La neve artificiale di Technoalpin arriverà in Egitto

Le previsioni del tempo non mostrano cambiamenti imminenti, il cielo sul lato meridionale delle Alpi è sereno da mesi, lo resterà ancora per un po’ e gli impianti sciistici sono aperti solo grazie all’innevamento artificiale. Non è una novità, la neve è diventata un prodotto “tecnologico” la si fa “su misura”, a richiesta e, potenzialmente, per ogni paese del mondo. Visto il contesto, non è un caso che, proprio a Bolzano, tra l’uscita sud dell’Autostrada e l’aeroporto, abbia sede la Technoalpin, azienda leader mondiale negli impianti di innevamento.

Da Lexington a Bolzano

Technoalpin è stata fondata venticinquenni anni fa, ma si può dire che la sua storia sia iniziata molto prima, per la precisione il 22 dicembre 1950, quando a Lexington, in Massachusetts, i fratelli Tropeano lasciarono acceso anche dopo il tramonto il loro nebulizzatore per l’irrigazione. Era una notte gelida e, involontariamente, crearono il primo impianto per la neve artificiale. Molti anni dopo, nei primi anni ottanta, Georg Eisath e Walter Rieder, responsabili tecnici del comprensorio sciistico di Obereggen, importarono un generatore di neve dagli Stati Uniti, uno strumento molto caro e poco efficiente, essendo tarato su temperature ed umidità molto diverse da quelle sudtirolesi. Ai due tecnici non restò, quindi, che provare a costruirsene uno “in casa”, partendo dagli augelli che venivano utilizzati in agricoltura. Di prova in prova lo strumento si fece sempre più affidabile e, nel 1990, decisero di fondare la Technoalpin che oggi fattura quasi 150 milioni di euro l’anno con nove filiali sparse per il mondo e un investimento in ricerca e sviluppo che nel 2015 ha superato i tre milioni di euro.

Niente chimica, è neve artificiale

Il risultato è, come si diceva, la produzione di una neve su misura: a seconda delle temperature, del vento, dell’umidità e delle piste. Il tutto con impianti che prestano particolare attenzione alla riduzione della rumorosità e al rispetto dell’ambiente. «Contrariamente a quanti ancora molti pensano – ci spiega Patrizia Pircher, responsabile marketing di Technoalpin – per produrre neve artificiale non si utilizza la chimica, si usano solo aria e acqua e si presta particolare attenzione anche al riciclo di quest’ultima».
A proposito di luoghi comuni da sfatare, anche il fatto che, da mesi, sulle Dolomiti, non si veda un solo fiocco di neve naturale non fa particolarmente piacere all’azienda di via Agostini: «Per noi – prosegue Patrizia Pircher – è importante che i comprensori sciistici lavorino e bene e queste giornate non fanno certo venire voglia di andare a sciare. Peccato perché le piste di neve artificiale sono ottime».

Lotta dura al rumore. E controllo da smartphone

Tornando all’innovazione, Technoalpin sta continuando a lavorare per produrre generatori a ventola sempre meno rumorosi e, di recente, ha ulteriormente sviluppato il software di comando dei generatori, rendendolo compatibile con gli smartphone, permettendo agli impianti di essere gestiti comodamente da qualunque luogo.
Ma, indipendentemente dalla distanza del gestore, viene comunque prodotta una neve ad hoc. Su ogni generatori è, infatti, installata una stazione meteo che genera dati che ora, grazie alla società Meteogroup, vengono analizzati e combinati per tarare la produzione di neve sul microclima della pista, che si tratti di un punto a valle o a monte, ottimizzando sia il fabbisogno energetico che quello idrico. Come precisa Patrizia Pircher: «Questo permette di produrre esattamente la neve richiesta, la più adatta e nella quantità giusta. E si eliminano gli sprechi».

Snowpark all’ombra delle piramidi

Per chiudere, Technoalpin sta allargando il proprio interesse anche a un nuovo settore di mercato, quello dell’innevamento indoor (padiglioni coperti, impianti per collaudi industriali, strutture per il tempo libero, zoo..) e, in particolare, sta lavorando per uno snow park in costruzione a Il Cairo, in Egitto. «Si tratta – conclude Pircher – di un parco pensato per far giocare con la neve. Non è un impianto sciistico al coperto, come vengono costruiti anche in Europa, ma qualcosa di più simile ad un parco divertimenti. L’intenzione è quella di far conoscere la neve a chi non l’ha mai vista o la vede molto raramente».

di Massimiliano Boschi

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