La storia delle «Lame Bolzano»: l'acciaio altoatesino protagonista di Carosello

Sono state il simbolo dell’acciaio italiano “made in Bolzano” a partire dagli anni Trenta e sono state al centro di indimenticabili sketch di Carosello nel secondo dopoguerra. Sono le celeberrime “Lame Bolzano”, ancora oggi prodotte dalla Feintechnik di Eisfeld, in Turingia, un’azienda di proprietà di “Harry’s” la società statunitense fondata sei anni fa da Andy Katz-Mayfield e Jeff Raider. Un’azienda nata come start up di e-commerce con 35 dipendenti che oggi fattura circa 200 milioni di dollari grazie ai suoi 600 lavoratori e ai cinque milioni di clienti sparsi per il mondo.

Tutto è iniziato ottantadue anni fa, nella primavera del 1937, quando nelle acciaierie di Bolzano della famiglia Falck vennero prodotte le lame per rasoi “Falco”, due milioni di esemplari al mese grazie al lavoro di 350 operai, anzi operaie, visto che in gran parte erano donne. L’inizio non fu facilissimo, due anni dopo scoppiò la seconda guerra mondiale con gli inevitabili contraccolpi per la produzione delle lamette da barba, ma nel dopoguerra arrivò il boom di vendite con il marchio di “Lama Bolzano”.

A celebrarlo uno splendido e notissimo manifesto pubblicitario con la fisarmonica di lamette disegnata nel 1950 da Luigi Boccassile e le altrettanto affascinanti giardinette che accompagnavano il Giro d’Italia dell’epoca. Un successo che proseguì fino alla fine degli anni Sessanta, grazie alla diversificazione dell’offerta, all’innovazione tecnologica e agli indimenticabili sketch di Carosello. Uno, datato 1967, vedeva protagonista l’amatissimo Tenente Sheridan, (interpretato da Ubaldo Lay, i più giovani si informino qui).

 

L’altro, datato 1969, era interpretato da Alberto Lionello e mostrava come si poteva trovare un idraulico in meno di due minuti. Ad un incredulo straniero, il buon Lionello spiegava che “noi italiani abbiamo un nostro metodo! Prendiamo la barba ad esempio, la nostra è una barba forte, dura, occorre una lama dal filo specializzato. Superinox Bolzano, la lama inossidabile fatta apposta per la forte barba italiana”.

Come sottolineato da Ennio Marcelli nel suo “Le acciaierie di Bolzano” (Curcu e Genovese), negli anni Settanta arrivarono sul mercato europeo i rasoi “usa e getta” e la produzione fu costretta ad adeguarsi con risultati alterni fino alla fine del 1988. A gennaio 1989, la crisi sembrava ormai irreversibile e la produzione di lame e rasoi passò al tedesco Holznecht che dopo la caduta del muro trasferì la produzione in Turingia, nell’ex Ddr. Nel decennio successivo la produzione passò nuovamente di mano, e la fabbrica venne acquisita dalla Feintechnik GmbH che, nel 2014 venne acquisita a sua volta dalla Harry’s di Andy Katz-Mayfield e Jeff Raider.

La storia dell’acquisizione di una importante fabbrica di rasoi da parte di una startup è raccontata qui e qui, mentre le lame “Bolzano” sono ancora acquistabili online su diversi siti, non solo quelli specializzati nei prodotti per la rasatura. A Bolzano, oltre al nome sulle lamette, non resta, invece, che l’insegna della vecchia fabbrica che si affaccia sulla rotonda tra via Torricelli e via Volta. Così, oggi, chi digita su Google: lama e Bolzano, rischia di finire tra i camelidi del Kaserhof sul Renon, invece che nelle officine di una acciaieria.

Chissà se è un male…

Massimiliano Boschi

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