Split payment, i vertici di Confartigianato contrari all'estensione

Nella propria ultima manovra economica, il Governo ha deciso di estendere alle società pubbliche un meccanismo già in passato aspramente criticato come quello dello split payment. Una decisione indubbiamente negativa, secondo Confartigianato Imprese, per le aziende italiane ed in particolare per le PMI: «Si tratta di una scelta destinata ad aggravare i problemi di liquidità delle imprese – ha commentato il presidente di lvh.apa Confartigianato Imprese Gert Lanz -. Se si vuole combattere l’evasione dell’Iva ci si deve affidare alla fatturazione elettronica e non ad un metodo utile allo Stato per fare cassa sulle spalle delle nostre ditte».

Le richieste e le speranze degli artigiani altoatesini andavano da tempo nella direzione di una definitiva abolizione del criticato meccanismo dello split payment. La realtà dei fatti, purtroppo, è ben diversa. Nella propria ultima manovra economica il Governo ha infatti deciso di estendere anche alle società pubbliche il sistema in oggetto. Introdotto nel 2015 per combattere l’evasione dell’Iva, lo split payment obbliga la pubblica amministrazione a trattenere ed a versare direttamente all’erario l’Iva sulle fatture emesse dai fornitori. Ciò con la conseguenza di far rimanere le aziende in credito d’imposta, situazione che le porta a dover attendere mesi per ottenere il rimborso dell’Iva viste le tempistiche non certo celeri dello Stato. E così, le ditte sono costrette non solo ad aspettare anni per il saldo delle fatture, bensì anche a pazientare ulteriormente per il rimborso in oggetto. Il tutto senza dimenticare i soldi ulteriori da versare per i costi amministrativi legati agli adempimenti necessari per la presentazione della richiesta di rimborso.

«Non possiamo fare altro che attivarci nuovamente e protestare contro questo meccanismo – ha affermato sul tema il presidente di lvh.apa Gert Lanz -. Se effettivamente si vuole combattere l’evasione dell’Iva, lo si può fare con uno strumento efficiente ed a costo zero per le aziende come quello della fatturazione elettronica. Stiamo parlando di un sistema che dal 2015 è obbligatorio per le realtà che forniscono beni e servizi alla pubblica amministrazione e che in Italia viene già usato con frequenza maggiore rispetto alla media europea. Il problema? È che lo Stato non solo non riesce a pagare con tempestività i propri creditori, bensì fatica anche a calcolare l’ammontare dei propri debiti verso le aziende».

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