Scuole, in Alto Adige addio voti (ma non per tutte)

Addio voti per le scuole altoatesine? Il rischio o – per qualcuno – l’opportunità c’è. Dipenderà però dalle singole scuole. Ed è questo già un dato di fatto: addio uniformità in Alto Adige, almeno stando al disegno di legge provinciale che è stato approvato dalla prima commissione (quella legislativa) della provincia di Bolzano. Un testo che serve per recepire appieno la “Buona Scuola” voluta da Renzi, ma che non è piaciuto a tutti. Come al consigliere Alessandro Urzì, per esempio, che ha votato contro e denunciato l’anomalia tutta altoatesina.

La questione principale è quella del voto: con la nuova riforma ogni singola scuola avrà tre possibilità. La prima quella di mantenere il metodo di valutazione attuale, dando i voti agli studenti. La seconda, quella di passare a delle valutazioni, dei giudizi. La terza, quella più radicale, è di non avere nessuna valutazione, ma di sospenderla per darne una definitiva dopo un biennio o un triennio. Tre strade piuttosto differenti fra loro. «La scelta del sistema da adottare sarà in capo ad ogni singola scuola – conferma l’assessore provinciale Christian Tommasini – con l’obiettivo di dare una valutazione complessiva del rendimento dello studente, partendo dal presupposto che oggi, anche le linee adottate a livello europeo, vanno nella direzione di valutare le competenze generali, non limitandosi al giudizio sulla singola materia che potrebbe essere riduttivo».

Sta di fatto che il nuovo disegno di legge sembra destinato a far discutere, soprattutto per la diversità di metodo che permette: in questo modo si rischiano migrazioni di studenti da una scuola all’altra solo per scegliere il metodo ritenuto migliore.

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