Upad, il nuovo corso strizza l’occhio a giovani, formazione e territorio

Recuperare cultura e riattivare il pensiero, per sfidare il futuro. Con questo spirito comincia il nuovo corso di Upad, Fondazione nata come Università Popolare delle Alpi Dolomitiche che celebra nel 2016 i suoi cinquant’anni. Il presidente Lucio Lucchin domenica 4 dicembre in occasione del concerto natalizio previsto alle 16 all’Auditorium Haydn (posti già esauriti) presenterà la nuova «Federazione culturale Gaetano Gambara – Upad». La Federazione intitolata all’avvocato Gambara, compianto fondatore dell’Upad scomparso lo scorso febbraio, sarà uno strumento di coordinamento operativo delle associazioni che hanno in Upad la loro casa. Un’attività che in passato svolgeva lo stesso avvocato e che ora richiede la nascita di questa cabina di regia per coordinare al meglio attività di Palladio, Movimento Universitario Altoatesino, Ascolto Giovani, Upad, Altoatesini nel Mondo, tutte associazioni che in questo modo faranno delle reciproche sinergie un ulteriore punto di forza.

Primo obiettivo: i giovani e le loro esigenze come fondamento per la costruzione di un Alto Adige coeso, capace di fare rete e confrontarsi all’interno e all’esterno con forza e serenità. Per fare ciò serve una formazione 2.0, che adotti nuovi linguaggi e nuovi strumenti. Upad, con i suoi 12mila iscritti e le 23 sedi distribuite sul territorio, che verranno rafforzate,  è pronta a raccogliere la sfida che si concretizzerà già dalle attività del 2017. «In un’epoca in cui il tempo non c’è, viviamo alla (mezza) giornata – spiega Lucchin –. Scuola e politica non si possono delegare per tutto. Inoltre bisogna smetterla con le difese di parte: in questo senso Upad vuole essere la casa di tutti, per creare sinergia anche grazie ai mezzi di comunicazione e informazione.

Lucchin: «Puntare su partecipazione e interesse per il bene comune»

«I segnali socio-culturali ed economici – continua il presidente di Upad – indicano che i fenomeni che stiamo vivendo sono la sintesi di dinamiche complesse, non riconducibili a singoli fattori. L’incapacità di prevedere i risultati, si pensi al referendum inglese e alle elezioni americane, per non parlare delle previsioni delle agenzie di rating, impone un cambiamento d’approccio ai problemi. Solo il recupero della partecipazione e dell’interesse per il bene comune rende una comunità forte. Riportare le persone a pensare e confrontarsi civilmente, coinvolgendo tutte le fasce d’età, e contribuire a ridurre drasticamente quell’ipocrisia ed autoreferenzialità, che hanno raggiunto livelli di guardia, è la visione del nuovo corso Upad. L’acronimo, Università Popolare delle Alpi Dolomitiche, recupera il suo significato originale di promozione di una cultura comunitaria trasversale a  variabili sociali e anagrafiche. Anche per questo ci saranno un nuovo statuto e una nuova tessera fotografica, in modo da favorire l’identificazione e avvicinare il mondo dell’imprenditoria attraverso la personalizzazione».

Nella sede Upad di via Firenze due opere dedicate a Gambara

La sfida di Upad ha radici solide e ben ancorate nella sua storia. Non a caso la nuova Federazione culturale porta il nome del fondatore, Gaetano Gambara.  A lui sono dedicate due opere appena arrivate nella sede di via Firenze 51 – Bolzano: si tratta di una scultura realizzata da Peter Demetz e un’opera del pittore Giorgioppi che verranno presentate venerdì 2 dicembre 2016 alle ore 15.30, con una breve cerimonia di commemorazione in ricordo dell’avvocato Gaetano Gambara, fondatore dell’Università Popolare. Demetz ha realizzato una scultura di Gambara, che lo rappresenta in una duplice sovrapposizione di piani, in modo da proiettare la sua figura nello spazio e protenderla verso il futuro. Giorgioppi invece ha cercato di rappresentare la vita di Gambara in una serie di 33 fotografie, che ripercorrono i fatti più salienti della sua vita a partire dal 1928, anno di nascita, attraverso il recupero della simbologia della Cabala (5 foto sono a colori, le altre in bianco e nero). Il logo di Upad, progettato proprio da Lucchin, è un ideogramma di non immediata comprensione: «Ognuno ci veda quello che vuole, l’importante è attivare i neuroni».

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