Upad, accordo con Cristallo e Ussa

Una piattaforma per tutta la comunità. Con nuovi accordi e il riconoscimento da parte delle istituzioni. L’inaugurazione dell’anno accademico dell’Upad, sabato 14 ottobre al Teatro Cristallo ha ribadito l’importanza di un’associazione che con i suoi 12mila iscritti è la più pesante tra i madrelingua italiani. La giornata è stata aperta da un omaggio alla storica guida dell’Upad, l’avvocato Gambara da un intenso tributo del giornalista Paolo Campostrini, curatore della pubblicazione «Uno sguardo nel tempo – 50 anni di Upad con Gaetano Gambara». «Luis Durnwalder è stato il primo Landeshauptmann a parlare in italiano a italiani in un’associazione di lingua italiana» ha ricordato Campostrini, sottolineando l’importanza del lavoro di Gambara «La nostra è sempre stata una comunità che pensava di vivere in una bolla. Upad ha contribuito a far cogliere alla comunità italiana il senso della propria presenza insieme alla comunità di lingua tedesca. Ha avuto la capacità di tradurre le intuizioni quotidiane in qualcosa di più organico».

L’accordo tra Upad, Cristallo e Ussa

Momento solenne della giornata è stato il doppio accordo concluso tra la Federazione Culturale «Gaetano Gambara» Upad e Cristallo e tra la Federazione e Ussa. Un accordo che intende creare sempre più “rete” tra associazioni impegnate nel mondo della cultura della formazione e del benessere in Alto Adige. Un modo per creare aggregazione in una società sempre più segnata dalla frammentazione. «Quello che sta avvenendo oggi segna un passaggio nella nostra comunità» ha dichiarato il presidente della Federazione, Lucio Lucchin. «Abbiamo la responsabilità di fare in modo che le nostre comunità possano stare bene anche attraverso la condivisione di momenti culturali» ha aggiunto il presidente di Associazione Cristallo, Andrea Grata. Una convenzione accettata volentieri anche dal presidente di Ussa, Carlo Bosin «Si tratta del punto di arrivo logico dell’attività che svolgiamo da oltre quarant’anni».

Una tavola rotonda per pensare al futuro della comunità altoatesina

A conclusione della mattinata si è tenuta la tavola rotonda «Alto Adige: una comunità in movimento?» moderata dal direttore del quotidiano Alto Adige, Alberto Faustini, e a cui hanno partecipato Arno Kompatscher, Lucio Lucchin, Andrea Grata, Carlo Bosin e il geriatra Alberto Apuzzo. La discussione ha indagato le peculiarità della nostra comunità altoatesina, tentando di comprendere le strategie per migliorare la nostra vita e la convivenza nel nostro territorio. La domanda fondante è stata posta dallo stesso Faustini: «Siamo una comunità in grado di reggere il passo con i tempi?». Con un occhio di riguardo per la terza età si è parlato di cambio demografico e di quello che la nostra società può fare per affrontare questa sfida. «Non siamo ancora abbastanza attrezzati per affrontare questi cambiamenti – ha detto il presidente Kompatscher – Si tratta di una grande sfida, non solo territoriale, ma di livello europeo». «Oggi l’anziano preferisce vivere fuori, a casa sua e all’interno della società, non rinchiuso in una casa di riposo. La vera malattia dell’anziano è la perdita dell’autosufficienza» ha detto Apuzzo. Attento a questa necessità anche Bosin che ha annunciato nella programmazione di Ussa del prossimo anno «delle passeggiate a Bolzano per imparare a conoscere la città». L’evoluzione della comunità altoatesina non riguarda solo i cittadini più anziani, ma tutte le fasce d’età, che spesso non si rendono conto dei pericoli di una disgregazione sociale sempre maggiore. «Siamo una società che evolve in senso caotico – ha detto Lucchin – Ognuno di noi dovrebbe dare il buon esempio per imparare a rispettarci». La possibilità di recuperare il “buon vicinato” è stato un pensiero condiviso da tutti i presenti. La necessità di fungere da polo di aggregazione comunitario è vista da tutte e tre le associazioni presenti alla tavola rotonda. «Bisogna innovarsi accogliendo anche nuovi pubblici – ha detto Grata – La cultura è una chiave di volta importantissima».

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