Bolzano, se l'inquinamento delle auto dipende (anche) dagli pneumatici

Solo qualche giorno fa abbiamo trattato del problema dell’inquinamento, che sta diventando sempre più critico sia in tutta Italia che nella nostra regione: sotto accusa ci sono le emissioni di anidride carbonica da parte delle automobili, innanzitutto, ma non bisogna dimenticare l’impatto di altri elementi delle vetture, come gli pneumatici. La ricerca di Facile.it, sito di comparazione prezzi per le assicurazioni auto, ha rivelato che il parco auto italiano è troppo inquinante: in tutto il 2016 sono state registrate oltre 55 milioni di tonnellate di anidride carbonica emesse dai veicoli privati, portando il Paese al terzo posto assoluto in Europa per tasso di inquinamento dell’atmosfera.

Maglia nera

E la particolare analisi del portale inchioda ai primi posti della classifica italiana proprio la nostra regione insieme alla Valle d’Aosta, mentre in fondo alla graduatoria ci sono le zone meridionali. Questo perché il valore delle emissioni è stato incrociato con il dato relativo alle cilindrate medie dei veicoli circolanti nelle regioni, e in Trentino Alto Adige e la cilindrata media è la più alta d’Italia (1.644 cc), nonostante un’alta percentuale di auto Euro 5 o 6. In regione, il dato di inquinamento è pari a 123 grammi per chilometro, il più critico a livello nazionale, superiore anche a quello di Valle d’Aosta (121 grammi) e addirittura Lombardia (“solo” 120 grammi), in genere considerata una delle aree più interessate dal problema. A livello assoluto, la media di emissioni di anidride carbonica di ciascun veicolo è pari a 110 grammi per chilometro, mentre quella dei chilometri passati al volante dagli italiani nel 2016 è di oltre 11 mila.

Colpa delle auto

Se tra le soluzioni indicate per abbattere la soglia di emissioni ci sono il carpooling (ovvero la condivisione con altre persone del mezzo di trasporto) e lo sviluppo della mobilità elettrica o comunque meno impattante, non va assolutamente trascurato l’impatto della manutenzione sulla singola auto: un veicolo non revisionato e inefficiente, ad esempio, provoca danni molto gravi all’ambiente, e gli stessi pneumatici sono un fattore su cui è possibile intervenire. Non è un caso che le grandi case produttrici di gomme per auto e moto si stiano dando battaglia (metaforicamente parlando) a suon di innovazioni e annunci orientati a una maggiore sostenibilità. Ad esempio, Continental sta studiando prodotti che offrano come caratteristiche tecniche un sempre maggiore livello di resistenza al rotolamento, fattore che migliora la quota di emissioni (riducendo anche i consumi), e allo stesso tempo altre soluzioni e servizi per incrementare l’efficienza e l’ecosostenibilità delle proprie produzioni. Sulla stessa linea c’è la Pirelli, che da tempo ha stilato una serie di obiettivi da raggiungere entro il 2020, che prevedono una quota pari al 50 per cento dei ricavi derivanti dalla vendita di “pneumatici verdi”, e poi ancora la riduzione del 40 per cento della resistenza al rotolamento di tutta la gamma, l’espansione degli studi per produrre silice da lolla di riso e la diminuzione del prelievo di acqua per le necessità di produzione (calo del 58 per cento rispetto al dato del 2009), con orientamento al “zero waste to landfill“, vale a dire “nessun rifiuto in discarica”.

Sviluppi pratici

I primi esempi concreti di queste filosofie sono visibili già nei prodotti attualmente lanciati sul mercato, come ad esempio il Continental PremiumContact 6 (recentemente premiato con l’IF Design Award 2017 e il Red Dot design Award 2017 proprio le caratteristiche green) e il Pirelli Cinturato P7 Blue (che invece ha ottenuto tutte la classificazione AA alla voce efficienza energetica). Per scoprire maggiori informazioni su queste gomme si può far riferimento al portale specializzato Euroimport Pneumatici uno degli eCommerce più apprezzati d’Italia.

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