavy metal: non a caso ha scelto di citare dei versi della canzone “Flyght of Icarus” degli Iron Maiden per aprire il suo editoriale, in cui illustra lo spirito di questa nuova edizione. Certo, come noto, il tentativo di volo estremo di Icaro non finì benissimo. “Il titolo è un po’ una provocazione per spiazzare, anche qualche anno fa avevamo scelto per il Festival il titolo di una canzone, “Beautiful Stranger” di Madonna. Le parole che usano gli Iron Maiden per descrivere questo Icaro mi piacevano molto, non puntano sul fallimento, ma sulla spinta a cercare la bellezza. Da molti Icaro viene letto come un personaggio sfrontato, io vedo in lui l’ingenuità di qualcuno che sta cercando di esplorare i propri limiti.” ci ha raccontato Masi. “E poi, se vogliamo essere complottisti, chi ci dice che Icaro sia veramente morto?” continua scherzando.

Appesi a un filo

Il programma si apre il 13 luglio con una sfida “verticale, collettiva”, quella proposta da Corps Extrêmes, l’ultima creazione con cui Rachid Ouramdane, direttore del parigino Théâtre de Chaillot, torna a Bolzano. Sul palcoscenico vedremo muoversi avventurosi danzatori, artisti aerei, climber e highliner alla ricerca della perdita di confine tra arte e sport su una vera parete di arrampicata.

L’impulso a trascendersi e andare oltre se stessi, è anche il motore della performance Dans le noir on voit mieux, sempre su idea di Rachid Ouramdane, nata dall’incontro del coreografo con la sciamana Céline Dartanian (prima italiana, il 16 luglio).

Parte dai ricordi del passato, da agonista dello sci di fondo, First Love di e con Marco D’Agostin, lavoro costruito grazie anche all’incontro con la campionessa olimpica Stefania Belmondo (18 luglio, Teatro Studio). Raggiunge invece una suggestiva dimensione ipnotica il quartetto sui pattini Cabraqimera firmato da Catarina Miranda, che giunge a Bolzano in prima ed esclusiva nazionale dopo aver toccato, tra l’altro, il Centre Pompidou di Parigi (20 luglio, Teatro Studio).

Corpsextrêmes_RachidOuramdane © Pascale Cholette

Promette di essere di grande impatto anche per l’imponente scenografia, costituita da enormi scivoli gonfiabili, Cascade della coreografa americana Meg Stuart – Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2018 (19 luglio, Teatro Comunale, prima ed esclusiva nazionale). La danza dei dervisci rotanti incontra la giocoleria in YIN (23 luglio, Teatro Comunale), mentre sono diversi gli appuntamenti giocati tra corpi performanti e musica live, tra cui due lavori firmati da Michele Di Stefano, che con Bermudas_Forever proporrà una performance partecipativa sui Prati del Talvera (25 luglio).

Un intenso assolo sul tema della morte e della rinascita è proposto invece in Op.22 No.2 di Alessandro Sciarroni (29 luglio, NOI Techpark).

Il Festival chiude lo stesso giorno al Teatro Comunale con The Seven Sins, trasposizione in danza dei sette vizi capitali, ciascuno interpretato da un autore di fama mondiale. L’appuntamento è parte di una due giorni con la compagnia ospite di Bolzano Danza, la Gauthier Dance//Dance Company Theaterhaus Stuttgart, accompagnata dalla neonata Gauthier Juniors.

Ma a noi piace concludere con l’immagine di un superamento di un limite particolare, quello legato alla potenza della lentezza e del controllo. Per la performance Les Traceurs il francese Nathan Paulin, moderno funambolo, passeggerà sulla slackline (fettuccia tesa tra due punti) a diversi metri di altezza sul paesaggio mozzafiato della Forcella del Sassolungo in Val Gardena (14 luglio ore 16). Proprio un paio di giorni fa, il 24 maggio, Paulin ha battuto a Mont Saint-Michel il record di due 2 km e 200 metri passeggiando su un cavo teso tra una gru e la cupola dell’abazia. Un’immagine che ha colpito anche il direttore Emanuele Masi:  “Mi affascina questo funambolo che percorre due km di cavo, la sua lentezza estrema e il controllo totale che gli sono necessari per superare il limite. Apre a orizzonti di poesia e contemplazione”.

Per il programma completo di tutti gli appuntamenti del Festival Bolzano Danza, compresi i corsi e i workshop organizzati dal Suedtiroler Kulturinstitut
http://www.bolzanodanza.it

Caterina Longo

Immagine di apertura: LesTraceurs_RachidOuramdane_Annecy © Marc_Domage

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