Attacco dei sindacati: Fondo Bilaterale di Solidarietà Bolzano a rischio

Fondo Bilaterale di Solidarietà Bolzano a rischio. A denunciarlo i sindacati, che accusano lo scarso interesse da parte delle associazioni datoriali e della Provincia. Mentre a Trento, giusto per fare un esempio, sono già state fissate regole per l’accesso e finanziato in parte – con 2 milioni di euro – il fondo, a Bolzano tutto tace. Così lo strumento che dal 2017 sostituirà la cassa integrazione in deroga rischia di non essere pronto, con tutto danno per lavoratori e lavoratrici.

Fondo Bilaterale di Solidarietà Bolzano, cos’è

Il Fondo Bilaterale di Solidarietà Bolzano  da gennaio 2017 sostituirà la cassa integrazione in deroga che a fine anno cesserà di essere erogata nelle modalità finora conosciute. Questi fondi saranno alimentati con un ulteriore contributo sociale di 0,45% ed interverranno a sostegno e a tutela di lavoratori e lavoratrici nei casi di crisi aziendali. L’adesione ai fondi è obbligatoria per tutte le imprese che occupano più di 5 dipendenti (che non accedono alla CIG ordinaria). Oltre agli interventi quali gli ammortizzatori sociali, i fondi potranno finanziare anche politiche attive di lavoro, ad esempio percorsi mirati di formazione e riqualificazione e farsi carico dei costi di prepensionamenti.

Qualora non si dovesse costituire, in Provincia di Bolzano, il fondo territoriale, subentrerebbe il già costituito fondo nazionale. Ciò significherebbe che i contributi versati e quindi le risorse disponibili non saranno gestite dalle parti sociali locali e non potranno essere impegnate in maniera mirata e rispondere ad esigenze locali, siano esse delle aziende che dei loro dipendenti.

Fondo Bilaterale di Solidarietà Bolzano, le parole dei sindacati

«Attualmente si registra scarso interesse per la costituzione del fondo – spiegano i sindacati in una nota – non cogliendo l’opportunità che ci si presenta per ampliare, sul piano delle politiche del lavoro, la nostra autonomia ed incuranti del fatto di cosa significhi lasciare a Roma la decisione su come investire queste risorse. D’altro canto, a livello locale, negli ultimi anni, circa 7 milioni di euro, destinati al finanziamento della cassa integrazione in deroga, non sono stati utilizzati a tal fine e neppure per altri interventi nel mercato del lavoro.  Questo strumento ha delle grossissime potenzialità, sia dal punto di vista economico che politico. Le parti sociali sarebbero parti attive per quanto riguarda la gestione delle risorse nell’ambito delle politiche attive del lavoro. Si potrebbe, ad esempio, sostenere la tutela dei lavoratori stagionali nel settore turistico/alberghiero, stanziare risorse per prestazioni aggiuntive e percorsi formativi. Si potrebbe sostenere l’uscita di lavoratori anziani con forme anticipate di pensionamento. Servirebbero maggiori risorse per questo, ma si tratterebbe di un primo passo importante. Per queste e per altre ragioni ancora sarebbe auspicabile che tutte le imprese locali, anche quelle con meno di 5 dipendenti, aderissero al fondo. Sarebbe un investimento importante in maggiore tutela sociale a favore di lavoratori e lavoratrici. Occorre in tal senso anche coinvolgere le imprese artigiane, per le quali è già stato costituito un fondo a livello nazionale». Ed ecco quindi le richieste sindacali. «Se parliamo di Autonomia ne dobbiamo considerare tutti gli aspetti. Non contano solo quelli che interessano il mondo economico o la Giunta provinciale. Alle parti datoriali, al Governo locale noi chiediamo un segnale chiaro nella direzione di un ampliamento della nostra Autonomia, a favore ed a sostegno del sociale, del lavoro. Chiediamo che gli interventi di finanziamenti ad hoc vengano superati, chiediamo che si attui e si pratichi una vera politica di concertazione fra le parti per dare risposte ai problemi del mondo del lavoro in Provincia di Bolzano».

Fondo Bilaterale di Solidarietà Bolzano, l’esempio trentino

Nella vicina provincia di Trento è stato costituito il fondo adottando regole precise, sostenendo l’adesione delle imprese con meno di 5 dipendenti con degli incentivi e prevedendo interessanti misure e benefici. L’avvio del fondo è stato favorito con 2 milioni di euro da parte dell’Amministrazione trentina. Le risorse, pertanto, rimangono sul territorio, e sono i trentini a decidere su come le stesse saranno investite. Inoltre, si sta già valutando di estendere le prestazioni erogate dal fondo.

 

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