Pianificazione zone di pericolo «chiave» per limitare i danni del maltempo

La pianificazione delle zone di pericolo è un tema più attuale che mai: gli effetti del maltempo di due settimane fa hanno dimostrato l’utilità dei piani delle zone di pericolo per gestire il dissesto idrogeologico. Per fare il punto della situazione a dieci anni dall’entrata in vigore della normativa provinciale, IDM Alto Adige ha organizzato gli Alpine.expert days: in un convegno e delle tavole rotonde oggi al NOI Techpark e nel corso di un sopralluogo domani, 14 novembre, a Chiusa un centinaio di esperti analizza proposte, know-how e tecnologie utili per prevenire i danni naturali.

Paramassi, valli di protezione e argini rinforzati: sistemi di protezione come questi hanno limitato i danni fatti dal maltempo nel territorio di Chiusa e in altre zone del territorio altoatesino, come la val d’Adige. Queste misure per gestire il dissesto idrogeologico si sono rivelate molto efficaci assieme a una risposta coordinata e puntuale nella gestione dell’emergenza. Per stabilire come agire e che cosa fare, bisogna però prima mappare il territorio con i piani delle zone di pericolo, uno dei passaggi irrinunciabili nella gestione del dissesto idrogeologico a cui partecipano enti e non solo. Infatti – dai Comuni che stendono i piani delle zone di pericolo ai tecnici che valutano i pericoli, agli enti di ricerca che inventano tecniche e tecnologie innovative per gestire i pericoli idrogeologici e alle aziende che le adottano – sono tante le figure che si occupano del dissesto idrogeologico.

Proprio per favorire il confronto tra istituzioni, enti e aziende, l’Ecosystem Sports & Alpine Safety di IDM ha organizzato assieme a partner provenienti dal mondo delle istituzioni e della ricerca l’evento patrocinato dal Presidente della Giunta provinciale. «Per far sì che le nostre competenze in questo settore siano sempre eccellenti, è importante confrontarsi e aggiornarsi», spiega Sebastian Mayrgündter, coordinatore dell’Ecosystem Sports & Alpine Safety di IDM. Durante l’evento, infatti, sono analizzati diversi aspetti dei piani e le tecnologie e i prodotti che possono innovarne l’uso presentati da Eurac Research e da alcune aziende specializzate che fanno parte della rete Alpine.experts coordinata da IDM Alto Adige: in.ge.na, Maccaferri Innovation Center, Yetitmoves c/o geoprobe e MAVTech.

I due giorni sottolineano inoltre la competenza altoatesina in questo settore: sono trattate per esempio, delle best practices, le cooperazioni con la Libera Università di Bolzano e il mondo accademico in generale, l’uso del modello altoatesino in Islanda e un elemento cruciale come la comunicazione con la popolazione. «È un’occasione per riflettere assieme, analizzare le novità tecnologiche e capire come lavorare in modo ancora più efficace usando la pianificazione delle zone di pericolo e le nuove tecnologie per gestire il dissesto idrogeologico e prevenire possibili situazioni d’emergenza», osserva infine Mayrgündter.

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