Bolzano Sud, con la mostra "modello (i) Alto Adige" apre Archimod, nuovo spazio espositivo

Con la mostra “modello (i) alto adige” è aperto dal 15 giugno a Bolzano Sud il nuovo spazio espositivo “Archimod”. Sarà possibile visitarlo su prenotazione.  La mostra “modello (i) alto adige”, curata dagli architetti provinciali Andrea Sega e Paolo Bellenzier racconta, attraverso i modelli di progettazione,  la via intrapresa nella trasformazione del territorio con le opere pubbliche costruite attraverso lo strumento innovativo dei concorsi di progettazione negli ultimi tre decenni.  I plastici sono esposti all’Archimod, spazio espositivo e archivio della Ripartizione Edilizia e Servizio tecnico della Provincia, ricavato dal recupero edilizio di un edificio industriale a Bolzano Sud realizzato su progetto dello Studio Architetto Claudio Lucchin e Architetti Associati (Angelo Rinaldo e Daniela Varnier) di Bolzano.

Lo spazio espositivo all’Archimod, come ha riferito il curatore della mostra Paolo Bellenzier, comprende una superficie di circa 250 metri quadri all’ultimo piano della struttura, in via Giotto 13 a Bolzano. L’ambiente ha le pareti e il soffitto dipinti in vari toni di nero, mentre la parete di fondo è caratterizzata da un’ampia vetrata che consente alla luce naturale di illuminare l’ambiente, ed anche di far volgere lo sguardo all’esterno e simbolicamente agli sviluppi in atto sul territorio. Parte dei modelli di architettura sono esposti negli spazi ricavati sotto la pavimentazione in vetro, mentre sulle pareti sono esposti immagini delle opere e video.

“Nel territorio dell’Alto Adige – come afferma l’assessore provinciale Christian Tommasini – la Provincia ha creduto nell’architettura contemporanea come veicolo culturale. Questo ha dato vita a pratiche virtuose, grazie ai concorsi di progettazione, per la diffusione di un modello del costruire innovativo e di qualità nei vari ambiti che ha caratterizzato la trasformazione del territorio attestandosi quale esempio virtuoso dell’incontro fra architetti e committenza pubblica, motore di innovazione e sperimentazione.” Tale patrimonio, che ha ottenuto grandi riconoscimenti ora viene mostrato in un allestimento innovativo ed interessante per gli operatori del settore e gli studenti, ma anche per tutti gli appassionati. È un modo per sottolineare quanto l’architettura sia parte integrante della cultura territoriale e della cultura dei singoli.
Inaugurando i nuovi spazi l’assessore Tommasini ha portato i saluti della Giunta provinciale e ringraziato in modo particolare Josef March, già direttore del Dipartimento edilizia, vero motore di questo sviluppo.

Il “modello Alto Adige”, come spiega Paolo Montagner in qualità di direttore del Dipartimento Edilizia della Provincia, ha iniziato a prendere forma circa 25 anni fa ed ora è un caso di studio a livello nazionale e internazionale. In questo lasso temporale la provincia di Bolzano, uno fra i pochi esempi a livello europeo, è stata interessata da grandi trasformazioni territoriali connotate in modo diffuso, e non singolo, da edifici impostati all’architettura di qualità dalla progettazione sperimentale.
Tale architettura è cresciuta anche per la presenza di vari architetti locali che negli ultimi tre decenni, da una generazione all’altra, quasi come in una scuola, hanno portato avanti in loco un’architettura innovativa proprio grazie alla committenza pubblica, che ha scelto e deciso di realizzarla. Tale tipologia costruttiva contemporanea si è affermata a fianco di quella tradizionale tirolese.
È importante, come ha detto Montagner, ora rendere visibile e fruibile questo fattore di successo, possibile anche grazie all’autonomia provinciale, e fornire un contributo per far germogliare iniziative per dare qualità a zone urbane in trasformazione.

