Lunga notte della ricerca: diecimila bolzanini nei laboratori

Oltre diecimila bolzanini alla lunga notte della ricerca. Un grande successo che si è snodato tra case che segnalano gli sprechi di energia, trattori che controllano se le piante sono in salute, pazienti che ricevono cure personalizzate: una consistente parte del programma della Lunga Notte della Ricerca ha permesso ai visitatori di confrontarsi con un futuro promettente e per nulla lontano. Il 30 settembre sera in sedici diverse tappe il pubblico ha potuto cimentarsi con esperimenti e scoperte, fare domande ai ricercatori e calarsi nei panni degli scienziati per capire come la ricerca influenzi la vita di tutti i giorni e dia forma al nostro futuro. L’entusiasmo dei giovani visitatori ha dimostrato che la LUNA (La lunga notte della ricerca) ha raggiunto il suo scopo principale: risvegliare nei ragazzi il fascino della scienza. Chi ieri, rapito dalla scienza del futuro, è andato a letto stanco morto, forse domani sarà uno scienziato.

La Notte della Ricerca promossa e sostenuta dall’Unione europea si è svolta in oltre 250 città europee. Per Bolzano si è trattato della quinta edizione, come le precedenti molto apprezzata dai visitatori. Tra le 127 attività proposte, il pubblico ha potuto creare il proprio percorso personalizzato anche attraverso una app. Il grande evento ha mostrato ai bolzanini quante persone siano attive nel campo della scienza e dell’innovazione nella loro città. «Mostrare il volto umano della scienza è uno degli obiettivi della Notte della Ricerca, ci interessa far conoscere i ricercatori con le loro speranze e aspettative, con i loro problemi», racconta Anca-Adriana Cucu, funzionaria EU che quest’anno è stata ospite della LUNA. «Quando i bambini giocano a fare gli scienziati, capiscono le gioie di questo lavoro e vedono che la ricerca riveste un ruolo importante non solo per la competitività e il progresso, ma anche per la vita di tutti i giorni».

 

Tante le testimonianze dei ricercatori:

«Per i ricercatori si tratta di una preziosa occasione per mostrare il proprio lavoro e confrontarsi con la popolazione. Per i visitatori è una opportunità unica di entrare nel mondo della scienza: toccarlo, ascoltarlo». (Roberta Bottarin, biologa EURAC Research)

«Dietro l’innovazione c’è sempre la ricerca. E innovazione e ricerca insieme possono rendere il mondo più sicuro. Ad esempio, noi studiamo come evitare incidenti in alta quota o come soccorrere al meglio gli infortunati. Non si tratta di ricerca per specialisti, i risultati possono aiutare tutti: arrampicatori, sciatori o escursionisti. Per questo è meraviglioso poter mostrare alla LUNA cosa studiamo, come e perché. Vale la pena impegnarci con mesi di anticipo per preparare questa serata». (Monika Brodmann, medico di emergenza, EURAC Research)

«Per noi ricercatori questa manifestazione è un ponte verso i cittadini che a volte si chiedono cosa facciamo esattamente nei nostri laboratori o nelle nostre aule. La LUNA rappresenta il dialogo con la popolazione e spero che tutti assieme abbiamo convinto i visitatori che la ricerca scientifica è utile e preziosa per tutta la società». (Francesco Comiti, professore alla facoltà di Scienze e Tecnologie, unibz).

«La LUNA ci permette di chiudere il cerchio, rappresenta allo stesso tempo il punto di partenza e di arrivo. Qui mostriamo come il nostro lavoro possa servire alla popolazione e i visitatori ci mostrano la direzione per i nostri prossimi lavori». (Demis Basso, professore alla facoltà di Scienze della Formazione, unibz)

«Due scuole, due istituti, due lingue, 70 ore di progettazione e un fantastico team che ha realizzato qualcosa di unico. Questo è quello che vedo, quando guardo la nostra Smart City interattiva in miniatura. Vedo persone, passione, conoscenza. Non credo ci fermeremo qui». (Stefano Prosseda, esperto di innovazione in edilizia, IDM)

«Vorrei poter essere contemporaneamente in posti diversi per ammirare tutto quello che i colleghi degli altri istituti hanno messo in piedi. Ricercatori e visitatori discutono di molti temi che attirano la loro curiosità e l’entusiasmo di bambini e adulti è fonte di motivazione e ispirazione». (Walter Weissensteiner, fisico ed esperto del FabLab, IDM)

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