Mattarella: «Alto Adige, piccola Europa»

“Nel grande ambito europeo, ciascun popolo sa di rappresentare una minoranza, perché l’Europa nasce composita e la sua forza consiste nel saper unire le diversità (…) Questa Provincia, tutti gli altoatesini-sudtirolesi, di lingua tedesca, italiana, ladina, rappresentano quanto ha auspicato il presidente Kompatscher: una piccola Europa nel cuore dell’Europa”. Questo il messaggio lanciato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Castel Tirolo, in occasione della cerimonia ufficiale in ricordo dei 50 anni dall’approvazione del pacchetto di norme che ha dato vita al secondo Statuto di autonomia e dei 100 anni dal trattato di pace di Saint-Germain.

“Questa – ha aggiunto, sottolineando il sentimento di sincera amicizia che lo lega al presidente austriaco Van der Bellen – è un’occasione per riflettere su ricorrenze molto significative per la storia di questo territorio e, insieme, per i rapporti tra i nostri due Paesi”. Riferendosi ai primi anni seguiti alla firma del trattato di Saint Germain, Mattarella ha ricordato come il Regno d’Italia si trovava, per la prima volta, a incorporare territori abitati da popolazioni non di lingua italiana. “Le promesse salvaguardie e tutele della identità culturale della popolazione di lingua tedesca – ha affermato – che pure furono allora formulate, incontrarono crescenti ostacoli nella loro attuazione e rimasero, ingiustificatamente, in gran parte disattese.  Alle difficoltà del primo dopoguerra si aggiunsero, nel giro di pochi anni, le politiche repressive promosse dall’affermarsi del regime fascista”. Fascismo che per il Capo dello Stato sferrò “intollerabili attacchi ai diritti individuali e collettivi della minoranza, in un insensato tentativo di sostituzione di popoli nel nome della italianizzazione dei territori”. Una politica  che “si radicò così, nella alleanza tra nazismo e fascismo, e portò alla pulizia etnica: o tedeschi nel Reich o italiani in Italia.  Fu la scelta delle opzioni imposta dalle due dittature”.

Ripercorrendo gli anni successivi al secondo conflitto mondiale il presidente della Repubblica ha ricordato che  “è proprio sulla base di un rifiuto netto, deciso, totale, dei regimi che avevano trascinato il Continente nell’abisso del conflitto che, nell’immediato dopoguerra, De Gasperi – che queste terre conosceva bene – si fece voce della nuova Italia, concludendo, con Karl Gruber, l’accordo giustamente passato alla storia con i loro nomi”. Mattarella ha quindi ammesso che “l’attuazione dell’autonomia ebbe un percorso complesso, tortuoso ed ha attraversato periodi bui. Penso – ha specificato – alla parentesi del terrorismo. Ma ha conosciuto fasi, prevalenti, di intensa collaborazione”. Per il Capo dello Stato un momento chiave è stato  il quarto congresso straordinario della Südtiroler Volkspartei, del 22 novembre di cinquant’anni or sono, e dalla decisione assunta in quella sede, non senza tormenti”.

Arrivando agli anni più recenti, secondo Mattarella, grazie all’approccio collaborativo, “il treno dell’autonomia dell’Alto Adige/Südtirol non soltanto procede, ma ha compiuto un lungo e positivo percorso. Questo spirito deve animare anche il nostro essere qui insieme oggi.  L’Alto Adige/Südtirol – ha concluso – costituisce un esempio di autonomia a livello mondiale, che assicura non soltanto la serena convivenza, ma lo sviluppo armonioso di questo straordinario territorio, portando benessere e prosperità anche nelle sue aree più periferiche”.

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