Il progettista Claudio Lucchin ha affermato che la trasformazione territoriale è avvenuta anche grazie alla metamorfosi culturale, dove l’ente pubblico è stato il motore della trasformazione, prima regione europea che ha mostrato interesse e impegno in questo campo. Come ha proseguito, archimod è come una sorta di cannocchiale puntato su questa archi-cultura.

Antonio Lampis, direttore della Ripartizione Cultura Italiana, ha ricodato l’importanza del fare bene e di farlo sapere. È importante che la cultura dell’architettura, in trend e nel percorso quotidiano dei cittadini, abbia uno spazio dedicato, da far prosperare grazie ad un approccio interdisciplinare.

“Archimod” si pone come esempio di rigenerazione di spazi dismessi destinati ad altro uso. La Ripartizione Edilizia e Servizio tecnico ha realizzato in zona industriale il recupero di un vecchio edificio industriale con una nuova ed importante destinazione. La palazzina non è solo un semplice archivio, ma un vero e proprio “urban space”, un contenitore un po’ inusuale di plastici, lucidi, fotografie e progetti di opere di qualità architettonica realizzate in Alto Adige, dagli anni ‘70 ad oggi, e, allo stesso tempo, una sorta di “officina delle idee” e “hub” di ricerca architettonica. Da sito industriale a luogo di testimonianza e confronto sull’architettura innovativa di qualità “archimod”, nelle intenzioni della Provincia, dovrà attestarsi quale raccolta e propulsore di architettura di qualità, sia nel pubblico che nel privato.

Qui si intende, infatti, ospitare dibattiti e confronti per “preparare” in qualche modo il futuro proseguendo con le best practices del “modello Alto Adige”.

Del progetto edilizia sociale ha parlato Gianfranco Minotti, direttore della Ripartizione Servizi Tecnici dell’Istituto per l’Edilizia Sociale IPES, che ha citato la ricerca della qualità in architettura quale elemento principale nella costruzione di edilizia residenziale e accomunatore degli intenti di IPES e Provincia per garantire edifici di qualità architettonica che garantiscano qualità di vita.

 

Francesca Chiorino, redattrice della rivista specialistca “Casabella” parlando del modello Alto Adige e di archimod ha sottolineato l’importanza di rendere questo modello riproducibile e compresibile per molti altri.

– 567 gli edifici di proprietà provinciale
– 5 milioni di metri cubi la cubatura costruita dal 1990,
– 1.389 i lavori appaltati in edilizia e infrastrutture (in media 55 all’anno),
– 2.500 milioni di Euro (in media circa 100 all’anno) gli investimenti attuati per i lavori in edilizia e
– 44 il numero dei concorsi di progettazione in edilizia.
– 365 il numero di scuole realizzate o ristrutturate
-1.920 il numero di letti realizzati in strutture sanitarie
-115 quello dei musei realizzati o ristrutturati
– 2.500 milioni di Euro circa (in media circa 100 all’anno) gli investimenti attuati per le infrastrutture
– 1.662 il numero di ponti realizzati (per complessivi 37 chilometri)
– 207 quello delle gallerie costruite (per un totale di 62 chilometri) e interventi su una rete complessiva di strade di 2.100 chilometri.
Per l’edilizia abitativa:
-13.347 il numero di residenze sociali,
-375 milioni di Euro (circa 15 milioni all’anno) l’investimento per la realizzazione di alloggi dell’Istituto per l’edilizia sociale e
-21 milioni di Euro all’anno la spesa complessiva per la manutenzione degli alloggi.
Queste le cifre significative, sintetizzate nelle tabelle all’ingresso del’edificio, che connotano lo sviluppo del territorio altoatesino.

La mostra “modello (i) alto adige” presso archimod, in via Giotto 13 a Bolzano Zona Industriale, è visitabile fino al 15 ottobre 2016 previa prenotazione all’indirizzo mail ripartizione.edilizia@provincia.bz.it

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